Niente da fare per i Boston Celtics di coach Brad Stevens che ancora una volta, come nella passata stagione, devono cedere il passo al primo turno di playoff ai più quotati ed esperti Atlanta Hawks. La squadra di Budenholzer ha mostrato, anche in gara sei al TD Garden, maggiore quadratura e maggiore personalità nei momenti cruciali della sfida, riuscendo a portare l'inerzia del match dalla loro senza mai far entrare in partita i padroni di casa ed il pubblico di fede Celtics. Una vittoria meritata, quella di stanotte, come quella nella serie, in discussione soltanto in un paio di passaggi a vuoto della squadra della Georgia. 

Visibilmente soddisfatto, al termine della gara in conferenza stampa, coach Mike Budenholzer, che ha sottolineato l'apporto di tutta la squadra nella conquista della vittoria: "E' stato un grandissimo sforzo di squadra. Siamo riusciti a portare la gara dove volevamo, giocando come un collettivo. Non solo i titolari, anche chi si è alzato dalla panchina ha contribuito con un ottimo impatto: Scott, Sefolosha, lo stesso Schroder. Tutti sono stati importanti per portare a casa questa fondamentale vittoria. Siamo molto soddisfatti di quanto fatto fin qui. Inoltre vincere fuori casa ci regala molta autostima in vista del futuro: vincere qui non era facile e ci siamo riusciti imponendo il nostro gioco, è un'iniezione di fiducia molto importante". 

L'aspetto fondamentale del successo, inoltre, viene rimarcato in separata sede: "Difendere come abbiamo fatto, togliendo ritmo al loro attacco davanti al pubblico di casa, è davvero un bel segnale per noi. Sono orgoglioso del modo in cui abbiamo difeso stasera e di come l'abbiamo fatto per gran parte della serie. Adesso pensiamo alla semifinale". 

Di spalla, dopo l'intervento del coach, anche Al Horford ha commentato l'esito del match e l'ipoteca sulla serie: "La cosa che mi ha impressionato maggiormente è stata la nostra capacità di mantenere alta la concentrazione e giocare punto su punto, azione per azione seguendo e rispettando il nostro piano partita provando a sfruttare i nostri punti forti. L'abbiamo fatto davvero molto bene, soprattutto nel terzo quarto quando siamo andati via nel punteggio. La squadra mi ha messo in condizione di prendere tiri in ritmo, di farmi sentire importante sia offensivamente, che in difesa. Adesso abbiamo una grande sfida da preparare: siamo eccitati a riguardo, siamo pronti per giocarcela".  

Coach Brad Stevens, alla seconda eliminazione con i Celtics ai playoff - Source: BostonGlobe

Sensazioni contrastanti, invece, in casa Boston, dove coach Brad Stevens, visibilmente emozionato così come Isaiah Thomas, ha così sentenziato sull'eliminazione della sua squadra, sottolineando in primis il valore e la forza degli avversari, oltre a valorizzare la qualità della sconfitta dei suoi: "Credo che più di ciò che abbiamo fatto non potevamo davvero fare. Loro sono superiori al momento, sono più forti. Abbiamo dato tutto. Vedere la mia squadra lottare in quel modo, nel supplementare di gara 4, mi ha reso orgoglioso: per un gruppo così giovane ed inesperto è un sintomo di crescita nell'animo e nello spirito. Chiaro che la delusione del momento dell'eliminazione è tanta, ma guardo anche alla crescita di questa squadra ed al futuro radioso che ci aspetta. Abbiamo dovuto far fronte a numerose problematiche all'interno della serie, dai problemi di falli di Crowder, ai malanni fisici di Thomas, all'infortunio di Bradley, ma non abbiamo mai mollato e ne vado fiero". 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il play dei Celtics, Thomas, che a stento trattiene le lacrime dopo il KO in gara sei: "E' una sconfitta che fa male, però non abbiamo mai mollato, abbiamo provato a non abbassare mai la testa in tutta la serie e per questo gruppo è molto importante aver dato tutto il possibile per non soccombere. Ho giocato in condizioni precarie, ma non per questo mi sono risparmiato, così come hanno fatto tutti gli altri. Abbiamo moltissimi margini di crescita e possiamo continuare a migliorare. Dobbiamo imparare da queste battaglie per tornare il prossimo anno ancora più forti". Deluso, ovviamente, anche Jae Crowder, che non si è risparmiato nelle critiche verso se stesso: "Non sono riuscito a dare quel che era nelle mie corde. E' stata una serie molto difficile per me, sotto tanti punti di vista, ma non per questo i ragazzi non hanno smesso di credere in quello che potevo dare. Siamo un gruppo speciale e spero che questo conti più di tutto quando torneremo in campo per lavorare ancora assieme".