Philadelphia 76ers - Boston Celtics 105-120
Tornano a vincere, a segnare ed anche a sperare nel terzo posto i Boston Celtics di coach Brad Stevens, che passano a Philadelphia senza particolari patemi d'animo nonostante le defezioni di Crowder e Jerebko. Dopo un buon inizio dei padroni di casa, Thomas e Johnson rimettono le cose al proprio posto: 20-2 il parziale con il quale gli ospiti confezionano il vantaggio di 28-16 alla prima sirena. Phila non demorde e grazie ad un buon impatto di Landry (10 nel primo tempo, 26 a fine gara) prova a cucire lo strappo. E' Avery Bradley, a riportare però i Celtics in doppia cifra di vantaggio, approfittando dell'inconsistenza offensiva e difensiva dei padroni di casa. Boston abbassa notevolmente i ritmi del match, gestendo il vantaggio che all'intervallo recita sempre +11 (55-44).
Nella ripresa gli ospiti non archiviano la pratica, sedendosi sul vantaggio e lasciando sempre la porta aperta alla rimonta dei Sixers, che nonostante le pessime percentuali realizzative provano a scuotersi grazie alle triple nel finale di Thompson e McConnell, che valgono il -8. Thomas realizza il più nove alla sirena, con un canestro che risulterà molto pesante. L'inerzia della rimonta arride però ai padroni di casa, che cavalcano Landry: altri sei punti personali permettono a Phila di portarsi addirittura sotto di 4 (87-91). La rimonta dei Sixers si arresta sul più bello, con Smart, Sullinger e Thomas che piazzano i canestri per l'allungo decisivo.
New Orleans Pelicans - Los Angeles Clippers 109-105
Clamoroso allo Smoothie King Center, verrebbe da dire. I New Orleans Pelicans, privi di Anthony Davis per il resto della stagione e senza alcun mordente e velleità di classifica superano i Los Angeles Clippers di un Doc Rivers visibilmente contrariato a fine gara. Dopo un avvio di gara dominato in lungo ed in largo, gli ospiti si rilassano fin troppo lasciando campo ai padroni di casa che, con il passare dei minuti trovano fiducia e ritmo in attacco, che uniti ad una maggiore leggerezza d'animo dovuta ad una pressione inesistente sulle proprie spalle, ha contribuito all'upset più clamoroso della notte.
Eppure a partire meglio erano stati i Clippers, trascinati dai 12 punti dei 24 finali di JJ Redick, scatenato sia dall'arco che in penetrazione (20-11). Rimonta e sorpasso confezionati a cavallo dei primi due quarti da Douglas, Holiday e dalla tripla di Frazier, impeccabile dalla panchina con 17 punti. I Clippers avanzano al piccolo trotto, senza mai accelerare più di tanto: le fiammate di Paul, Crawford e Redick valgono però il vantaggio all'intervallo. E' l'inizio ripresa che stronca le velleità dei Clippers, che realizzano un sol punto (un tiro libero da tecnico di Crawford) nel giro dei primi 7 minuti di frazione: Asik domina il pitturato, ma nonostante ciò il vantaggio dei padroni di casa è di soli 8 punti (65-57). Paul riprende le redini del gioco in mano, ma i losangelini sembrano essere usciti definitivamente fuori dalla gara, con la testa e con il corpo. Douglas firma il più 11, prima che Frazier e Babbitt mettano un freno ai tentativi di rimonta ospiti. A metà dell'ultima frazione sono Jordan, Redick e Crawford a provare la disperata rimonta, con le triple di quest'ultimo e di Paul nell'ultimo minuto che permettono alla squadra di Rivers di riportarsi ad un tiro di distanza. Sono però Holiday e Babbitt, dalla lunetta, a chiudere meritatamente i giochi per la compagine di casa.