Cosa sta succedendo ai Denver Nuggets? Dopo anni trascorsi ad alti livelli, sempre presente ai playoff della Western Conference (con la finale giocata e persa contro i Los Angeles Lakers nel 2009 a costituire l'apice di un decennio di buoni risultati), la franchigia del Colorado pare ora colpita da un'inquietante immobilismo. L'esonero di coach George Karl al termine della serie di primo turno persa contro i Golden State Warriors nel 2013 e l'abbandono del General Manager Masai Ujiri, volato in Canada ai Toronto Raptors, hanno sinora segnato una svolta negativa per i Nuggets.

La rottura del legamento crociato anteriore di Danilo Gallinari, costata all'azzurro due interventi chirurgici e lunghi mesi di fisioterapia e convalescenza, ha inoltre privato Denver del suo astro nascente, potenziale giocatore franchigia intorno al quale costruire la squadra. Le difficoltà nel rapporto con il nuovo allenatore Brian Shaw hanno acuito i problemi di un gruppo senza guida nè identità, affidatosi senza risultati apprezzabili a giocate dei singoli, Ty Lawson in testa. Un buon finale di regular season non è bastato al subentrante Melvin Hunt per rimanere sulla panchina dei Nuggets che, su scelta del G.M. Tim Connelly, hanno preferito puntare su Mike Malone, ex coach dei Sacramento Kings (sostituito proprio da Karl alla guida della franchigia della capitale dello Stato della California). L'ottimo rapporto esistente tra Gallinari e Hunt pareva preludere a una stagione del rilancio per il numero 8 azzurro, già rinvigorito da alcune prestazioni esaltanti nell'ultima parte di un'annata disgraziata per tutta la franchigia.

In un roster in cui il talento c'è ma non eccede, il Gallo è l'unico giocatore in grado di assumersi la responsabilità tecnica e di leadership della squadra, stante la discontinuità di Lawson e la piccola involuzione in cui è incappato Kenneth Faried. La scelta di chiamare al Draft la point guard Emmanuel Mudiay sembrava un segnale chiaro nella direzione che portava ad una trade in cui fosse coinvolto lo stesso Lawson. Ma al momento nulla si muove sotto il sole estivo del Colorado e tutto può ancora accadere in termini di sviluppo e integrazione del roster. Secondo quanto riportato da Christopher Dempsey del Denver Post, il frontoffice dei Nuggets non avrebbe ancora deciso a chi affidarsi tra Gallinari, Wilson Chandler e Ty Lawson, mentre dovrebbero rimanere Jameer Nelson, Will Barton e Darrell Arthur, non esattamente i nomi che i tifosi vorrebbero vedere accostati alla propria squadra.

Sfumata la possibilità di arrivare a Monta Ellis, finito poi a Indiana, i Nuggets si sono trovati alle prese con le difficoltà di attrarre free agent in un mercato non di primo piano come quello di Denver, per di più in una squadra senza immediate prospettive di ritorno ai vertici. In questa situazione Gallinari è ovviamente guardato con interesse da altre società - negli ultimi giorni si è parlato di un'eventuale trade con i Miami Heat in cambio di Mario Chalmers e Chris Andersen - ma al momento non ci sono ancora trattative in stato avanzato. A ventisette anni da compiere ad agosto, Danilo è nel pieno della sua maturità cestistica, nonostante i dubbi riguardanti la tenuta del suo ginocchio. L'infortunio è ormai alle spalle e il Gallo freme per recuperare il tempo perduto, cominciando dalla Nazionale di Simone Pianigiani e dagli Europei di settembre. Ai Nuggets la scelta se puntare su di lui per costruire una nuova era di successi, oppure lasciarlo andare in un palcoscenico più consono al suo status e alle sue qualità, che ne fanno uno dei migliori giocatori nel suo ruolo anche in una lega molto competitiva come l'Nba.