La stagione ufficiale non è ancora iniziata, ma Rajon Rondo ha già cominciato a far parlare di sè. Non tanto per le sue prestazioni in preseason con la nuova maglia dei Sacramento Kings, finora peraltro tutt'altro che entusiasmanti (con tanto di airball tirato ai liberi in una gara di pochi giorni fa), ma per il suo rapporto con George Karl, allenatore scelto da Vlade Divac per rilanciare una franchigia reduce da un decennio di insuccessi e delusioni. E del feeling con il suo coach è stato lo stesso Rondo a parlare, in un'intervista concessa a James Ham per Cowbell Kingdom: "Il nostro rapporto non sta andando granchè bene - le parole del playmaker dei Kings - abbiamo avuto un paio di discussioni negli ultimi due giorni. Spero di parlargli ancora e che le cose tra di noi migliorino".

Karl ha voluto immediatamente smentire ogni attrito con il suo nuovo giocatore, sostenendo di non aver alcun problema con Rondo, le cui parole sarebbero state travisate. Fin qui le schermaglie verbali e mediatiche tra i due. Ma la vera questione, che verosimilmente deciderà le sorti di Sacramento per la stagione che sta per iniziare, rimane quella del rendimento dell'ex Boston Celtics. Scaricato per sfinimento da Danny Ainge dopo anni di onorata militanza in maglia verde, Rondo è reduce da un semestre terribile alla corte di Rick Carlisle a Dallas, il quale non ha fatto mistero di essere molto più tranquillo ora che Rajon non è più ai Mavs. La carriera di Rondo ha imboccato dunque la via del declino, nonostante l'età sia ancora dalla sua, e la fermata presso gli ambiziosi Kings è al momento l'unico passo verso il rilancio. Da molti considerato un passatore geniale e immaginifico, il numero nove ha spesso fatto ammattire i suoi allenatori - oltre che i suoi avversari - per discontinuità e atteggiamento ondivago, nonchè per letture non sempre all'altezza della situazione. Paradossalmente, Rondo dovrebbe normalizzare il suo basket, passando da giocate estemporanee a una pallacanestro più solida, da point guard pura, soprattutto per riuscire a trovare un minimo di affiatamento con i suoi compagni di squadra, tra cui figurano tiratori eccellenti come Marco Belinelli e Omrri Casspi, e un lungo da rifornire con continuità come DeMarcus Cousins.

D'altronde alzare il ritmo delle partite ha sempre fatto parte del credo cestistico di George Karl, e lo stesso Rondo potrebbe beneficiare di una velocizzazione del gioco, specie in virtù delle sue capacità di guidare la transizione offensiva, molto più sviluppate rispetto alle sue doti di playmaking a difesa schierata. Il caso Rondo è ancora aperto dunque, e a Sacramento dovranno trovare il modo di risolverlo, nonostante sia noto a tutti nell'Nba che Rajon non sia giocatore facile da gestire (ne sa qualcosa Doc Rivers) per motivi caratteriali e per una fin troppo alta opinione di sè (come fatto notare da Michael Dugat per Fox Sports) che lo induce spesso ad atteggiamenti da superstar non graditi al resto della squadra. Il futuro di Rondo e dei Kings passa da questa stagione, per entrambi non ci sono più molti margini d'errore, a meno di non voler rimanere definitivamente in un limbo Nba da cui sarebbe difficile uscire.