"Diaw? ci ha fatto male. Molto male". Così parlò Michael Malone, head coach dei Denver Nuggets. E, del resto, non poteva essere altrimenti: nella gara contro i figli di Mile High City, il 33 degli Spurs ha scritto 16 partendo dalla panchina, chiudendo una settimana aperta dai 14 in 25 minuti agli Indiana Pacers.

Eppure le cifre di questa stagione non sono certo dalla parte dell'ex Suns e Bobcats. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, infatti, sono calati minutaggio (27.4 - 18.9), numero di tiri presi (7.6 - 5.3, ma con il 51.6% dal campo che rappresenta un netto miglioramento rispetto al 46.4 dal 2015), rimbalzi (4.9 - 3.3) e assist (3.5 - 2.4). Ma, come dovremmo aver imparato bene, dati e statistiche sono l'ultimo dettaglio utile per giudicare l'impatto e l'importanza di un singolo giocatore all'interno del sistema di coach Popovich.

E, nel caso di Diaw, è un principio che si deve tenere sempre presente. Innanzitutto il ridotto minutaggio è spiegabile dal fatto che, con l'arrivo di Aldridge e West nel reparto lunghi, Pop abbia saggiamente optato per concedere quanto più riposo possibile a Duncan e, appunto, a Boris, in modo da averli freschi e lucidi nei momenti che contano. Una scelta che sta pagando grossi dividendi, come evidenziato dal confronto tra le shot chart del nativo di Cormeilles-en-Parisis:

Stagione 2014/15
 
Stagione 2015/16
 

Il dato che balza subito all'occhio è il 53/79 (67.1%) nel pitturato: più del 7.2% rispetto al resto dell'intera lega. Di contro, ci sarebbe da registrare un calo nelle conclusioni dal cosiddetto mid-range (27.3% - 36.8), ma questo appare più il frutto di una precisa scelta di gioco che non di un peggioramento complessivo nella qualità dei long two: è sotto gli occhi di tutti, infatti, come gli Spurs versione 2015/2016 siano molto più propensi a far muovere la palla sotto i tabelloni rispetto al recente passato. Così come è sceso il numero di triple tentate: appena una a partita rispetto alle 2.4 dell'ultima stagione: il che significa che Diaw tira da dietro l'arco solo quando è completamente libero, come testimonia l'aumento di oltre 5 punti percentuali (da 32 a 37.5) rispetto al dicembre 2014.

Minuti di qualità, quindi, con reciproci benefici per giocatore e squadra. Perché se da un lato Boris gioca meglio e segna di più (circa 0.34 punti al minuto, rispetto al precedente 0.33), dall'altro anche San Antonio beneficia della freschezza e del vigore che il nostro (e, naturalmente, Tim Duncan) riesce a garantire quando viene chiamato in causa dalla panchina. Così come conferma Tony Parker: "Sta giocando molto bene. Si sta prendendo cura del suo corpo e, personalmente, non credo di averlo mai visto così in forma".

Ma, se proprio non si vuol dare credito alle parole, basta guardare ai fatti: l'anno scorso, dopo 32 partite, gli Spurs erano 19-13; quest'anno sono 26-6. E, in fin dei conti, è questa l'unica statistica che conta davvero.