PHILADELPHIA 76ERS – UTAH JAZZ 71-99

Enorme prova di squadra degli Utah Jazz che passeggiano su dei Sixers in evidente difficoltà non solo di gioco, ma anche mentale. 71 punti rappresentano un attacco sterile che manda sì in doppia cifra 5 giocatori, ma con 12 punti Stauskas e Grant, con 10 Thompson, Caanan e Okafor. Quest’ultimo non è riuscito a ripetere l’exploit dell’esordio (26), sovrastato dal solito Gobert da 6 stoppate. Nelle file dei Jazz, che dominano regolarmente ogni quarto di gioco e chiudono oltre il 50% da tre (ma solo col 41% dal campo) e perdono solo 8 palloni contro i 19 avversari, c’è sugli scudi un ottimo Derrick Favors, ancora protagonista con 20 punti e 12 rimbalzi. Doppia cifra anche per le shooting guard Hood (17) e Alec Burks, letale in uscita dalla panchina con 15 punti e 6/8 dal campo. Una giornata in ufficio per Utah, che compie al meglio il suo lavoro e porta a casa la vittoria.

BOSTON CELTICS - TORONTO RAPTORS 103-113

Dopo un primo tempo sul filo dell'equilibrio, i Toronto Raptors rompono l'incantesimo nel terzo quarto e si costruiscono il vantaggio che permette loro di raggiungere la seconda vittoria in due gare. A farne le spese sono i Boston Celtics, ai quali non basta il solito grande contributo di una panchina da 61 punti (di cui 25 di Isaiah Thomas). Toronto trova i punti nelle mani degli esterni, 65 totali combinati tra DeRozan, Ross e Carroll. Dominio anche a rimbalzo per i canadesi in una partita caratterizzata da percentuali non altissime ma in cui si è tirato e corso tanto, e tanti sono stati anche gli errori. Ha vinto la squadra che ha dimostrato di essere più "avanti", mentre per Boston c'è ancora molto da lavorare sulle rotazioni per cercare un equilibrio che ancora manca.

ORLANDO MAGIC - OKLAHOMA CITY THUNDER 136-139 (2ot)

Notte di follia all'Amway Center di Orlando. Alla fine a spuntarla sono dei Thunder che hanno cominciato a giocare dopo 36 minuti, ma quanto hanno cominciato lo han fatto seriamente nella miglior maniera possibile. Infatti sorprendentemente i Magic conducono per quasi tutta la gara appoggiandosi su un Vucevic stellare (26) e con percentuali altissime, mentre dall'altra parte è Durant che tiene contatto i suoi, prima che nel finale arrivi anche il partner-in-crime Russell Westbrook: è lui a mandare tutto al primo overtime, dopo una bomba per parte, prima di Durant e poi di Oladipo, con un tiro da tre alla disperata da 10 metri con tanto di tabella difficilmente dichiarata. Ma non ci si illuda che possa essere finita, perchè i tre punti di vantaggio di OKC, costruiti ancora da Westbrook (alla fine 48 per lui, con 11 rimbalzi e 8 assist), vengono dilapidati ancora daun enorme Oladipo in aria di tripla doppia (21+13+10), autore di un'altra tripla assolutamente folle, ai livelli della precedente. Ma nel secondo overtime Russ continua nelle sue intenzioni bellicose, Durant ci aggiunge qualche canestro qua e là e Orlando si ritrova atterrita dai 91 punti totali della premiata ditta KD-Russ. Il 35 chiude la partita e la porta in faccia con la doppia stoppata prima su Fournier e poi su Oladipo, che stavano provando a prolungare ulteriormente la gara dopo un libero sbagliato da Westbrook. Ottima prova anche di Harris e Fournier, rispettivamente 30 e 22. Gordon 15 in uscita dalla panchina. Orlando lancia buoni segnali, ma Durant e Westbrook in queste condizioni fanno paura.

ATLANTA HAWKS - CHARLOTTE HORNETS 97-94

L'esperimento del doppio playmaker in quintetto funziona, anche se col brivido. Mike Budenholzer in assenza di Korver ha deciso di lanciare Schroder in quintetto vicino a Teague. Convivenza che per gli Atlanta Hawks si è dimostrata vincente, anche se con qualche brivido, perchè gli Charlotte Hornets sono rimasti sempre a contatto in una gara vissuta di parziali, alla fine vinta da Atlanta sul filo di lana, con Kemba Walker che ha avuto tra le mani la palla dell'overtime. Charlotte paga le pessime percentuali degli uomini chiave e soprattutto le troppe palle perse, le quali hanno generato ben 26 punti agli Hawks, bravissimi quando si tratta di correre in contropiede e far circolare il pallone. I due play-velocisti hanno chiuso entrambi a quota 14 in una gara dalle percentuali basse, in cui il top scorer è stato Bazemore a quota 19. Un buon Batum per Charlotte: 14 con 11 rimbalzi, ma anche 7 palle perse.

MILWAUKEE BUCKS - WASHINGTON WIZARDS 113-118

I piccoli di Washington battono i grandi di Milwaukee. Il progetto dei Bucks del quintetto oversize fatica a decollare, com'è normale che sia, mentre i più collaudati Wizards strappano una vittoria al Bradley Center grazie a uno strepitoso quarto quarto chiuso con un parziale di 36-21. Milwaukee era stata in controllo grazie alle ottime prove di Giannis Antetokounmpo (27 punti e 9 rimbalzi, oltre che un'affondata a una mano sulla testa del povero Nene) e Greg Monroe, 22. Le guardie di Washington però combinano favolosamente per 68 punti totali e 21/38 dal campo che tagliano le gambe ai Bucks nel quarto quarto, in particolare Sessions e Beal, innescati dal solito Wall che ci mette anche 10 assist.

SAN ANTONIO SPURS - BROOKLYN NETS 102-75

Panico nel primo tempo, velluto nel secondo. Gli Spurs mostrano la faccia cattiva nei primi 24 minuti e soffrono oltremodo dei Brooklyn Nets che non demeritano totalmente e che sono bravi a sfruttare le tante incertezze dei neroargento, ancora da allestire totalmente, ma che quando si infiammano non sono facili da fermare. Il primo tempo complicato si può spiegare con lo 0/5 di Leonard (che alla fine chiude con 16 punti) e qualche palla persa di troppo, nonostante un buon Aldridge ancora da oliare e un Parker che specialmente all'inizio ha folgorato la difesa. Nel secondo tempo tutta un'altra storia: 34 punti nel solo terzo quarto frutto di un attacco che comincia a far girare la palla come desiderava Pop e un Danny Green lucidissimo in difesa che toglie di fatto dalla partita Joe Johnson. Anche due buzzer beater nel primo tempo: Rasual Butler nel primo quarto, Ginobili (12+5+4) nel secondo. Solito contributo significativo di Duncan, spazio anche per Marjanovic, già idolo dell'AT&T Center, nel finale. Disastro Johnson nei Nets, che si consolano con un ottimo Hollis-Jefferson e la solita concretezza di Brook Lopez. Ma sono magre consolazioni.