Saranno 215 i Paesi sintonizzati con la Oracle Arena di Oakland e la Quicken Loans Arena di Cleveland. Le Nba Finals sono ormai uno spettacolo di caratura mondiale, un evento che non ha nulla da invidiare ad altre manifestazioni sportive internazionali come i mondiali di calcio o il Tour de France. Ogni anno cresce a dismisura la voglia di basket americano, come dimostrano i dati delle tv via cavo e gli investimenti effettuati da queste ultime per acquistare i diritti televisivi della lega più famosa al mondo. Quest'anno il menu conclusivo propone il rematch della finale passata, quando i Golden State Warriors sconfissero i Cleveland Cavs con il punteggio di 4-2.
Si tratta, dunque, di due squadre che si conoscono abbastanza bene, ma il quadro tecnico della serie sarà completamente diverso. Lo impone innanzitutto la presenza di Kyrie Irving e Kevin Love, assenti di lusso l'anno scorso. Gli infortuni delle altre due stelle della squadra costrinsero LeBron James a fare gli straordinari. Basti pensare che il Prescelto chiuse la serie con un irreale di 39.3% di Usage Percentage in oltre 45 minuti medi di utilizzo. Questo vuol dire che il 40% dei possessi dei Cavs si è concluso con un tiro, un assist, un viaggio in lunetta o una palla persa di James.
Fortunatamente per Cleveland, quest'anno Irving e Love sono sani e anche piuttosto in forma. L'ex prodotto di Duke sta viaggiando con 24.3 punti di media nei playoff, con uno straordinario 45.6% da tre ed un ottimo 48.5% dal mid-range, vera e propria specialità della casa. Le cifre di Love sono meno eclatanti, ma non per questo meno degne di note. Stupisce soprattutto il suo 44.6% da tre su più di sei tentativi a partita nella post-season. L'ex giocatore di Minnesota sta diventando sempre di più uno spot-up shooter. Non a caso il 46.9% dei suoi tiri in questi playoff avviene in situazioni di catch and shoot, spesso e volentieri sfruttando gli scarichi di Irving e James (42 canestri segnati su 55 sono assistiti da Kyrie e LeBron).
I Cleveland Cavs che proveranno a prendersi la rivincita contro gli Warriors sono, dunque, una squadra completamente diversa da quella rimaneggiata dall'anno scorso e costretta a soccombere sotto i colpi del death lineup. I Cavs sono nettamente primi per Off. Rat. in questa post season con 116.2 punti messi a segno per cento possessi e stanno tirando con un ottimo 43.4% di squadra da tre (primi anche in questo fondamentale). Senza contare che possono contare sul miglior all around player della storia del gioco, che poi sarebbe anche lo stesso giocatore che è alla sesta apparizione consecutiva alle Nba finals. Parliamo ovviamente di LeBron James, il quale, per rendere l'idea del suo stato di forma attuale, nella serie contro i Raptors si è permesso il lusso di viaggiare a 26 punti, 8.5 rimbalzi e 6.7 di media, tirando con un incredibile 62.2% dal campo.
Eppure Cleveland si presenta all'appuntamento finale da sfavorita, dovendo fronteggiare la migliore squadra della storia della regular season nba. Gli Warriors arrivano alle finals, infatti, carichi come un molla dopo aver portato a termine la settima più grande rimonta della storia dei playoff nba a danno degli Oklahoma City Thunder.
Abbiamo assistito ad una serie grandiosa, una delle migliori che la mia giovane memoria ricordi. E nonostante molti abbiano trascorso questi giorni cercando a tutti i costi un "colpevole" per la disfatta dei Thunder e provando ad etichettare questo o quel giocatore delle due squadre, le sette partite tra Warriors e Thunder ci hanno ricordato - qualora ne avessimo bisogno - quanto amiamo il gioco del basket e quanto siano forti i Golden State Warriors. Sembra un assunto banale, ma è così. Perché per risalire da 3-1 contro una squadra, come Oklahoma, che ti sta sovrastando fisicamente e tatticamente, ci vuole una forza mentale pazzesca, oltre a dei fuoriclasse capaci di tirare fuori prestazioni leggendarie come quelle di Klay Thompson in gara 6 e Steph Curry in gara 7.
