In una stagione fallimentare come quella dei Phoenix Suns, sono poche le cose positive che si riescono a vedere. Devin Booker è una di queste.
Il rookie dei Suns, a poco meno di un mese dalla fine della stagione, sta giocando ad un livello davvero inaspettato ed impensabile ad inizio anno, sorprendendo tutti. Arrivato con la nomea d'essere una “semplice” shooting-guard, Booker, a causa soprattutto degli infortuni di Bledsoe e Knight, ha messo in mostra delle capacità di playmaking e un QI cestistico decisamente oltre le aspettative.
Andando per ordine, il buon Devin si è presentato al Draft del 2015 come una buonissima guardia tiratrice, molto efficace in uscita dai blocchi, nelle così dette situazioni di catch-and-shoot. Merito dei tanti studi fatti sui vari Redick, Korver, Thompson e Beal. E fino a gennaio, questo era emerso. Era però, perché proprio dall'anno nuovo, Booker ha avuto un notevole aumento dei minuti passati in campo e, soprattutto, gli sono stati affidati ruoli e compiti totalmente diversi. È diventato il playmaker della squadra, mostrando qualità ancora assolutamente nascoste e, cosa non da poco, trovando un ottimo feeling con il resto della squadra.
“Credo che nessuno potesse immaginare che avrebbe giocato a questo livello da così giovane,” ha detto Ryan McDonough, GM dei Suns. “Lo vedevamo come una semplice shooting-guard. Vederlo giocare il pick-and-roll e a questi livelli, ci ha davvero sorpresi!”
Come dar loro torto d'altro canto. Tuttavia, Devin, quando gli è stato chiesto se anche lui fosse rimasto sorpreso, è stato abbastanza chiaro: “Diavolo no!” Booker, seppur ridendo quando ha risposto, ha fatto capire però che non si sente una semplice guardia. E dando uno sguardo al suo passato, non gli si può dar torto: all'High School, ha sempre giocato da play, risultando come uno dei più svegli e attenti in quel ruolo. “Non sono mai stato quello più veloce o che saltasse più in alto – dice di sé stesso – Però sono sempre stato quello più intelligente.”
Ecco quindi tornare all'intelligenza, quella che ha reso Devin Booker un giocatore capace di segnare 17 punti di media dall'1 Gennaio ad oggi. E non solo. In questo mese, per 3 volte è andato sopra quota 30 punti e, nella splendida partita dei Suns contro i Warriors, ha chiuso con 11 assist e 0, ZERO, palle perse.
A questo punto sembrerebbe davvero tutto oro quello che luccica. Però, e qui arriva il però, non è così. Come ogni buon rookie che si rispetti, Booker ha ancora delle enormi lacune difensive. Come quasi tutti i giocatori al primo anno, troppo spesso si fa attrarre dalla palla, quindi dall'uomo che sta penetrando, lasciando così libero il proprio avversario. E inoltre, non è ancora sufficientemente “strong”, come ha detto lo stesso McDonough. “Deve essere più forte e capire meglio le rotazioni difensive.”
Sicuramente deve migliorare. Ma, ricordando che ha appena 19 anni, il tempo è decisamente dalla sua parte e ci si sente di dire che, con tutta probabilità, Devin riuscirà a limare questi difettucci.
Ora però, per i Suns, si fa particolarmente complicato. Perché sebbene Booker abbia mostrato grandissime doti e qualità come playmaker, il ritorno di Bledsoe e Knight riporta la situazione al punto di partenza. Cosa fare allora?
Farli giocare tutti e 3 inseme è cosa quasi impossibile. Nessuno di loro, incluso, ha il fisico per poter giocare da 3 e, sia in attacco che in difesa, si andrebbe “sotto”.
Un'idea allora potrebbe essere quella di lasciare Booker in quintetto, così da affiancarlo ad Eric Bledsoe. L'ex Clippers sarebbe il play “ufficiale”, mentre il rookie avrebbe meno responsabilità e potrebbe, in virtù dell'andamento della partita, prendere in mano la situazione soltanto in alcune circostanze. In questa ipotesi, Knight dovrebbe uscire dalla panchina e guidare il secondo quintetto, un po' alla Jamal Crawford.
C'è dunque parecchio da lavorare. La stagione però, ormai al termine, lascia ancora un po' di tempo per sperimentare e cercare l'assetto migliore in vista della prossima, dove si spera i Suns possano tornare ad essere protagonisti ad Ovest. Con un'arma in più: Devin Booker.