Una settimana all'inizio della Nba ed arriva ancora una sconfitta per i Los Angeles Lakers. Questa volta a battere i gialloviola ci pensano i Phoenix Suns di uno straordinario Isaiah Thomas (26 personali). Il risultato, tuttavia, come nei precedenti incontri (6 di cui 4 negativi), sembra passare in secondo piano rispetto alle prestazioni, sempre più confortanti, di Kobe Bryant: altri 27 punti contro i Suns che vanno ad aggiungersi ai 26 della scorsa notte nella vittoria contro Utah, a testimonianza di quello che sembra, ma forse lo è, un recupero a tutti gli effetti. La cosa che stupisce, sempre più, di questo ragazzo di 36 anni è la continua ricerca della competizione, della sfida e del successo; ed anche se non è una novità, sorprende che, dopo due anni di infortuni, il Mamba sia ancora lì a lottare per una partita di preseason (spinto anche dalle recenti polemiche con la stampa a stelle e strisce).
Nei Lakers decimati dagli infortuni (out Nash, Young, Clarkson e Henry), coach Scott decide di testare le condizioni di Price, mandandolo in quintetto al posto di Jeremy Lin (15 e 5 assist dalla panchina). Il quintetto è chiuso da Johnson, sempre positivo, e dalla coppia di lunghi Hill - Boozer sempre più a loro agio. Dall'altra parte Zoran abbandona per una sera il fratello Goran, che parte in quintetto con Bledsoe, i fratelli Morris e Plumlee; a Thomas e Green l'arduo compito di spaccare in due la partita con la second unit.
Gara subito bella ed intensa, con i Suns che cercano subito di fare il loro gioco: si corre e si gioca in velocità, sperando di sfruttare il maggiore dinamismo sui due lati del campo. Ed i risultati, quantomeno nel primo quarto, si vedono: 24-17 per gli orange che trovano buon ritmo in attacco e scappano subito via (Dragic 9, Marc Morris 7). Hill tiene a galla i Lakers con 6 punti e 3 rimbalzi, mentre per Kobe c'è un inquietante 0-3 dal campo con 2 perse. La gara inizia a prendere quota sul finire del primo quarto, dove Kobe ed Isaiah Thomas iniziano la loro sfida nella sfida: all'intervallo Phoenix è ancora avanti di 3 (50-47) con i due protagonisti che salgono rispettivamente a quota 10 e 6.
Gli ultimi due quarti sono letteralmente uno spettacolo e di preseason se ne vede ben poca: la voglia di lottare su ogni pallone e di vincere la gara è degna di una gara vera. Bryant inizia il suo show personale nella ripresa con tre canestri di fila ma Bledsoe (11 punti, 7 rimbalzi e 6 assist a fine gara) risponde con la stessa moneta. I Suns si alternano in marcatura su Kobe ma non possono nulla: la serie di canestri del 24 riporta alla memoria dei tifosi il vero Bryant, come se nulla fosse cambiato. La sua striscia di canestri coinvolge anche i compagni e, grazie anche al buon apporto di Davis e Boozer, i gialloviola passano a condurre dopo 36 minuti: 71-77.
L'ultimo quarto è un testa a testa pazzesco: Thomas risponde colpo su colpo al più blasonato rivale. Saranno 8 i punti a testa nell'ultimo quarto, ma tutti decisivi: negli ultimi 3 minuti la partita è spettacolare. Gancio destro di Kobe in isolamento da una parte e montante sinistro di Thomas in penetrazione dall'altra, il tutto senza esclusione di colpi. Il ping pong nel punteggio rende il tutto ancora più esaltante ed emozionante: Bryant prima impatta a quota 88, poi mette la freccia (92-90) con tre canestri in fade away degni del Kobe vero. Ma non è finita. Thomas risponde, ma i due liberi di Bryant mandano i Lakers sul +3. L'allungo sembra decisivo quando il play ingaggiato dai Kings fa 1/2 dalla lunetta, ma i Lakers non hanno fatto i conti con Johnson: lo o/2 dell'ala concede un'ultima chance alla franchigia dell'Arizona. Thomas viene lasciato colpevolmente solo dalla difesa gialloviola e, dopo un tap-out a rimbalzo, piazza il jumper che vale l'overtime.
Kobe ne mette 4 entrando nel supplementare, ma Green risponde con 10 punti di fila. I Suns scappano sul +5, mentre Scott decide che per Bryant può bastare così: per i Lakers è il segno della resa a 2'30'' dal termine. Boozer e Johnson ci provano ancora, ma le triple di Randolph sanciscono il 114-108 finale. Phoenix vince meritatamente la gara, ma i Lakers escono a testa altissima.
Detto ciò, resta lo stupore e l'ammirazione nel vedere di nuovo Bryant nella migliora condizione fisica, ma bisogna fare attenzione a non confonderla con la situazione dei Lakers squadra, ancora molto lontani dall'essere una collettivo che può lottare per l'ottavo posto nella Western Conference.