Ecco perché, nonostante tutti i fattori elencati in precedenza, Golden State è la chiara favorita della serie. Coach Lue dovrà risolvere una serie di enigmi che il suo predecessore non è riuscito a decifrare, nè nelle tre partite conclusive della scorsa finale, nè tantomeno nelle due partite di regular season, dove dei Cavs al completo sono stati dominati dagli Warriors. Anzi proprio la roboante sconfitta casalinga contro Golden State pare sia stata una delle cause che ha spinto il front office della squadra dell'Ohio a cambiare guida tecnica, esonerando David Blatt.
La domanda che tutti si pongono è quali quintetti e quali accoppiamenti offensivi e difensivi saranno più efficaci per i Cavs. Il dilemma da risolvere sarà proprio la difesa dei due grandi assenti dell'anno scorso, ovvero Irving e Love. Perché se è vero che con loro sul parquet Cleveland guadagna tantissimo nelle metacampo offensiva, è altrettanto vero che perde abbastanza in quella difensiva. Entrambi sono due giocatori discreti nella difesa sull'uomo, mentre mostrano gravi lacune quando devono passare sui blocchi o difendere lo spazio. Come mostrato qui da coach Nick, nella prima parte di stagione la coppia Irving-Love è stata la peggiore nella difesa del pick and roll. E questo ovviamente non te lo puoi permettere contro una squadra come Golden State che ha nel pick and roll tra Curry e Green una delle arme più devastanti della lega.
Gli Warriors sono una compagine che tende ad esplorare tutte le debolezze dei propri avversari fino allo sfinimento. E da questo punto di vista il pick and roll che coinvolge Love e Irving potrebbe rivelarsi un rebus irrisolvibile per Lue. Probabile, però, che il coach dei Cavs adotti fin da subito delle contromosse per porre rimedio ai deficit strutturali del proprio roster. Lue potrebbe scegliere di posizionare Love in marcatura su Bogut, confidando nell'atletismo e nella capacità di cambiare sui blocchi di Tristan Thompson.
Una mossa del genere aprirebbe maggiormente la strada verso il ferro a Curry, una situazione che è costata parecchio a Cleveland nella serie dell'anno scorso. Senza contare, tra l'altro, che l'Mvp della regular season è comunque capace di piazzare triple in faccia ai lunghi sui cambi, chiedere ad Ibaka e Adams per informazioni. Ma arrivati a questo punto e giocando contro queste squadre, la coperta è inevitabilmente corta e bisogna effettuare delle scelte. C'è da aggiungere, inoltre, un aspetto. Nonostante Curry sia apparso in ripresa negli ultimi due incontri contro Okc, non è sicuramente ancora al 100% dopo l'infortunio al ginocchio patito nella serie contro Houston e provare a farlo andare con continuità al ferro può essere una buona strategia per testarlo fisicamente e tentare di stancarlo nel corso della serie.
Aldilà degli assegnamenti iniziali, Lue sarà chiamato con ogni probabilità a chiedere qualcosa in più ai propri role player, in particolare a Matthew Dellavedova e Iman Shumpert. Il primo fu stoico nei primi tre episodi della serie precedente, prima di finire letteralmente l'ossigeno. Dellavedova dovrà marcare spesso e volentieri Curry, provando ad entrargli nella pelle e ad innervosirlo. Probabile, inoltre, che vedremo di più in campo Shumpert, nonostante fin qui non abbia giocato una stagione entusiasmante. L'ex giocatore dei Knicks possiede, però, la versatilità giusta per cambiare sui blocchi senza patire eccessivamente i miss-match. Il tutto, ovviamente, sarà possibile se i due riusciranno a dare anche un discreto contributo nella metacampo offensiva.
