In gara-4 della finale della Western Conference, gli Houston Rockets, sul parquet amico del Toyota Center, offrono un'eccezionale prestazione offensiva, con percentuali al tiro irreali (il 56,6% dal campo e il 53,1% dall'arco), evitando lo sweep e costringendo i loro avversari, i Golden State Warriors, a rimandare l'appuntamento con l'accesso alle Finals.
I padroni di casa partono subito con il piede giusto, con l'aggressività che era loro colpevolmente mancata in gara-3, trivellando il canestro avversario con una pioggia di triple condite da penetrazioni al ferro e comodi lay-up (77,3% dal campo e 8 su 9 dall'arco nei primi dodici minuti). Il parziale del primo quarto di gioco racconta di un 45-22 in favore di Houston, con Harden, Terry e Smith pronti a depositare nel canestro ogni pallone capitasse nelle loro mani. Ad un avvio tanto folle quanto prodigioso contribuisce anche il supporting cast dei Rockets, con Ariza, Brewer, Prigioni e Jones capaci di farsi trascinare dall'impeto del primo quintetto e di scavare un solco immediatamente incolmabile nei confronti degli avversari, dei Warriors un po' molli e distratti. Esemplificativa al riguardo la risposta di coach Steve Kerr, intervistato a bordo campo da Doris Burke di Espn prima dell'inizio del secondo quarto: "Problemi a difendere sul tiro da tre? Abbiamo subito 45 punti in dodici minuti, direi che abbiamo un bel po' di problemi".
Il secondo quarto si apre con un tentativo di reazione degli ospiti che, approfittando di un Klay Thompson particolarmente ispirato, cercano di ricucire lo strappo. Il ritmo rimane folle, con possessi che durano meno di 10 secondi, e con i Rockets che riescono ad appoggiarsi a un sontuoso James Harden (chiuderà con 45 punti, con 13 su 22 dal campo). A 5 minuti e 52 secondi dall'intervallo lungo, l'mvp della regular season, Stephen Curry, nel tentativo di impedire un comodo canestro a Trevor Ariza, cade male sul parquet del Toyota Center, battendo la testa e di fatto ammutolendo tutto il palazzo, con la panchina di Golden State in preda ad un più che comprensibile attacco di panico. Il numero 30 viene immediatamente riportato negli spogliatoi per sottoporsi ad un concussion test, per valutare le conseguenze del trauma cranico subito. Nonostante l'assenza del loro faro, i Warriors chiudono il primo tempo con "soli" dieci punti di svantaggio, anche se i Rockets sembrano comunque in controllo della gara.
Il terzo quarto si apre con un fallo tecnico di Howard ai danni di Bogut, e con un Harden immarcabile, che utilizza tutte le frecce disponibili in faretra per consentire a Houston di riallungare nuovamente. A seguito del parere positivo dei medici, Curry rientra in campo a metà della terza frazione, ma dimostra immediatamente di essere quantomeno intontito, facendo partire un inusitato airball che suscita l'ilarità del pubblico di casa. Successivamente l'mvp viene stoppato da Terrence Jones su un tentativo di tiro da tre punti. Lo stesso linguaggio del corpo di Steph, che pure chiuderà con 23 punti in 30 minuti di gioco, non sembra foriero di buone notizie per i suoi compagni.
Nel finale di partita Houston non si guarda più indietro, assecondando il personalissimo show del Barba, intenzionato a camcellare la sconcertante esibizione di gara-3. I Rockets conseguono così la prima vittoria della serie e si garantiscono la possibilità di un nuovo confronto alla Oracle Arena, nella notte italiana tra mercoledì e giovedì. Nessuna squadra Nba ha mai recuperato essendo stata sotto 3-0 nella serie, e di certo i Warriors vorranno chiudere la pratica davanti al proprio pubblico, ma dovranno fare i conti con tutta l'imprevedibilità di Houston, già ampiamente mostrata in questi playoff. Le prossime 48 ore saranno fondamentali per capire quali saranno le reali condizioni di Curry, senza il quale i Warriors non sanno davvero stare.