Dopo sette viaggi consecutivi ai playoffs, gli Atlanta Hawks rimangono ancora una delle franchigie più sottovalutate della lega. L'incapacità di capitalizzare i recenti successi è evidente, la squadra ha molte bocche da fuoco e, se sapranno stare lontani dagli infortuni, l'ottavo approdo ai playoffs consecutivo sarà dietro l'angolo. Questa squadra sta cercando la propria strada per arrivare ad essere rispettata per quello che vale veramente,questa è la missione. Qualsiasi cosa meno di questo sarebbe insoddisfacente.

DALLA NASCITA ALL'ERA WILKINS PASSANDO PER BOB PETTIT - La franchigia nacque nel 1946 come Buffalo Bisons e come arena venne scelto il Memorial Auditorium di Buffalo. Successivamente la squadra venne spostata prima a Moline, poi a St.Louis e infine a Milwaukee dove prese il nome di Hawks. Nel 1953 al draft venne scelto Bob Pettit che vincerà l'Mvp la stagione stessa,nonostante questo, gli Hawks furono per anni una delle squadre peggiori della lega. Nel 1958, grazie ad uno strepitoso Pettit, arriva il primo e unico anello della franchigia con la serie vinta 4-2 contro i Boston Celtics. Nel '68 l'ennesimo trasferimento porta la squadra ad Atlanta dove campioni come Pete Maravich e Lou Hudson possono sfoggiare il proprio talento. Nel 1982 gli Hawks firmarono la stella Dominique Wilkins e un anno dopo ingaggiarono Mike Fratello come allenatore.Tra il 1985 e il 1989 gli Hawks furono tra le migliori squadre NBA, vincendo sempre almeno 50 partite a stagione.

IL DECLINO E L'ERA JOE JOHNSON - Nel 1999 gli Hawks entrarono in una profonda crisi, che li farà mancare dai play-off per 9 anni. Nel 2001 selezionano al draft la stella spagnola Pau Gasol con la terza scelta, ma lo cedettero subito ai Memphis Grizzlies in cambio di Shareef Abdur-Rahim. Nel settembre 2003 la squadra fu venduta a un gruppo di dirigenti della AOL Time Warner. Nonostante il cambio di proprietà gli Hawks continuarono a faticare, finchè nell'estate 2005 Atlanta ottiene Joe Johnson dai Phoenix Suns in cambio di Boris Diaw e una futura prima scelta. Per la stagione 2007-2008 gli Hawks giocano dei buoni playoff portando i Boston Celtics (poi campioni NBA) a gara-7 e riuscendo a vincere tutte le partite alla Philips Arena, che ospitava per la prima volta partite dei playoff. Nella stagione 2011-2012 gli Hawks si classificano terzi nella Eastern Conference con 44 vittorie, qualificandosi ai Playoff per la quinta stagione consecutiva. Qui vengono però sconfitti per 4-2 dai Boston Celtics chiudendo così la striscia che durava da tre anni di qualificazione al secondo turno. Il 25 giugno 2012 gli Hawks ingaggiano il vicepresidente dei San Antonio Spurs, Danny Ferry, come presidente e direttore generale, mentre il 2 luglio il capocannoniere e All-Star Joe Johnson viene ceduto ai Brooklyn Nets. Nonostante l'anno di transizione al quale si preparavano, gli Hawks disputano una stagione ampiamente sopra le attese, chiudendo con un bilancio di 44-38 e la 6ª posizione in Eastern Conference. Ai play-off gli Hawks incontrano gli Indiana Pacers, dai quali vengono sconfitti per 4-2. In vista della stagione successiva l'allenatore Drew, nonostante gli ottimi risultati, non viene riconfermato e al suo posto viene ingaggiato Mike Budenholzer, storico assistente allenatore di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs, con i quali ha vinto 4 titoli NBA. Prima dell'inizio del periodo di trattative Chris Paul rinnova con i Los Angeles Clippers; gli Hawks fanno allora un'offerta a Dwight Howard, ma il giocatore decide di firmare con gli Houston Rockets. Falliti gli ingaggi dei due obbiettivi principali, gli Hawks firmano come lungo Paul Millsap. Per rafforzare la panchina viene inoltre ingaggiato il veterano Elton Brand (2 volte All-Star e Rookie of the Year nel 2000).

