Di questi tempi nel Wisconsin non è bello sentir nominare il numero 15. Ancor più doloroso è pensare che la stessa squadra che ha appena avuto la sua peggior stagione è una delle franchigie storiche: insomma, per i Milwaukee Bucks non è un buon momento. Si cerca il riscatto dopo essere stati i fanalini di coda della scorsa annata, e non solo dell'Est, perchè nessuno nell'intera lega è riuscito a collezionare così poche vittorie. Per farlo è arrivato un nuovo coach, Jason Kidd, ed è stato selezionato al draft con la seconda scelta assoluta Jabari Parker da Duke. Difficile pensare che basterà il suo innesto, ma attenzione alle tante variabili...
THE GOOD OLD TIMES - Eppure un tempo era diverso. Ok, era anche un altro basket, verissimo, ma se prima abbiamo definito i bistrattatissimi Cervi come "franchigia storica", un motivo c'è: il titolo del 1971, arrivato dopo soli tre anni, è un
TOCCARE IL FONDO - L'apice di questa mediocrità si è raggiunto nella scorsa stagione, la peggiore di sempre di tutta la storia dei Bucks: 15 vittorie e 67 sconfitte, per una percentuale di vittorie del 18,3%. Le cessioni di Ellis e Jennings
IT'S JABARI-TIME - "With the second pick in the 2014 NBA Draft, the Milwaukee Bucks select... JABARI PARKER from Duke University". Ma come "second"? Peggior stagione e nemmeno la prima scelta? Ebbene no, perchè l'urna con le palline ha sorriso a Cleveland. Beh, tutto sommato poteva andare peggio, visto che è arrivato uno dei due principali talenti, forse il più NBA-ready: Jabari Parker sarà la nuova ala piccola dei Bucks per i prossimi anni. Talento offensivo da vendere e mille soluzioni in faretra. Non è stato però l'unico innesto: è arrivato un tiratore purissimo come Jared Dudley, per cui Milwaukee ha dovuto sacrificare Carlos Delfino, oltre che a Raduljica e varie scelte, mentre per rinforzare il back-court ecco due point guard diversissime tra loro: un passatore puro come Kendall Marshall, rilasciato con troppa fretta dai Lakers, e l'aggressivo ed esplosivo Jerryd Bayless, pescato nella costless agency. A scadenza di contratto è andato invece Ramon Sessions, unica vera perdita estiva, per una squadra che si è senza dubbio rinforzata, grazie anche al rientro di Sanders dall'infortunio.
IL NUOVO STARTING-FIVE - Si riparte dalle certezze: Brandon Knight sarà per certo il playmaker titolare dei nuovi Bucks di Jason Kidd. Ormai una certezza, il prodotto di Kentucky si appresta a cominciare il suo quarto anno nella NBA, il secondo nel Wisconsin. Dubbi invece sulla shooting guard che lo affiancherà: lo scorso anno, in particolare nella seconda metà di stagione, toccò a Nate Wolters, ma potrebbe essere anche OJ Mayo, o addirittura il nuovo arrivato Jared Dudley, mentre sembra più difficile pensare che sarà Giannis Antetokounmpo, più adatto per fare il vice di Jabari Parker nel ruolo di ala piccola. Da 4 potremmo vedere Ersan Ilyasova, con John Henson, 11 punti e 7 rimbalzi di media la
LA (RISING) STAR: JABARI PARKER - Quando il brand Jordan ti mette sotto contratto ancora prima di essere scelto al Draft, qualcosa di speciale ce l'hai di sicuro. E Jabari Parker quel qualcosa ha dimostrato di averlo in tutta la sua carriera scolastica: non vi sto nemmeno ad elencare tutti i premi vinti con la sua Simeon High School, vi diciamo solo che sono tanti, troppi, e già a 16 anni si parlava di lui come prima scelta assoluta al draft (anche se poi è stato Wiggins, ma questa è un'altra storia). La scelta per l'università ricade su Duke, ma si ferma solo un anno nella NCAA, chiudendo per altro con numeri da brividi: 19 punti a partita e quasi 9 rimbalzi di media. Insomma, la NBA lo attendeva, e lui non si è fatto aspettare oltre: a marzo saranno 20 anni, ma questo ragazzo può davvero sorprendere già da ora. Come abbiamo detto, è tra i prospetti più pronti per far subito bene nella massima lega americana, anche perchè un'ala piccola di 203 centimetri per 107 kg non passa molto spesso: a Duke ha giocato spesso anche da 4, ma difficilmente lo vedremo in questa posizione al piano di sopra, nonostante l'ottima attitudine a rimbalzo. Offensivamente ha in faretra diverse frecce, o meglio, ogni tipo di freccia: tiro dall'arco, dalla media, gioco sotto, capacità di muoversi senza palla e una maturità vista a pochi della sua età. Gli unici dubbi sono sulla tenuta difensiva, visto che anche al college ha più di una volta avuto qualche amnesia di troppo nella propria metà campo. Aspetto comunque migliorabile, come anche l'esplosività che ogni tanto gli viene a mancare e lo costringe a forzare dei tiri. Insomma, NBA-ready e con margini di miglioramento non indifferenti, e pensare che è finito alla numero 2...
L'ALLENATORE: JASON KIDD - Ha provato il colpo di stato a Brooklyn senza successo ed è stato cacciato da Prokorov, ma non è rimasto senza lavoro per
UN SISTEMA DA COSTRUIRE - Parlare di "sistema prediletto" dopo una stagione con 15 vittorie su 82 partite è difficile, quasi impossibile. Kidd, prima di pensare a costruire un tipo di gioco specifico, deve abituare i suoi ragazzi a giocare e basta: movimento di palla, giuste spaziature, insomma tante cose basilari, che se fatte bene possono anche portare a un ottimo salto di qualità. In attacco i problemi sussistono, ma mai quanto in difesa: l'assenza di Larry Sanders si è fatta sentire anche fin troppo, e tutto il sistema ne ha risentito in maniera clamorosa. I Bucks sono stati la seconda peggior difesa su 100 possessi, concedendo agli avversari 108.9 punti (solo i Sixers han fatto peggio, con 109.1). La mancanza di specialisti è colmabile con un sistema difensivo affidabile, ma se nemmeno quello funziona, allora la frittata è fatta. La poca verve dello scorso anno poi non ha contribuito di certo a migliorare le statistiche difensive agghiaccianti dei Cervi.
LE ASPETTATIVE: PLAY-OFF? - Obiettivo per questa nuova stagione è centrare un posto nei Play-off. Impresa tutt'altro che impossibile, soprattutto nella poco competitiva Eastern Conference, perchè se fossero a Ovest non ce lo sogneremmo neanche di vederli tra le migliori 8 squadre. A Est la storia è diversa sotto diversi punti di vista: livello di gioco sicuramente più basso, enorme disparità di qualità tra le franchigie, insomma la sorpresa è sempre dietro l'angolo, e la stagione passata dei Toronto Raptors lo dimostra. Molto dipenderà dall'inserimento di Parker in un contesto nuovo e sicuramente tutt'altro che vincente (almeno al momento) e dalla tenuta fisica di Sanders. Poi finchè c'è Brandon Knight c'è speranza...