È Russell Westbrook l'uomo che sta continuando a scrivere pagine incredibili della storia del basket a stelle e strisce, e nella notte è successo ancora qualcosa di pazzesco. Il playmaker (si fa per dire) degli Oklahoma City Thunder ha contribuito alla vittoria interna contro i Los Angeles Clippers, allontanando così i più immediati rivali per il terzo posto nella Western Conference, ma è stata la sua prestazione individuale a far drizzare i capelli a chi ha visto la partita, o chi ha semplicemente guardato il referto dopo la sirena finale. 25 punti, senza nemmeno tirare troppo o troppo male, con 11 rimbalzi e soprattutto 20 assist. Per rivedere cifre simili, bisogna tornare al 1988, quando arrivò dalle mani di Magic Johnson l'ultima tripla doppia con almeno 25 punti, 10 rimbalzi e 20 assist. E con un protagonista così, la formazione di coach Donovan non poteva davvero perdere questa partita.
Anche perchè Westbrook aveva deciso di iniziare bene la serata, assistendo i primi sei canestri, poi sette dei primi otto e infine otto dei primi dieci in casa Thunder, con un parziale che recitava 26-20 in favore dei padroni di casa proprio allo scoccare dell'ottavo passaggio a canestro del numero 0, il quale nel frattempo era fermo a soli 4 punti. E i Clippers? Con Paul alle prese con la sua solita partenza a ritmo lento, ma comunque capace di servire 5 assist in metà quarto, era soprattutto Jordan a tenere a bada l'ondata di OKC, con 10 punti nel solo primo periodo e con una buona circolazione di squadra, come testimoniano le triple di Crawford e Rivers. La panchina di Oklahoma City entra bene in partita, con Kanter che infila sei punti consecutivi e porta i suoi sul +10 al primo intervallo. I punti dell'ex Jazz diventano otto in avvio di secondo quarto, con Westbrook che è già in doppia cifra di assist dopo appena 16 minuti, mentre una bomba di Redick portava Los Angeles sul -6. In realtà è Crawford il Clipper più "caldo" sul piano realizzativo, mentre continua il duello a suon di assist tra i due playmaker in campo: Paul inizia a salire di tono, mentre Westbrook è già in doppia doppia con il canestro che vale il 57-52 con cui si entra negli ultimi tre minuti. Il numero 0 dei Thunder decide di mettersi in proprio, e firma i sette punti con cui la sua squadra respinge il tentativo di sorpasso dei Clippers, che vanno comunque a riposo con due soli punti da recuperare.
Jeff Green piazza le due bombe che valgono il pareggio in avvio di terzo periodo, mentre Durant dall'altra parte inizia a mettersi in ritmo e Westbrook riprende da dove aveva lasciato, ovvero con canestri pesanti e soprattutto con assist di spessore. Così OKC allunga nuovamente sulla doppia cifra di vantaggio in un quarto in cui la forza offensiva di Los Angeles cala in maniera drastica, e i Thunder ne approfittano per prendersi un altro margine importante. Sono Paul e Aldrich a provare a suonare la carica per gli ospiti, con un paio di canestri che mantengono abbordabile la distanza da ricucire, ma la bomba di Durant e il layup di Singler restituiscono dieci lunghezze di vantaggio ai padroni di casa, all'alba dell'ultimo quarto. Si riprende con Durant e Morrow che sparano con i piedi dentro l'arco e danno per la prima volta un vantaggio di 18 punti ai Thunder, i quali approfittano di un inizio di quarto periodo a dir poco complicato per l'attacco dei Clippers. Westbrook si avvicina all'impresa personale con il canestro al quale fanno seguito quelli di Singler e Kanter, con una gestione delle rotazioni che consente a Donovan di avere anche un KD più fresco nel finale, anche se non sembra esserci aria di partita tirata. Redick spara tre bombe in fila, ma l'unico effetto ottenuto è riavvicinare L.A. fino al -12, ma sembra ormai troppo tardi per rimontare, anche perchè Durant spara un'altra bomba e il canestro di Roberson con due minuti e mezzo sul cronometro pone fine alle ostilità.