LA STAR: AL HORFORD - Horford, nella passata stagione, ha perso diverse partite per infortunio, ma quando è in salute il centro veterano è uno dei migliori scorers nelle situazioni decisive. Purtroppo i suoi problemi alla spalla non sono casi isolati: nella stagione 11/12 il centro dovette saltare ben 55 partite. Pero Antic, Elton Brand e Gustavo Ayon possono giocare nello stesso ruolo di Horford ma nessuno di loro supera i 7 punti e 5 rimbalzi di media. Il centro dominicano è estremamente efficace nei momenti chiave con il 61% dal campo e l'82% dalla lunetta. Eccellente nelle situazioni di pick and roll e nelle conclusioni in area, quest'anno il peso dell'attacco sarà in gran parte sulle sue spalle.Se riuscirà a rimanere lontano dagli infortuni, Horford è la carta vincente per gli Hawks in quanto risulta perfetto per creare ai tiratori lo spazio necessario per agire.

I GIUSTI INNESTI PER CONTINUARE A MIGLIORARE - Più di DeMarre Carroll lo scorso anno, la shooting guard Kent Bazemore ha l'opportunità di diventare l'affare costless agent dell'anno. Ma il miglior acquisto per Atlanta è senza dubbio Thabo Sefolosha: la sua esperienza potrà dare una mano concreta alla fase difensiva degli Hawks. Un'altra aggiunta,di fatto il giocatore era nel roster anche l'anno scorso, è rappresentata dal giovane Shelvin Mack che è stato rifirmato per altri tre anni. Mack si è guadagnato la fiducia del coach Mike Budenholzer e potrà continuare a migliorare in una delle batterie di PG più forti della lega.

STARTING FIVE - PG Jeff Teague - SG Kyle Korver - SF DeMarre Carroll - PF Paul Millsap - C Al Horford.

La squadra sta bene, sopratutto Horford. Korver mantiene le sue performance nonostante l'età, Millsap, Carroll e Sefolosha compongono un'ottima lineup che in aggiunta a Horford possono formare una difesa di tutto rispetto. L'attacco ha avuto dei miglioramenti significativi grazie al modulo three-ball utilizzato contro Indiana durante i playoffs. Non scordiamoci poi del fattore Jeff Teague ​,il prodotto di Wake Forest è un talento scoperto e fiorito ad Atlanta: dopo un paio di stagioni dove non si è imposto come direttore d'orchestra, la PG ha risolto i suoi problemi migliorandosi .Teague è sulla giusta strada per diventare un All Star a tutti gli effetti come già nella passata stagione ha dimostrato di essere. Mantenendo l'ossatura della squadra e facendo pochi ma buoni innesti, gli Atlanta Hawks si apprestano a regalare ai tifosi più di un primo turno dei playoffs. Potrà essere questo l'anno della definitiva consacrazione? Con un po' di fortuna questa squadra può fare il salto necessario e ha tutte le carte in regola per arrivare al quarto se non addirittura al terzo posto ad Est.

IL COACH: MIKE BUDENHOLZER - L'assistant coach di vecchia data è stato passato di livello la passata stagione, raggiungendo la post season senza Horford. Il sistema di Budenholzer è basato sul continuo movimento della palla mediante spaziature che aprono il perimetro a comodi jumpers. I giocatori hanno dimostrato di apprezzare questo metodo giocando in sintonia e questo è sicuramente un aspetto che verrà riproposto quest'anno.

PRONTI PER LE LUCI DELLA RIBALTA - Atlanta ha raggiunto i playoffs per 7 anni di fila e in questa stagione potranno fare lo stesso. Il prossimo ostacolo sarà quello di riuscire a passare il secondo turno: con un attacco che mixa produttivi veterani con giovani promesse l'impresa diventa possible. Con uomini del calibro di Al Horford, Jeff Teague e Paul Millsap, che possono garantire dai 10 ai 20 punti a partita, gli Hawks possiedono un attacco tra i più produttivi della lega.

Per quanto riguarda la difesa, invece, Atlanta è ancora in cerca di un solido difensore del perimetro, in grado di difendere in più posizioni. L'anno scorso è stato messo sotto contratto DeMarre Carroll (costless agent) che ha ricoperto discretamente questo ruolo, ma quest'anno è arrivato Thabo Sefolosha (contratto da 3 anni) che potrà realmente essere il difensore per eccellenza capace anche di ottime stoppate. Se riuscirà a rimanere lontano dagli infortuni lo svizzero è uno di quei giocatori che ogni allenatore desidera avere nel proprio roster e potrà usare la sua esperienza per guidare gli Hawks. Quindi, se tutta la macchina di Atlanta rimane in salute e ben oleata, può sicuramente ambire ad occupare il terzo posto nella Eastern Conference.

Nel video, la scorsa stagione di Atlanta riassunta in 10 giocate.