Otto sconfitte nelle ultime dieci gare stanno rovinando il finale di regular season dei Memphis Grizzlies. Partiti male, anche a causa di un calendario sfavorevole e con voci di esonero riguardanti Dave Jorger, i giocatori della franchigia del Tennessee erano riusciti a inanellare una serie di ottimi risultati a cavallo tra fine novembre e metà febbraio, salvo crollare in questo finale di stagione regolare per l'emergenza infortuni.

Dopo Marc Gasol, operato per ricomporre una frattura al piede, e Mario Chalmers, rottosi il tendine d'Achille sul campo dei Boston Celtics, è ora Mike Conley a dover alzare definitivamente bandiera bianca. Secondo quanto riportato da Espn, il playmaker dei Grizzlies avrebbe già concluso la sua stagione agonistica, anch'egli alle prese con problemi al tendine achilleo. Con Zach Randolph avanti negli anni, acciaccato e ultimamente a mezzo servizio, coach Jorger ha dovuto infatti sperimentare soluzioni e giocatori alternativi. Nel reparto lunghi sono arrivati Chris Andersen e P.J. Hairston poco prima della deadline del 18 febbraio, ma entrambi sono ben presto finiti nell'infermeria del FedEx Forum, riducendo all'osso le rotazioni del loro allenatore. Lo scambio con i Los Angeles Clippers, che ha portato sulle rive del Mississippi Lance Stephenson (con Jeff Green alla corte di Doc Rivers), non è bastato per tamponare l'emorragia nel backcourt, dove Jorger aveva appena perso Courtney Lee, spedito a Charlotte nell'operazione Hairston. Ecco dunque che il general manager Chris Wallace si è ritrovato a dover firmare una serie di contratti decadali (con scadenza a dieci giorni) con giocatori di seconda e terza fascia (Martin, Weber tra gli altri), oltre a pescare nel sommerso Nba, tra coloro che erano stati tagliati in vista del finale di stagione (è il caso di Ray McCallum, ex Spurs e Kings). 

Mancano ancora cinque partite alla fine della regular season di Memphis, che ha dalla sua un record positivo (41-36), ma che ha anche subito un crollo verticale nell'ultimo mese, al punto da rischiare il suo quinto posto ad Ovest, messo in dubbio dalla rincorsa dei Portland Trail Blazers. A due partite di distanza ci sono poi Dallas e Utah, a tre Houston, al momento prima delle escluse nella griglia dei playoff della Western Conference. E il calendario non sorride agli uomini di Jorger, che stanotte ospiteranno al FedEx Forum i Chicago Bulls, altra squadra con l'acqua alla gola e costretta a vincere tutte le restanti partite. Poi i Grizzlies voleranno venerdì in Texas contro i Mavs, in una gara spartiacque per i destini delle due franchigie. In back to back, sabato sera, viaggio alla Oracle Arena contro i Golden State Warriors, a caccia del record di 73 vittorie in regular season. Per finire altra trasferta allo Staples Center in visita ai Clippers e ultima gara casalinga ancora contro i campioni in carica. Insomma, Memphis potrebbe finire la stagione con un record in pareggio tra vittorie e sconfitte, forse sufficiente ad agguantare uno degli ultimi otto posti ad Ovest (anche se le sorprese, anche le meno gradite, sono dietro l'angolo), condannandosi così a un primo turno di playoff già segnato, contro una tra Golden State, San Antonio e Oklahoma City. Sarebbe l'ultima beffa di una stagione sfortunata per una squadra che solo un anno fa faceva tremare Curry e compagni nella semifinale della postseason della Western Conference.