Negli Stati Uniti il ‘Deflategate’ è diventato il tormentone sportivo dell’anno: dopo lo scandalo che ha travolto la NFL e in particolare il quarterback dei New England Patriots Tom Brady, colpevole di aver dato l’ordine ai magazzinieri dei ‘Pats’ di sgonfiare dei palloni durante la finale di AFC di quest’anno, vinta dalla franchigia del Massachussets ai danni degli Indianapolis Colts, anche la NBA è finita al centro delle polemiche dopo le ultime dichiarazioni rilasciate da Shaquille O’Neal e Phil Jackson, due autentiche leggende della pallacanestro a stelle e strisce.
I due, infatti, hanno ammesso di aver sgonfiato di proposito dei palloni durante il corso delle proprie carriere, per migliorarne la presa e per farli rimbalzare di meno, così da avere dei vantaggi nel cogliere i rimbalzi sotto canestro.
Le parole di O’Neal - “Alcune volte, se la palla era troppo dura, lasciavo uscire un po’ d’aria. Mi serviva quel grip extra, ma non lo facevo per imbrogliare. Ne avevo bisogno così da poter tenere il pallone nel palmo, come faceva Michael Jordan. Mi dirigevo verso il carrello dei palloni prima della gara, prendevo una palla, lasciavo uscire un po’ d’aria, la tastavo, fino a quando pensavo ‘Ok, così va bene’. Se stavo imbrogliando? No, perché prima di tutto non penso che esista qualche legge che mi impedisca di sgonfiare un po’ un pallone. Non sono preoccupato per questo. In secondo luogo, era soltanto per una comodità personale. A volte, se la palla ha molta aria all’interno, rimbalza troppo”.
Le parole di Jackson - “Eravamo soliti sgonfiare i palloni. Eravamo un team ‘abbastanza’ basso, i nostri uomini d’area come Willis Reed, Jerry Lucas e Dave DeBusschere erano tutti tra i 2 metri e i 2 metri e 5 centimetri. Così quello che dovevamo fare era tagliare fuori con grande forza e sperare che la palla non andasse lontana a rimbalzo. Sgonfiare i palloni, oltre a questo, ci aiutava anche in fase offensiva, perché facilitava il nostro gioco, non basato su azioni personali, ma sul gioco di squadra, incentrato sull’uso di molti passaggi. Con la palla che non rimbalza molto, è difficile correre in contropiede”.
La NBA, per ora, non ha preso posizione riguardo al caso, ma non è detto che non lo faccia dopo il termine delle Finals 2015, anche se non ci si aspetta alcun tipo di sanzione in seguito alle ammissioni dei due ex Lakers.