Da anni ai vertici del NBA, gli Oklahoma City Thunder non sono ancora riusciti a conquistare il tanto agognato anello nonostante l’enorme quantità di talento dei suoi due leader Kevin Durant e Russell Westbrook. Un'altra stagione è alle porte e i Thunder si candidano per l'ennesima volta alla vittoria del titolo: potenziale enorme, il miglior giocatore offensivo( Kevin Durant) e grandissime possibilità anche sul lato difensivo. Eppure siamo ancora qui, a parlare di tutte queste belle cose ma senza un campionato vinto da elogiare, con le Finals che mancano da due anni. Come ogni anno Oklahoma ha condotto in modo esemplare durante la regular season, stando al passo degli invincibili Spurs e guadagnandosi la seconda testa di serie a ovest nei PO. Durant vince l’MVP, ma la fatica è enorme contro Memphis al primo turno, poco meglio con i Clippers al secondo arrivando poi all’esame Spurs delle finali di conference e come ogni anno. sul più bello, escono di scena. I Thunder, nonostante i buoni risultati raggiunti nelle ultime stagioni, hanno spesso dato l’impressione di essere un concentrato di talento non organizzato. È difficile distribuire le responsabilità della mancanza di gioco dei Thunder. Si può però cercare di capire quanto incidano le spiccate individualità di cui dispone la squadra e la gestione di Scott Brooks.

L' inizio però non sarà dei più semplici vista la tegola che ha colpito la squadra pochi giorni fa con la frattura del piede destro che terrà Kevin Durant lontano dai campi per almeno due mesi. Scott Brooks è stato nuovamente confermato sulla panchina dei Thunder, anche se accusato da quasi tutta la critica di non riuscire a dare un’identità tattica a suoi giocatori. Salutato Thabo Sefolosha finito agli Atlanta Hawks è volato ad Oklahoma City Anthony Morrow che sarà subito chiamato ad entrare nel vivo del gioco della squadra per sopperire all’assenza di Durant. L’ex giocatore dei Pelicans proverà ad essere un terzo violino di valore assoluto come fu James Harden nel 2012 anno in cui la franchigia arrivò alle finals e si dovette inchinare solo ai Miami Heat.

LA STORIA

La squadra nasce nel 1967 col nome di Seattle Supersonics e raggiungono le Finals per due volte consecutive nel 1978 e nel 1979, vincendo il titolo in quest’ultima occasione per 4-1. Gli anni ’80 si contraddistinguono per non essere un periodo particolarmente felice per la franchigia, la quale però riprende vigore con l’arrivo di due giocatori come Shawn Kemp (’89) e Gary Payton (’90).Guidati da un allenatore come George Karl, i Sonics raggiungono i Playoffs per ben 8 anni di filadiventando una delle potenze della Lega; le Finali NBA vedono però Seattle protagonista una sola volta, nella stagione 1995/96, dove Payton e compagni hanno la sfortuna di incontrare i Chicago Bulls di Michael Jordan e vengono sconfitti per 4-2.

Gli anni 2000 non sono un periodo entusiasmante per la franchigia, che deve aspettare il 2007 per accogliere Kevin Durant dal Draft NBA. Nella stagione 2009/10, quando i Thunder raggiungono i Playoffs venendo sconfitti al primo turno dai futuri campioni NBA dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant. L' anno successivo si fermano alle Finali della Western Conference sconfitti per 4-1 dai Dallas Mavericks.La scalata ai vertici della Lega vede Oklahoma City raggiungere le Finali NBA nella stagione 2011/12, dove però incontra i fortissimi Miami Heat del duo Lebron James – Dwyane Wade e viene sconfitta per 4-1. La stagione 2012/13 si apre con la cessione di uno dei leader della squadra,James Harden, agli Houston Rockets, indebolendo sensibilmente la panchina; nonostante ciò i Thunder arrivano primi nella Western Conference davanti ai San Antonio Spurs. L’infortunio di Westbrook nei Playoffs priva però la squadra del suo secondo violino, ed infatti non tarda ad arrivare la sconfitta nelle Semifinali di Conference contro i Memphis Grizzlies per 4-1.Nella stagione 2013/14 i Thunder vincono la Northwest Division ed ai Playoffs superano prima iMemphis Grizzlies (4-3) e poi i Los Angeles Clippers (4-2) prima di venire sconfitti dai San Antonio Spurs (4-2) nelle Finali della Western Conference.

