I Golden State Warriors hanno dato la dimostrazione che tutti si attendevano. Senza il loro giocatore più rappresentativo, i campioni in carica hanno spazzato via gli Houston Rockets con una lezione di gioco, di aggressività ma al tempo stesso di nervi saldi. Serie chiusa sul 4-1 e ora c'è l'attesa per conoscere l'avversario in semifinale di conference, con i Los Angeles Clippers che cercheranno l'impresa contro i Portland Trail Blazers.

Difficile parlare di una partita che in realtà non c'è mai stata, considerando che i Warriors erano già sull'8-0 dopo un minuto e mezzo, e con Green che era già a quota tre assist dopo altrettanti giri di lancette. La macchina architettata da coach Kerr per sopperire all'assenza di Curry produce una pallacanestro immaginifica, con tanti passaggi e conclusioni quasi sempre ad alta percentuale in attacco, ma anche con una gestione ottima della difesa, in cui i continui cambi di marcatura mandano già in crisi i Rockets. Solo Harden - e non potrebbe essere altrimenti - riesce a mettere un po' in difficoltà il sistema difensivo di Golden State: sui venti punti realizzati dalla formazione di coach Bickerstaff nel primo quarto, 18 portano la firma del Barba, a dimostrazione del fatto che a Houston non sono ancora pronti per poter parlare di titolo, o anche solo di finale di conference. Dall'altra parte segnano praticamente tutti, con Livingston e Thompson già in doppia cifra e un attacco che produce 37 punti nei primi dodici minuti. Non ci si ferma un attimo alla Oracle Arena, con Houston che riducono lo scarto nonostante il loro cannoniere sia in panchina, ma sul 41-28 arriva un altro mini parziale di Golden State, per poi assistere al ritorno sul parquet di Green e Thompson, con i quali i campioni in carica sfondano il muro dei venti punti di distacco. Se il primo quarto offensivo dei Rockets era stato limitato, il secondo è ancora peggio, tanto che si va negli spogliatoi sul 59-37.

Si torna sul parquet con la consapevolezza che sulla baia si può già pensare al prossimo turno. Motiejunas e il solito Harden provano a riaprire la questione, portando gli ospiti sul -16, ma non hanno fatto i conti con il solito Thompson, che realizza quattro triple in fila e si avvicina al trentello che di fatto chiude nuovamente la partita. L'unica cosa che resta al Barba per avere un piccolo brivido è proprio la sfida con il numero 11 dei Warriors, ma giocare uno contro cinque non ha mai aiutato nessuno in questo sport: Beasley prova a dare una piccola fiammata dalla lunga distanza, ma la bomba di Rush riporta i Warriors sul +30 nel finale di terzo quarto. In una situazione di vantaggio così ampia, coach Kerr non può fare altro che allargare le rotazioni per dare il giusto riposo alle sue stelle, così entrano in partita anche Varejao e Clark che firmano punti pesanti per l'89-59 di fine terzo periodo. Gli ultimi dodici minuti della partita e della serie si aprono con Houston che prova ancora a dare un ultimo assalto: Harden sfonda il muro dei trenta punti, ma ovviamente non può bastare. Entra in partita anche Barnes assieme a Barbosa, e i punti del tandem portano Golden State oltre quota 100 con gli ospiti che, ovviamente, non riescono a stare nemmeno a ruota. Gli ultimi cinque minuti sono di garbage time puro, la vittoria dei campioni in carica è abbondantemente in ghiaccio. E ora sotto a chi tocca, con o senza Curry.