Il basket in Texas si è sempre respirato come qualcosa di magico e soprattutto negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a delle spettacolari sfide tra queste tre franchigie, in particolar modo tra Dallas e San Antonio, vero e proprio derby da quando Nowitzki e Duncan hanno iniziato a scaldare la lega con le loro giocate. E come dimenticare Houston, una città che Hakeem Olajuwon ha portato sulla cartina geografica del basket anni fa e che, dopo nomi illustri passati per il Toyota Center, nel recente passato è arrivata ad un passo dal giocare le Finals. Sicuramente queste sono tre squadre dal grande valore che si candidano come pretendenti al titolo e, dopo un mercato che le ha rinforzate parecchio, cercheranno di imporsi sul resto della lega.
Houston Rockets
Sicuramente una grande delusa dall'anno scorso, con le finals sfiorate dopo dei grandi playoff ed una serie da cardiopalma contro i Clippers dove, sotto 3-1 e sul -19 nel terzo quarto di gara6, è riuscita a ribaltare la situazione e a conquistare le finali di conference, traguardo che mancava da ben dieci anni. La squadra che riparte per questa nuova stagione riparte da delle basi solide e dagli stessi protagonisti, con qualche aggiunta di valore come Ty Lawson, vero e proprio colpo dell'estate in casa Rockets, ottimo playmaker che in carriera ha dimostrato di essere un ottimo realizzatore (14.2 punti di media) e di avere il sangue freddo quando c'è da prendere l'ultimo tiro. Si candida a tutti gli effetti ad essere il playmaker titolare della squadra. Altro ottimo colpo di mercato è stato Marcus Thornton, in uscita da Sacramento, che ha sempre dimostrato di sapersi calare nel ruolo di riserva di buon livello.
La squadra texana ha però perso Josh Smith, finito a Los Angeles sponda Clippers, che lo scorso anno era arrivato a stagione inoltrata ed riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo affiancando Howard nel ruolo di lungo titolare: la dirigenza ha preferito non intervenire per dare fiducia a Donatas Motiejunas che nella passata stagione aveva dimostrato ottime cose fino al momento del suo infortunio. Nel ruolo di ala grande McHale è deciso a puntare forte anche su Sam Dekker, scelto con la 18esima scelta all'ultimo draft e reduce da un'ottima stagione con Wisconsin dove è arrivato fino alla finale Ncaa. Lo zoccolo duro della squadra rimane lo stesso, con la coppia assodata Harden-Howard, affiancati da un supporting cast di tutto rispetto con nomi come Trevor Ariza, Corey Brewer, Terrence Jones e Jason Terry. Da verificare ancora le condizioni di Patrick Beverley, grande assente degli scorsi playoff per un brutto infortunio ma che sembra ormai pronto per tornare a pieno ritmo nelle rotazioni di coach McHale. La stella - non ci sono dubbi su chi sia l'uomo franchigia; James Harden è il vero trascinatore della squadra e, dopo aver portato il suo gioco ad un livello superiore (inserito nel primo quintetto della lega nelle ultime due stagioni), proverà a ripetersi anche quest'anno e a vincere il titolo di Mvp che si meriterebbe anche.
Starting Five: Lawson, Harden, Ariza, Motiejunas, Howard
Record Previsto: 57-25
Record Preseason: 2-4
Dallas Mavericks
Il mercato ha abbondantemente stravolto la franchigia di Mark Cuban e, dopo l'ennesima stagione deludente dopo il titolo del 2011 (usciti al primo turno contro i Rockets), il magnate di Pittsburgh ha deciso di intervenire pesantemente sul mercato per offrire a coach Carlisle una squadra di prima fascia con l'obiettivo di tornare competitivi fin da subito.
Il perno intorno a cui ruota il progetto è sempre lui, Dirk Nowitzki, che è ormai arrivato alla diciottesima stagione con la casacca bianco-blu e da contratto questa dovrebbe anche essere l’ultima. Intorno a lui è stato costruito un roster di primissima fascia: il colpo dell’estate in casa mavs è sicuramente Deron Williams che, nonostante le ultime stagioni a Brooklyn parecchio sottotono, rimane un possibile all star e cerca il riscatto in terra texana. Sotto le plance è arrivato Javale McGee e si è detto sin da subito entusiasta di sposare il progetto e desideroso di riscattare la brutta parentesi in maglia sixers. Sarà chiamato a sostituire Tyson Chandler che nel frattempo si è accasato a Phoenix. Molte sono state le partenze in estate: Amar’è Stoudemire finito a Miami, Al Farouq Aminu che ha scelto di andare in Europa firmando al Fenerbahce, due piccoli letali come Rajon Rondo (Sacramento) e Monta Ellis (Indiana), Jae Crowder ha sposato il progetto Celtics mentre Brandan Wright, dopo una piccola parentesi a Phoenix, si è accasato alla corte dei Memphis Grizzlies.
