Alla fine, il record che consegna ulteriormente i Golden State Warriors alla storia del basket mondiale è stato ottenuto. Contro i Memphis Grizzlies, nella solita calda e spietata accoglienza della Oracle Arena, la formazione detentrice del titolo ha ottenuto la vittoria numero 73. Forse la più attesa nella stagione più difficile per la compagine di Steve Kerr, ovvero quella della conferma dopo l'anello vinto un anno fa.

L'attesa per questa partita era veramente tanta a Oakland, ma a giudicare dal modo in cui i Warriors giocano il primo quarto, non sembra che ci siano grosse angosce tra i padroni di casa, in particolare per Steph Curry. Il numero 30 realizza sei canestri con i piedi dietro l'arco, e chiude il primo periodo con 20 punti personali, sui 37 di squadra di Golden State, che ipoteca la vittoria già al primo riposo, al quale si arriva con 14 punti di vantaggio. Nel secondo periodo la musica non cambia, visto che Memphis non ci pensa proprio al fatto di accelerare per ridurre il divario, mentre l'ondata dei campioni in carica prosegue senza sosta. E nel corso della gara c'è tempo anche per infrangere un altro record, questa volta personale e riguardante sempre il solito Curry, che in avvio di terzo quarto aggancia il limite delle 400 triple realizzate in una singola stagione.

Di partita, come abbiamo detto prima, non è il caso di parlare, visto che il vantaggio dei Warriors non scende mai sotto le 15 lunghezze e flirta spesso e volentieri con quota 20. I Grizzlies non vogliono rovinare la festa dei campioni in carica e dei loro tifosi, ma poco dopo il record delle 400 triple c'è spazio anche per un po' di paura, sempre riguardante Curry: contatto non convenzionale con Randolph, qualche istante a terra dolorante alla spalla, ma poi la partita del numero 30 prosegue. E prosegue con il solito trantran, visto che il candidato più credibile al titolo di MVP della regular season si incarica di far sfondare il muro dei 100 punti in partita alla propria squadra. Neanche a dirlo, con una tripla, la decima della serata e la numero 402 della sua stagione. E in un quarto periodo che si gioca solo pro forma, l'attesa dei tifosi dei Warriors e degli stessi giocatori è solo per la sirena finale, dopo la quale scatta la festa.

Una festa che non dovrebbe distrarre Kerr e i suoi giocatori dall'obiettivo principale, quello di portare a casa il secondo anello consecutivo. E chissà che il fatto di essersi tolti un simile peso dalle spalle non consenta ai Golden State Warriors di arrivare con il cuore più leggero ai playoff. Gli avversari, Spurs e Cavaliers in primis, sono avvisati.