Ci risiamo, la sconfitta all' ultimo secondo 100-99 contro gli Oklahoma City Thunders ha riaperto le solite crepe all'interno dei Los Angeles Clippers. Ancora una volta l'interrogativo principale è quale tipo di squadra possano essere questi Clippers: finalmente pronti a vincere  un titolo, o eterni incompiuti?

Le mosse di mercato estive, volte ad allungare ed aumentare la qualità della panchina anche in termini di leadership, e il regolamento di alcune questioni di spogliatoio sembravano essere la strada giusta per svoltare definitivamente e togliersi di dosso l'etichetta di eterni incompiuti; tutto sommato anche le prime partite avevano dato l'impressione dell'avvenuto turning point. Invece nell'ultimo periodo, ed in particolare nell'ultimo weekend, ecco riaffiorare i vecchi fantasmi, con il culmine della sconfitta contro i Thunder, che rappresenta la quarta partita persa contro le big dell'Ovest. E allora che squadra sono i Clippers? Il rischio è quello di essere una squadra a metà tra l'essere vincente ed essere la solita eterna incompiuta.

I Clippers sono capaci di tutto: possono vincere con chiunque, ma anche perdere con chiunque; possono controllare e trovarsi avanti tutta la partita e alla fine perderla, e questo potrebbe succedere anche contro uno dei top team. Sicuramente i Clippers sono ancora una squadra in costruzione, perchè è evidente che i nuovi arrivi non si sono ancora integrati con chi già c'era, e le continue rotazioni ( alcune anche improbabili) denotano la ricerca di un equilibrio e della giusta combinazione tra i giocatori del roster. Sicuramente a Los Angeles credevano di essere molto più avanti da questo punto di vista ( specie pensando ai costi del roster), invece i fatti dicono il contrario. Prendendo a paradigma l'ultimo match contro i Thunder, esemplificazione di tutta la situazione Clippers, ha fatto rumore l'esclusione di Josh Smith, uno degli acquisti più importanti dell'estate dopo averlo strappato ai Rockets, a favore di Aldrich, che finora il campo lo aveva visto molto poco. Rivers si è detto soddisfatto di lui ed ha assicurato che troverà molto più spazio nelle rotazioni; gli altri componenti del roster sommessamente hanno solidarizzato con Smith, perciò attenzione alla situazione spogliatoio... certo Smith non sarà felicissimo, anche perchè c'è il rischio che i giocatori vadano in confusione su quello che è il loro ruolo all'interno del roster.

Ma la partita contro i Thunder ha evidenziato un altro solito problema dei Clippers: finora abbiamo parlato di equilibrio del roster, di rotazioni, di una panchina che è stata allungata in modo da dare maggior supporto alle star; se si va a leggere le statistiche del match, si scopre che la panchina dei Clippers, con Aldrich e Stephenson in prima linea, è stata più produttiva di quella dei Thunder. Quello che è mancato ai Clippers è stato l'apporto dei loro uomini franchigia, ossia Paul e Griffin. Confrontando le loro statistiche con quelle di Durant e Westbrook, la bilancia pende decisamente a favore della coppia Thunder. Ciò apre all'ormai annosa questione: Paul e Griffin sono davvero superstar in grado di guidare una franchigia al titolo, o sono degli straordinari giocatori che però spariscono nel momento del bisogno? I fatti darebbero ragione ai sostenitori della seconda ipotesi; personalmente non mi sbilancerei perchè queste cose le dicevano anche di Jordan e Bryant, e sappiamo come è andata la storia, ma è innegabile chei due devono lavorare ancora per compiere definitivamente questo salto di qualità. Emblematico il finale di partita: Durant firma il canestro del sorpasso a 5" dalla sirena, rimessa Clippers e palla a Paul (non in una posizione così comoda per tirare) che viene stoppato da Durant. Ora Durant non è che sia propriamente il miglior difensore della Lega, però quando entra in modalità playoff lo diventa, e riesce ad esserlo per quasi tutto il match.

Il finale di partita dimostra anche un'altra grave mancanza dei Clippers, non solo dei suoi due big: la mancanza di continuità nell'intensità di gioco. Concetto espresso anche da Rivers nel post-gara: "Se giocassimo sempre con quel tipo d'intensità, vinceremmo tutte le partite" ha dichiarato. Verissimo perchè i Clippers non giocano sempre con "quel tipo" d'intensità necessaria per vincere partite consecutivamente ed aprire serie importanti come quelle degli altri top team dell'Ovest. Anche i giocatori concordano su questo e dicono che stanno lavorando duro per trovare i giusti equilibri e per poter fare il salto di qualità ed arrivare al livello di Warriors o Spurs; devono farlo se vogliono togliersi di dosso l'etichetta di "mad Team": in fondo, nonostante tutto, non sono messi male e possono mantenere comunque un'ottima posizione playoff nella spietata tonnara della Western Conference.