Gli innesti sono stati di grande rilievo: oltre a Williams, nel reparto piccoli un altro pezzo da novanta è arrivato da Portland, quel Wesley Matthews che lo scorso anno è stato una bocca da fuoco nel tiro da 3 punti tanto da meritarsi la convocazione per la gara dalla lunga distanza all’All Star Game. Il giocatore è reduce da un brutto infortunio ma i segnali delle prime settimane di training camp sono molto positivi. Nel reparto lunghi coach Carlisle ha visto arrivare due veterani come il georgiano Zaza Pachulia, proveniente da Milwauckee, e Samuel Dalembert, lo scorso anno ai Knicks.
La stella – il giocatore al centro del progetto rimane Dirk Nowitzki che, a fronte dei suoi 37 anni, è ancora la stella della squadra e il riferimento principale per tutti i giocatori. E’ arrivato quasi alla fine della sua carriera e in molti momenti le gambe non sono più quelle di un tempo: se non è in condizione ottimale tende a calare vistosamente alla distanza (gli ultimi europei sono stati l’esempio lampante) ma tenterà comunque di dare il meglio di sé per tentare l’ultimo assalto a quell’anello che ha potuto alzare nel 2011.
Starting five: Williams, Matthews, Parsons, Nowitzki, McGee
Record previsto: 52-30
Record Preseason: 0-4
San Antonio Spurs
Eravamo rimasti alla serie contro i clippers decisa solo all’ultimo tiro di gara7 in una delle più belle serie degli ultimi anni: sembrava la fine di un’era con i presunti ritiri di Duncan e Ginobili; invece ci ritroviamo qui ancora con i big three a disposizione e con due innesti di primissimo livello. In estate infatti gli Spurs si sono accaparrati uno dei pezzi più pregiati che il mercato dei free agent metteva sul piatto, quel Lamarcus Aldridge che mezza lega ha cercato di strappare ma che alla fine ha sposato il progetto tecano. Oltre all’ex Portland anche David West ha firmato al minimo salariale per cercare di vincere un titolo che manca al suo palmares, dichiarando nei giorni scorsi che alla sua età i soldi non contano.
E’ stato un mercato molto movimentato in uscita per gli speroni: molte sono state infatti le pedine tolto dalla scacchiera di Gregg Popovich, in primis il nostro Marco Belinelli che ha scelto di andare a Sacramento per alzare qualche milione in più. Stesso discorso per Cory Joseph che ha cercato fortuna a Toronto mentre Thiago Splitter e Aaron Baynes hanno cambiato conference firmando rispettivamente per Atlanta e Detroit. In entrata, oltre alle due bocche da fuoco sopra citate, si annoverano i nomi di Jimmer Fredette in uscita da New Orleans e Rasual Butler da Washington. In evidenza la firma di Boban Marjanovic, centrone serbo di 222 cm che nelle ultime stagioni si è messo in mostra a livello europeo con la Stella Rossa di Belgrado.
Il progetto della squadra dell’alamo ruota sempre intorno alla stella polare guida, quel Tim Duncan che a quasi 40 anni tenta l’ennesima rincorsa al titolo, e dal supportino cast di fiducia formato da Parker e Ginobili, che inseguono il loro quinto titolo potenziale. Occhi puntati anche su Kawhi Leonard, sempre più stella emergente e oramai affermata dopo le ultime due entusiasmanti stagioni, e a Boris Diaw che, chili di troppo a parte, quando gioca con il suo gemello francese sale sempre in cattedra. Patty Mills sarà ancora il playmaker di riserva, dando minuti di qualità e di intensità sulla scia di quanto di buono dimostrato negli ultimi due anni.
La stella – senza dubbio rimane Tim Duncan l’uomo franchigia. Una leggenda, l’uomo della storia che ha dato spessore a questa franchigia e l’ha trascinata verso cinque titoli. Probabilmente questo sarà l’ultimo anno per lui e ad aprile spegnerà 40 candeline; da quest’anno sotto canestro avrà il supporto di un all star come Aldridge e quindi una bocca da fuoco potenzialmente devastante. Un altro violino per il duo Tim-Pop per l’ultimo valzer.
Starting Five: Parker, Green, Leonard, Aldridge, Duncan
Record previsto: 60-22
Record Preseason: 1-3