ROSTER 2014-2015

Arrivi: Anthony Morrow (Costless Agent da New Orleans), Mitch McGary (21esima scelta al draft) , Josh Huestis* (29esima scelta al draft), Semaj Christon (55esima scelta al draft), Sebastian Telfair (FA dalla Cina, contratto non garantito)

Partenze: Thabo Sefolosha (FA a Atlanta), Caron Butler (FA a Detroit), Derek Fisher (ritirato), Hasheem Thabeet ( tradato a Philadelphia in cambio di una trade exception)

Probabile quintetto: PG: Russel Westbrook SG: Anthony Morrow SF: Kevin Durant PF: Serge Ibaka C: Kendrick Perkins

GUARDIE: Russel Westbrook, Reggie Jackson, Semaj Christon, Sebastian Telfair, Jeremy Lamb, Anthony Morrow, Andre Roberson

ALI: Kevin Durant, Serge Ibaka, Perry Jones III, Nick Collison, Grant Jerret

CENTRI: Kendrick Perkins, Steven Adams, Mitch Mcgary

COACH: Scott Brooks

Aggiunte Notevoli
Anthony Morrow (via costless agency) Mitch McGary (draft)

Perdite notevoli
Thabo Sefolosha (attraverso gli scambi) Derek Fisher (in pensione)

Il quintetto

Russell Westbrook, Reggie Jackson, Kevin Durant, Serge Ibaka e Kendrick Perkins

LESTELLE

Kevin Durant e la frattura di Jones- La superstar degli Oklahoma City Thunder,Mvp della scorsa stagione, si è procurato una frattura all’interno del piede destro e dovrebbe stare fermo dalle 6 alle 8 settimane. Durant si è accorto del problema al piede durante l’ultimo allenamento con la squadra di coach Brooks. KD si è procurato la cosiddetta “frattura di Jones“, ovvero la rottura della diafisi del quinto metatarso del piede alla base del mignolo: di solito un infortunio del genere richiederebbe un intervento chirugico ma Sam Presti, general manager deiThunder, ha detto che vogliono attendere l’evolversi della situazione per attuare la soluzione più adatta. Durant, che nell’ultima stagione ha chiuso a 32 punti di media, perderà 15-20 gare nella prossima regular season dopo averne saltate 6 in tutto nelle ultime 5 stagioni.

Kevin Durant, l’mvp infortunato, è quello di sempre, che mette i compagni prima di tutto. Solo con una gran voglia di giocare a basket: “Ho visto Cleveland-Chicago ieri sera: avrei dato non so cosa per essere anche io in campo. Amo questo sport, non mi era mai capitato di non giocare per così tanto tempo”. Durant mette sempre la squadra al primo posto, quindi è ovvio che l’infortunio è “una situazione positiva per tutti: io posso crescere studiando questo gioco, i miei compagni avranno la possibilità di mettersi in mostra”. KD sta già lavorando in palestra, in attesa di poter riprendere in mano il pallone, ma non ha nessuna fretta di tornare: “Assolutamente no, tornerò appena pronto. Ma sono contento che sia successo adesso, così forse per dicembre sarò pronto. E’ la prima volta che sto fuori così tanto, ma proverò a tornare più forte di prima. E intanto proverò ad aiutare la squadra dalla panchina”.

Fuori dai giochi per colpa dell'infortunio al mignolo del piede destro? Nemmeno per sogno. Lo rivedremo a dicembre, più agguerrito che mai, con Oklahoma City che avrà bisogno di tutta la sua classe. L'mvp vinto a maggio gli ha tolto un peso dalle spalle, il periodo di inattività gli permetterà di studiare meglio il gioco, come gli ha consigliato Kobe. La distanza da LeBron si è accorciata: e se sfornasse un altro super anno?

Westbrook, ora tocca il salto di qualità- Le chiavi della squadra dunque saranno totalmente in mano a Russel Westbrook a cui è richiesto il definitivo salto di qualità con la necessità di limare qualcuno dei limiti mostrato negli anni dal fuoriclasse di Long Beach che a volte è sembrato troppo impulsivo e impreciso nei momenti chiave. Se i Thunder riusciranno o no a fare il benedetto salto di qualità nella metà campo offensiva non dipenderà dall’MVP uscente, tra l’altro fermo almeno fino a Dicembre per l’infortunio al piede, bensì da Russell Westbrook, dal suo infortunio al ginocchio 2012-13. Ha subito una battuta d'arresto, ma tornò di nuovo e alla fine ha trovato la sua forma, una media di 26.7 punti e 8.1 assist nei playoff. Westbrook nonostante abbia avuto lo straordinario merito di tornare dalla duplice operazione al ginocchio ancora più esplosivo, se possibile, resta orfano di quella consapevolezza cestistica propria dei grandi play che ancora deve acquisire, della capacità di sfruttare meglio i blocchi e avere una visione di gioco più ampia e meno individualista (nonostante i 7.2 assist di media possano far pensare il contrario) e, sopratutto, di attaccare la difesa avversaria senza far passare i primi 10-12 secondi dell’azione.

