Nonostante le innumerevoli difficoltà affrontate, i Boston Celtics di Brad Stevens la spuntano anche sugli ostici Utah Jazz, confermando l'imbattibilità del catino di casa (11 vittorie di fila al TD Garden) ed anche il terzo posto in solitaria nella Eastern Conference. Crowder e Thomas ribaltano l'iniziale svantaggio, facendo fronte con una difesa coriacea ed ermetica alle difficoltà offensive. Favors ed i suoi non riescono, complici anche le rotazioni discretamente corte, a mantenere il vantaggio nella ripresa, quando la freschezza atletica e l'intensità dei padroni di casa hanno fatto la differenza.
Inizio a rilento per entrambe le squadre, che faticano ad entrare in ritmo in attacco. Dopo il 9-9 iniziale, sono Hayward e Favors a mandare avanti gli ospiti: la tripla della guardia da Duke e quattro di Mack consegnano otto punti di vantaggio ai Jazz sul 22-14, con Boston che affretta troppo le conclusioni soprattutto con Thomas. Il minuto playmaker si riscatta però con sei punti personali nel finale, tutti di fila, che consentono ai Celtics di chiudere a contatto nel punteggio il primo parziale. Uno scatenato Lyles, a cavallo tra primo e secondo quarto, sembra dare la sterzata decisiva alla gara: sono undici i suoi punti di fila, che permettono a Utah di volare addirittura sul più tredici (36-23). La panchina di Boston fatica ad entrare in partita e, in ritmo come il quintetto: Stevens pesca l'uomo che non ti aspetti dalle rotazioni, che riesce a scuotere i padroni di casa. E' Mickey, grazie a tre punti ma soprattutto a tanta intensità difensiva (3 rimbalzi e due stoppate) a dare entusiasmo ai C's, che grazie ai canestri di Turner, Sullinger e Bradley tornano a contatto a fine primo tempo (43-46).
Terzo quarto che invece non rispecchia affatto l'inizio di gara: da una parte Favors mette a soqquadro l'area difensiva dei Celtics firmando sette punti in un amen, dall'altra è Thomas a rispondere pan per focaccia alle fiammate degli ospiti. La gara diventa bella equilibrata, con Utah che però tiene sempre la testa avanti nel punteggio: Hood ne piazza cinque di fila, con una tripla, prontamente pareggiata da Crowder, che inizia a salire di colpi anche in attacco. La gara vive di fiammate individuali e, sul finire del quarto, prima Lyles (che chiuderà con 18 punti e 10 rimbalzi) e Smart si sfidano a distanza, poi è Zeller a chiudere per il -1 dei Celtics con quattro liberi di fila. La lucidità offensiva degli ospiti inizia a calare alla distanza, con Hayward e compagni che trovano soltanto tre punti nei primi quattro minuti di ultimo quarto: la tripla di Mack illude Stotts, costretto a subire l'aggancio ed il sorpasso per mano della tripla di Jerebko e dei quattro punti di fila di Bradley (81-76). La difesa di Boston sembra poter fare la differenza, ma il ritorno in campo del quintetto dei Jazz rimette la contesa in parità: prima Gobert, poi Hood con cinque punti firmano il controsorpasso sull'87-85. Il finale è emozionante, con le squadre che si avvicendano a ripetizione in testa alla gara: Sullinger impatta dalla lunetta, Hayward spariglia il punteggio, Thomas e Crowder iniziano un duello con Mack, che mette la freccia per gli ospiti due volte.
Ancora Avery Bradley firma il nuovo più uno di Boston, ma è il nuovo acquisto dei Jazz, da oltre l'arco dei tre punti, a gelare il TD Garden a 45" dalla sirena conclusiva (93-95). Boston non si disunisce, anzi, trova linfa da questa situazione di difficoltà e si compatta per il rush finale: Crowder risponde dalla distanza, Bradley stoppa Hayward e chiude la contesa dalla parte opposta con tre liberi che danno il successo ai padroni di casa.