Pochi giorni fa Cleveland ha battuto per la quarta volta consecutiva i Detroit Pistons di coach Stan Van Gundy assicurandosi le semifinali di Conference. Queste dovrebbero iniziare i primi di maggio a seconda di quando finirà l'altra serie, quella fra gli Atlanta Hawks di coach Budenholzer e i Boston Celtics del giovane Brad Stevens. Chiunque esca vincitrice fra queste due squadre, sarà sicuramente sfavorita contro i Cavaliers, e con ogni probabilità arriverà stanca e provata. Inoltre la squadra di Tyronn Lue ha giocato un basket molto convincente contro i sorprendenti Pistons che non sono riusciti ad arginare lo strapotere tecnico e fisico avversario. Analizzando minuziosamente i dati venuti fuori nella serie, complessivamente Cleveland ha avuto grandi prestazioni da dietro l'arco (41.3% con 34.5 triple tentate di media a partita); anche se al potenziale sconfinato offensivo non corrisponde una difesa particolarmente efficace. Non a caso più volte le partite sono state risolte nei secondi o minuti finali, nei quali le mani di Reggie Jackson e Drummond hanno tremato troppo spesso.

Se guardiamo invece i singoli giocatori, possiamo vedere come i gossip di fine stagione abbiano rinvigorito Irving, il quale comanda i suoi nella classifica di punti fatti con 27.5 a discapito dei soli 4.8 assist. Lebron conferma la sua solidità con 22 punti di media, 9 rimbalzi e 6 assist, tirando dal campo con ottime percentuali; la sensazione è che non si sia sforzato molto a livello offensivo e in partite più importanti possa prendersi più tiri. Persino Love ha risentito positivamente di quest'inizio dei playoff ma per lui dobbiamo fare un discorso a parte: in queste 4 partite infatti ha giocato molti minuti da centro, costringendo Drummond a uscire dal pitturato vista la sua abilità al tiro oppure, nei casi più estremi, Van Gundy è stato costretto a sostituire uno dei centri più forti della lega per adeguarsi al gioco degli avversari. Difensivamente, Lue è riuscito a contenere la forza fisica del 22enne, usando il cosiddetto hack a Drummond, costringendolo spesso a molti giri in lunetta, dalla quale ha tirato con percentuali scandalose (32%), favorendo il compito agli avversari. Menzione speciale va fatta anche per le capacità di J.R. Smith, fondamentale negli allunghi della sua squadra dove ha saputo segnare senza sosta; da tre punti conduce la propria squadra con una percentuale pazzesca di 51%.

Nonostante qualche rischio, prevalentemente in gara 1 e 4, possiamo dire che il primo turno per i Cavs è stato veloce e senza eccessivi sforzi fisici. A questo punto però, serve uno step ulteriore per battere una tra Boston e Atlanta, dato che entrambe le compagini hanno degli allenatori molto tattici e precisi, che potrebbero mettere in seria difficoltà Lue e la sua squadra. Per quanto riguarda i Celtics, non avrebbe senso immaginare una serie sulla stessa falsa riga dell'anno scorso, quando Cleveland non trovò praticamente nessuna resistenza; i giocatori vestiti in verde infatti hanno acquisito una consapevolezza di un basket superiore persino alle proprie aspettative, e con il ritrovato Isaiah Thomas potrebbero far faticare non poco gli avversari. La sfida con Atlanta, allo stesso modo, potrebbe essere un rewind della finale di Conference 2015: anche se Atlanta non sembra più così solida è sempre in grado di impensierire chiunque, vista l'ultima parte di stagione giocata ad alti livelli. Insomma, chiunque Cleveland si troverà davanti dovrà fare sicuramente uno sforzo superiore, e dimostrare di essere la favorita quantomeno per le Finals.