Per la prima volta in stagione i Golden State Warriors subiscono la seconda sconfitta consecutiva e, con l'inerzia oramai da tempo nelle mani degli Oklahoma City Thunder, sono ad un solo passo dall'eliminazione. Curry e compagni non riescono a trovare le giuste contromisure difensive alle scorribande di Westbrook e Durant e, di conseguenza, anche in attacco perdono ritmo e fiducia, facendosi spesso travolgere dalla foga agonistica e dall'intensità dei padroni di casa. Anche gara-4 va in archivio con un parziale pesantissimo, travolgente, che rende tutti i meriti del caso alla squadra di Donovan, perfetta da inizio playoff a questa parte. Dopo aver eliminato, a sorpresa ma meritatamente, i San Antonio Spurs, la franchigia dell'Oklahoma viaggia verso le Finals NBA, con una sola vittoria da conquistare per avere la meglio anche dei campioni in carica.
Questa l'analisi di coach Donovan: "E' stata una battaglia, il punteggio può ingannare. Siamo stati bravissimi nel primo tempo, chiudendolo con un ottimo parziale a nostro favore. Dopo il loro ritorno abbiamo ripreso a battagliare, a difendere con intensità selvaggia e la differenza si è vista. Tutta la squadra sta facendo la differenza, è ovvio che Kevin e Russell hanno un potenziale offensivo maggiore rispetto agli altri, ma sono contento di come stanno scaricando la palla e la stanno muovendo in attacco. E' una chiave dei nostri successi".
Il protagonista assoluto di serata è ancora una volta Westbrook, autore di un'altra tripla doppia fantascientifica: "Gioco ogni gara come se fosse l'ultima, senza guardare chi ho davanti. E' il mio lavoro, ed il mio lavoro è quello di preoccuparmi solo della mia squadra, e questo e quel che faccio. La serie? Credo che siamo in una ottima posizione, ma non è affatto finita. Questa gara è finita, ora pensiamo alla prossima. Ogni partita, nei playoff, è differente". Gli fa eco Durant, che cerca così di spiegare i motivi dei successi dei Thunder: "Semplicemente proviamo ad essere sempre concentrati ed aggressivi, di giocare semplice e provare a mettere in condizione i compagni di giocare al meglio. Riusciamo ad essere veloci e decisi in attacco, ma anche difensivamente stiamo facendo un lavoro eccelso".
Molto meno loquace ed ovviamente poco soddisfatto coach Steve Kerr: "Dobbiamo rialzarci. L'unica cosa positiva è che adesso torniamo a casa, dove giochiamo molto meglio. L'unica idea che ho ora è quella di andare a casa e provare a vincerne una, provando a mettere pressione sulle loro spalle e vediamo cosa succederà. Curry? Non è infortunato, affatto. Sta tornando dall'infortunio, ma ha soltanto avuto una serata storta. Succede, anche al miglior giocatore del mondo. La pressione del record? No, in alcun modo non c'è altra pressione se non quella di vincere ogni sera. I ragazzi sono sempre stati competitivi ogni notte, e sanno che ai playoff ogni serie parte da 0-0 ed il record non conta niente".
Visibilmente pallido anche Stephen Curry, autore di una prestazione deludente, che ha guardato allo stato d'animo che si vive nello spogliatoio nella speranza di un pronto riscatto in gara-5: "E' chiaro che siamo in difficoltà ed in una situazione molto dura dalla quale rialzarci. Il sentimento più comune nello spogliatoio è la frustrazione, ovviamente, ma la serie non è finita. Individualmente abbiamo bisogno, tutti, di fare un passo in avanti. Ho fiducia in ogni singolo elemento del nostro spogliatoio, ma è ora di dimostrare il nostro valore".