Sorrisi e non solo. Che Danilo Gallinari era tornato sui suoi livelli si vedeva. Soprattutto dopo il cambio di allenatore che ha portato, dopo la parentesi negativa con Brian Shaw, Melvin Hunt sulla panchina dei Nuggets ed una ritrovata fiducia, soprattutto nel talento classe '88 di Sant'Angelo Lodigiano.

Dopo l'infortunio e la lunga riabilitazione, le prestazioni ritrovate. Il gallo sta tornando a cantare sui livelli che aveva raggiunto prima che il ginocchio facesse crac, soprattutto con una ritrovata convinzione nei propri mezzi e soprattutto nel suo fisico (condizione fondamentale per chi esce da un infortunio come il suo).

La sfida di questa notte, contro i Dallas Mavericks, arriva proprio a conferma di questo stato mentale, oltre che fisico, ritrovato. Nuovo career high, quarantasette punti personali, con percentuali dal campo e da tre punti stratosferiche: 8/11 da due, 7/12 da tre punti e 10/10 ai liberi, oltre a 9 rimbalzi, due assist e una presenza fondamentale sul parquet.

Denver rimonta, grazie alle sue triple, nel terzo quarto, da un proibitivo svantaggio di venti punti. Arriva a giocarsi la gara con il possesso decisivo sia nei tempi regolamentari che nel secondo supplementare, ma inspiegabilmente, con un giocatore in ritmo, l'allenatore dei Nuggets preferisce affidarsi ai compagni. Denver perde, ma conta relativamente poco: quello che più ci interessa, con un discorso meramente cinico, è vedere tornare protagonista il gallo.

Per l'Italia, per la Nazionale che a settembre si giocherà un Europeo da antagonista principale delle maggiori potenze continentali, ma soprattutto per lui: dopo aver patito le pene dell'inferno, essere passato da un travagliatissimo periodo di riabilitazione, Gallinari è tornato a sorridere.