Il quintetto più temuto dei Cavs è quello con Love da centro e Frye da 4. Un lineup sulla carta immarcabile in attacco, capace di aprire il campo a dismisura e di esaltare le caratteristiche da passatore e da penetratore di James. In questi playoff, però, specie nella serie contro Toronto, non ha dato gli esiti sperati, presentando un Net Rating negativo di 6.2.
Il quintetto migliore è stato fin qui, invece, quello guidato da LeBron con tutta la second unit attorno. In 70 minuti di utilizzo ai playoff, il quintetto con Dellavedova, Shumpert, Jefferson, James e Frye ha un Offensive Rating di 133.2 ed un Net Rating di 46.6. Ancora una volta James dimostra di gradire particolarmente questo tipo di combinazioni. Era stato così anche a Miami, quando il lineup con James e la second unit rappresentava un'arma impossibile da difendere ed oggi si sta verificando la medesima situazione.
Vedremo se gli Warriors saranno in grado di limitarli. Sicuramente i campioni in carica possiedono le armi per reggere anche quando Curry, Green e Thompson non sono in campo, ma hanno bisogno di un salto di qualità di Livingston e Barnes, abbastanta opachi fin qui ai playoff. Ad ogni modo, qualora Shumpert e Dellavedova dovessero dare delle garanzie, Lue potrebbe decidere di lasciare in panchina Love per i finali di partita e di andare con un quintetto formato da Irving, Dellavedova, Shumpert, James e Thompson. Sarebbe senza dubbio una scelta azzardata, ma al momento pare essere la combinazione difensiva migliore contro questi Warriors, a meno che Love non confermi i miglioramenti nella difesa sul pick and roll mostrati nella serie contro Toronto. In questo caso cambierebbe totalmente la dinamica tecnica della finale.
Dall'altra parte, anche Golden State dovrà fronteggiare diverse questioni problematiche. Una su tutte ovviamente la difesa su James. L'anno scorso Iguodala fece un ottimo lavoro, costringendo il Prescelto a tirare con il 39.8% dal campo. L'ex giocatore di Sixers e Nuggets possiede il giusto mix di braccia lunghe, atletismo e malizia per provare quantomeno a contenere James. Ci è riuscito con Kevin Durant nella finale di Conference e proverà a ripetersi con l'asso di Cleveland. Il compito sarà certamente più arduo. Iguodala difficilmente reggerà la stazza di James in post, costringendo alcune volte Kerr a mandare Green in aiuto. Questa situazione rischia, però, di creare tiri aperti da tre ai Cavs, che, come ricordato in precedenza, stano tirando meglio di tutti da dietro l'arco in questi playoff. Cleveland dovrà sfruttare quest'aspetto, cercando di andare maggiormente in post rispetto a quanto fatto fin qui. Da questo punto di vista anche Love potrebbe essere un'arma devastante, sia per la sua capacità di finire al ferro e di tirare in allontamento che per le sue ottime qualità di passatore. Nel momento in cui Kerr deciderà di andare con il death lineup, Cleveland dovrà per forza di cose far valere la stazza di James e Love.
La squadra dell'Ohio avrà l'obbligo di abbassare il più possibile il ritmo di gioco e di sfruttare l'abilità a rimbalzo offensivo dei suoi lunghi e dei suoi esterni, un fondamentale che ha portato molti vantaggi ai Thunder contro gli Warriors. Già l'anno scorso Tristan Thompson, uno dei migliori rimbalzisti offensivi della lega, mise in grande difficoltà i lunghi di Golden State. Quest'anno sarà chiamato al medesimo exploit, cercando di creare il maggior numero possibile di second chance points per la propria squadra. Ovvio che una strategia del genere espone i Cavs a dei rischi, come quello di scatenare la transizione offensiva di Golden State quando non riusciranno a cattuare un rimbalzo offensivo. Ma come ribadito in precedenza, a questo punto dei playoff è inevitabile esporsi a dei rischi e Cleveland deve fare delle scelte. Possiede il talento per provare a fare partita pari contro gli Warriors, ma dovrà trovare l'alchimia giusta e sperare in un James d'annata. La certezza è che assisteremo ad uno spettacolo enorme e che difficilmente i 215 Paesi collegati rimarranno delusi.