"Ibaka, pronti per partire" -Serge Ibaka ha compiuto un altro passo in avanti con il suo gioco. Quattro mesi out per un infortunio al polpaccio che ha giocato un ruolo enorme nel deragliamento sogni di un giovane, di talento del team di vincere un titolo. Più notevolmente, Ibaka è diventata più grande e più forte come lui continua il suo sviluppo in uno dei più importanti attaccanti del campionato. "Sono stato concentrato sul lavoro mio polpaccio per tutta l'estate, cercando di farlo stare meglio", dice Ibaka. "Come sempre, io continuo a lavorare il mio gioco. Questo è solo qualcosa che ho intenzione di fare sempre. Mio obiettivo principale era sempre meglio nel mio polpaccio e al 100%. Sono pronto a giocare." Ibaka media highs di carriera la scorsa stagione in punti (15.1) e rimbalzi (8.8) un gioco mentre quasi raddoppiando il suo assist totale e leader del campionato in stoppate per la quarta stagione consecutiva. È stato chiamato alla squadra all-difesa NBA per una terza stagione di fila, e ha giocato per la Spagna nella Coppa del Mondo FIBA ​​questa estate.

IL TEMPO PASSA SU SCOTT BROOKS

Scott Brooks è stato nuovamente confermato sulla panchina dei Thunder, anche se accusato da quasi tutta la critica di non riuscire a dare un’identità tattica a suoi giocatori. Proprio da queste critiche dovrà ripartire l’ex giocatore degli Atlanta Hawks, che dalla sua parte avrà sicuramente l’esperienza, la lealtà dei giocatori (sopratutto del quintetto base, nei confronti del quale Brooks ha sempre dimostrato enorme fiducia) ed il fatto che le principali concorrenti potrebbero essersi indebolite (Miami ha perso Lebron, al quale a Cleveland servirà tempo presumibilmente, San Antonio è invecchiata di un altro anno e Clippers e Bulls non sembrano ancora attrezzate). Starà a lui cercare di trovare finalmente la giusta chimica per arrivare in fondo e distogliere KD da pensieri pellegrini.

Le percentuali della passata stagione

LA RIVELAZIONE 2014-2015 : STEVEN ADAMS
Il neozelandese nel corso della passata stagione ha messo in mostra abilità fuori dal comune, sopratutto dal punto di vista difensivo, a rimbalzo e con uno straordinario senso della posizione per quanto riguarda la marcatura a uomo sui lunghi avversari (ancora più pressione su Perkins, il ragazzo scalpita dalle retrovie). Adams è stato il protagonista del precampionato deI Thunders finora: in sei partite, ha una media di 13.3 punti, 6.6 rimbalzi, 1.2 blocchi e 1.2 palle rubate a partita, con il 75 per cento dal camp. Il campionato è pieno di centri di qualità, ma pochi offrono il tipo di all-around di produzione che Adams è in grado di contribuire. Certo, in attacco le mani sono quelle che sono, il jumper è praticamente inesistente, ma essendo però in squadra con giocatori come Westrbook e Durant, Adams avrà certo il tempo per concentrarsi sulla difesa e dare il meglio di sè, piantando paletti importanti per il futuro suo e della franchigia.

PROSPETTIVE

61-21, che li avrà come uno dei primi due posti i in Occidente. Kevin Durant probabilmente prenderà un altro premio MVP (LeBron ha ora un aiuto reale intorno a lui e con che i suoi numeri sono probabilmente cadere un po ', poi gente come Chris Paul e Blake Griffin si divideranno voto Clipper).Nonostante l’assenza di Durant ad inizio campionato i Thunder puntano forte alle posizioni di vertice della western conference per poi tentare l’assalto come minimo alla finale di conference che l’anno scorso gli sfuggi per mano dei San Antonio Spurs. Basta rimanere in buona salute. Naturalmente questo vale per ogni contendente, ma due anni fa era il ginocchio di Westbrook che ha concluso le loro speranze playoff reale. La scorsa stagione Ibaka ha subito uno stiramento di secondo grado al polpaccio nei play-off che lo ha tenuto fuori per un paio di settimane, tra cui l'inizio della serie contro gli Spurs centrale elettrica. Non sappiamo come quella serie si rivela se Ibaka di sano, ma sappiamo che se questa squadra non riesce a tenere il suo grande tre sani che non possono tornare alle finali. Non in questo caricato Western Conference. Sembra difficile pensarli come vincitori finali visto che le incognite sono veramente tante, ma con il talento di cui è pieno il roster tutto è possibile.