Di preseason c’è stato ben poco: partita combattuta, ritmi sostenuti e soprattutto, il ritorno di Kobe Bryant. La gara che è andata in scena a San Diego segna sì la prima amichevole per Denver e Lakers, ma riporta finalmente the black mamba nel luogo che gli spetta: il parquet. Gli occhi sono tutti per lui e il Mamba, come è solito fare, non delude. La condizione fisica è ottima, la mano quella di sempre: alla fine saranno 13 i suoi punti, con un discreto 5/12 dal campo, ma anche 5 assist e 2 rimbalzi in 21 minuti di impiego. Beh, bentornato Kobe.
Nei nuovi Lakers di coach Byron Scott torna in quintetto anche Steve Nash, mentre gli altri tre sono Boozer, Hill e Johnson; l’altra attrazione della serata è l’esordio in gialloviola di Julius Randle; sono assenti Young per un’operazione che lo terrà lontano dai campi per 2-3 mesi e Henry. Nei Nuggets di coach Shaw non c’è Gallinari, tenuto a riposo precauzionalmente, ma dovrebbe tornare in campo il 10 contro Phoenix; ci sono Faried, Lawson e il figliol prodigo Afflalo, ma mancano J.J. Hickson, McGee e Robinson.
Gara che entra subito nel vivo; i primi quattro minuti di Bryant sono la perfetta indicazione del suo stato psico – fisico : 6 punti, 3 assist e Lakers che si affidano in toto al suo asso. Oltre ai soliti isolamenti in post basso, il 24 cerca di coinvolgere subito Boozer, mentre Nash, anch’egli apparso in discreta forma mette il resto. Partita che viaggia sui binari dell’equilibrio fino all’intervallo lungo dove i Nuggets conducono di 3 (54-51). Nella prima frazione i Nuggets cercano molto Mozgov sotto canestro, ed il russo risponde bene (13 e 3 rimbalzi per lui alla fine). L’esordio gialloviola di Randle, dall’altra parte, è più che positivo: pick&roll, palleggio e affondata bimane. Se il buongiorno si vede dal mattino, ci siamo. Chiuderà con 10 punti, 8 rimbalzi ed una presenza costante, in attacco ed in difesa in tutti i 28 minuti di esibizione.
I Lakers della ripresa sembrano intenzionati a restituire pan per focaccia al primo tempo degli avversari, mentre i Nuggets ricevono poco dai titolari, qualcosa in più dalla panchina: Harris e Miller ne mettono a referto 23 in due, mentre Foye, un solo libero a referto, e Faried (6), in ritardo di condizione dopo i Mondiali, non sembrano ancora collegati col resto della squadra. Lawson è l’unico dei partenti, assieme ad Afflalo e Mozogv, a salvarsi, mentre Kobe riprende da dove aveva lasciato e propizia il break decisivo: due jumper di fila segnano il +6 Lakers ed il pubblico di San Diego è in visibilio per il ritorno del Mamba dopo quasi 10 mesi di inattività.
Clarkson ed Ed Davis chiudono la gara nel quarto periodo, respingendo tutti i tentativi dei Nuggets di portare la prima vittoria a casa; Jordan Hill mette il punto esclamativo sulla prima vittoria Lakers della stagione con una doppia doppia da 10 punti ed 11 rimbalzi. Il punteggio finale recita 98-95, ma la cosa più importante della serata, per coach Scott è il ritorno del Mamba e di una buona impressione anche da Steve Nash, oltre all’impatto devastante di Randle. Non convince ancora del tutto Jeremy Lin che, nonostante i 10 assist in attacco, distribuiti equamente tra esterni ed interni, tira malissimo dal campo e perde ancora qualche pallone di troppo. I margini di miglioramento ci sono, ma la notizia più importante è che il 24 è tornato. I Los Angeles Lakers sono di nuovo suoi.
I risultati della notte:
Boston - Philadelphia 98-78 (Bass e Turner 15, Wroten 19)
Atlanta - New Orleans 93-87 (Jenkins 13 Teague 11, Anderson 14 Holiday 13)
Chicago - Washington 81-85 (Mirotic 17 Rose 11, Rice 18 Gortat 13+10)