La storia si ripete. Evidentemente ad Oakland hanno un debole per i commentatori televisivi e come fu tre anni fa per Marc Jackson, firmano Steve Kerr. L'ex guardia dei Chicago Bulls, sta per siglare un contratto che lo legherà alla squadra di San Francisco per i prossimi cinque anni. Accordo da 25 milioni di dollari. I Warriors hanno vinto la "guerra" con i Knicks di Phil Jackson. Il maestro zen aveva puntato tutto sul suo pupillo ai Bulls sin dal suo arrivo a New York. "E' stata la miglior decisione possibile, presa sotto molti aspetti". Forse perchè la figlia studia e gioca a pallavolo nella vicina università di Berkeley? Forse perchè per iniziare la carriera da allenatore, sarebbe stato meglio non fare il passo più lungo della gamba, sottoponendosi alle numerose pressioni ed aspettative che ha la città newyorkese? Anche se prendere il posto di Marc Jackson, che viene da due qualificazioni di seguito ai playoffs, non sarà una passeggiata. E' ben noto il rapporto idilliaco che c'era tra la squadra (Stephen Curry in testa) e il loro ex allenatore; costruirne uno altrettanto solido, basato sulla fiducia e sui risultati, non sarà da poco. "E' stata una decisione agonizzante, per quello che è il mio rapporto con Phil, e per quanto ha fatto per la mia carriera" ha continuato, "Ma l'idea di allontanarmi a 3000 chilometri da casa, non mi piaceva tanto". Di certo è stata una decisione difficile, dire di no all'allenatore che l'ha portato (assieme a Jordan) a vincere tre titoli NBA, non è affatto facile. Nella scelta ha influito non poco la chiamata del presidente dei Warriors, Joe Lacob, e di suo figlio Kirk, attuale General Manager dei Warriors, con i quali aveva già lavorato con lui nel front office a Phoenix, quando Kerr era il general manager dei Suns.

Prima di tuffarsi su Steve Kerr, i warriors avevano fatto un tentativo anche con Stan Van Gundy, ex Orlando Magic e Miami Heat. Ma la proposta da 35 milioni di dollari da parte dei Detroit Pistons e la possibilità di gestire le operazioni di mercato, hanno fatto si che l'allenatore scegliesse la squadra di Drummond e del nostro Datome. "Stan è un vincente nella lega. Riesce ad infondere nelle sue squadre grande passione, applicazione e finalità con molta durezza", ha commentato il proprietario dei Pistons, Tom Gores. "E' un grande allenatore che di sicuro aiuterà i nostri giocatori a crescere e migliorarsi. E' molto più di un grande allenatore, è un grande leader, e per questo sono molto eccitato per il modo nel quale riuscirà ad aiutare la franchigia a svilupparsi. E' un grande comunicatore e mi ha convinto che renderà orgogliosi i nostri giocatori, la società, e la nostra comunità" ha concluso.

Le prime dichiarazioni del neo allenatore sono state : "E' un onore essere scelti per aiutare Tom Gores nella rifondazione dei Pistons, per renderli nuovamente una squadra che compete per il titolo. La sua visione su come costruire un futuro partendo da immediati miglioramenti, è una sfida eccitante, che ho subito abbracciato. Lavoreremo per mettere in campo una squadra che rifletta la ricca tradizione della franchigia e che rispecchi la durezza dell'etica del lavoro dei prorpi fan". Il suo lavoro partirà dalla costruzione di una squadra attorno al proprio miglior giocatore, Andre Drummond, cercando di instaurare una chimica di squadra che è venuta a mancare durante questa stagione. La speranza dei Pistons è che Stan Van Gundy possa continuare nella sua striscia positiva di risultati, che in otto anni non ha mai visto portare a casa un record negativo a fine stagione, mentre i pistons vengono da sei stagioni dove il bilancio è stato più che negativo. L'obiettivo è di riportare la squadra nelle prime posizioni della classifica ad est, dalla quale manca oramai dai tempi di Billups e Rasheed Wallace.

Ha cosi inizio il valzer delle panchine, che quest'estate si preannuncia alquanto rovente. Il primo tassello si è mosso, quello che era il prescelto dei Knicks è andato a Golden State. Su chi punteranno ora a New York? Rumori di corridoio parlano di un incontro tra Phil Jackson ed il suo protetto ai tempi dei lakers, Derek Fisher, impegnato attualmente nei playoffs con gli Oklahoma City Thunder. Qualora il percorso dei Thunders dovesse fermarsi, il maestro zen potrebbe iniziare seriamente a pensare a lui. Phil Jackson, scottato dal tradimento di Steve Kerr, sta dimostrando di voler scegliere tra quei candidati che abbiano una certa conoscenza dei suoi metodi di allenamento e della sua famigerata triangle post offense. Proprio in quest'ottica non sono da scartare le opzioni che porterebbero a Brian Shaw, allenatore dei Denver Nuggets, con i quali ha appena concluso il primo anno di coaching.

C'è un'ultima clamorosa possiblità, che ci piace sottolineare e che di certo non sorprenderebbe affatto conoscendo il personaggio. Semmai non si dovesse trovare un degno candidato, non è da scartare il colpo di scena : Phil Jackson stesso!!! E' una provocazione ed una eventualità abbastanza remota, ma stiamo sempre parlando di una persona imperscrutabile, che nell'arco della sua carriera non ha mai disdegnato questi coupe de theatre.