La National Basketball Association ha nominato nella giornata di ieri Kyle Anderson most valuable player della Summer League 2015 in corso a Las Vegas. Saranno proprio gli Spurs di Anderson e dell'head coach Becky Hammon a sfidare i Phoenix Suns nell'atto conclusivo della competizione estiva, vetrina per giovani poco utilizzati durante la stagione regolare e promesse del Draft al primo assaggio Nba.

Scelto alla numero 30 del Draft 2014, Anderson non ha poi avuto molto spazio nelle rotazioni di Popovich, trovandosi dietro Danny Green, Marco Belinelli e Manu Ginobili nelle gerarchie del ruolo di shooting guard in neroargento. Tuttavia all'inizio dell'anno il giovane Kyle ha avuto anche l'opportunità di partire in quintetto, a causa degli infortuni che hanno colpito in successione Kawhi Leonard e il duo dal passato bolognese Belinelli-Ginobili. Trentatre le presenze in Nba, con una decina di minuti di media giocati a partita e un impatto poco incisivo nel sistema degli Spurs. Spedito in D-League, Anderson ha mostrato invece di avere colpi, producendo un fatturato da oltre 20 punti a gara. 

Il suo rendimento è salito nettamente in questa Summer League, al punto da qualificarlo come uno dei giocatore più interessanti della manifestazione. I suoi miglioramenti al tiro e una diversa partecipazione al gioco degli Spurs estivi sono stati il frutto del duro lavoro svolto in palestra con Chip Engelland, shooting coach degli Spurs, e con Becky Hammon, prima donna in uno staff tecnico Nba e oggi allenatrice dei neroargento in occasione del torneo di Las Vegas. "Kyle sa qual è il nostro sistema di gioco, abbiamo avuto modo di parlargli a lungo durante tutta la scorsa stagione - ha dichiarato la Hammon - per spiegargli cosa ci attendiamo da lui. Deve far salire il livello del suo gioco, ma adesso siamo contenti di quanto sta facendo, anche se continueremo a lavorare molto con lui".

Dal canto suo, il prodotto da UCLA non sembra esaltarsi troppo per queste prestazioni estive: "I miei compagni mi hanno reso facile il compito di essere il leader di questo gruppo. L'esperienza dello scorso anno mi aiuterà molto, ho ancora molto da lavorare nella comprensione del gioco e per diventare un giocatore più completo. Segnare punti in pochi minuti non era ciò che mi chiedevano in regular season, ora non devo abituarmi troppo al ruolo di leader (sorride), cerco solo di prendere tiri che siano all'interno del contesto del nostro attacco senza forzare troppo". Le prospettive di Anderson nel roster di San Antonio dipenderanno dai suoi miglioramenti e dall'impegno profuso da qui fino all'inizio della regular season: "Ha molto da imparare - ha dichiarato ancora la Hammon - rapidità di piedi, concentrazione, capacità di muoversi nello stretto sono tutti elementi che potranno aiutarlo a compensare il deficit di velocità e atletismo che ha rispetto agli altri giocatori Nba. Difensivamente è tutto da costruire, dovrà frequentare molto sala video e palestra nei prossimi mesi".

Finora oggetto misterioso degli Spurs versione 2015, Anderson potrebbe ritagliarsi uno spazio maggiore nella prossima stagione. Via Belinelli e Joseph, e con un Ginobili sempre più a mezzo servizio, Kyle avrà probabilmente la possibilità di entrare nelle rotazioni di Popovich per dare il cambio ai vari Green e Leonard, magari in coppia con l'australiano Patty Mills. Le sue percentuali al tiro dall'arco non sono ancora degne di un giocatore perimetrale di questi Spurs, ma lo staff tecnico di San Antonio ritiene che Anderson possa essere utilizzato anche da numero tre, data la sua altezza (2 metri e 6 cm) e la sua versatilità nel mettere in difficoltà le difese avversarie. Intanto il ventunenne ex Bruins si gode il premio di Mvp della Summer League 2015, sperando di entrare a far parte con continuità di uno dei roster più profondi dell'intera Nba.