La serie appena terminata tra Heat e Bobcats, se paragonata a quella impronosticabile che è ancora in corso tra Atlanta e Indiana, dove gli Hawks al primo match point questo giovedì, ridimensiona di troppo la compagine di Micheal Jordan.
Lo spettacolo che questa post-season sta regalando, sicuramente il migliore degli ultimi tre anni, deriva soprattutto per una sottovalutazione delle squadre di media-alta classifica, date per spacciate contro le grandi potenze della Lega. Se ad Ovest ogni partita è una battaglia ed ogni partita è una e propria guerra, ad Est si sta verificando un vero e proprio cambiamento del ciclo delle franchige. Con la caduta ingloriosa di Boston e New York, sono venute fuori le "nuove leve" chiamate Toronto e Washington. Due squadre che hanno combinato disastri epocali negli ultimi anni di mercato e che stanno raccogliendo ora i frutti (d'altra parte è il calcolo delle probabilità, prima o poi una mossa si dimostrerà per forza azzeccata) di una squadra giovane e, cosa più importante, competitiva.
Una delle squadre che entrano di pieno diritto in questa categoria è proprio Charlotte, ritornata ai Playoff dopo anni ed eliminata senza alcuna speranza da i Miami Heat. La compagine di Spoelstra non è solo una grande squadra, è una schiacciasassi che sta letteralmente dominando l'Nba da quasi quattro anni. James e compagni sono l'unica "big" di questa post-season che non ha sottovalutato l'avversario, sapendo di essere nettamente superiore e ipotecando la qualificazione alla semifinale senza lasciare nessuno spiraglio.
LeBron James domina su tutti i lati del campo e chiude la serie con la media esatta di 30 punti, tirando coon quasi il 56% dal campo e l'80% dalla lunetta. A questi dati spaventosi vanno aggiunti anche gli 8 rimbalzi e i 6 assist di media a partita, assieme a più di 2 palle recuperate di media, il tutto registrano meno di 3 turnover per gara.
Il rendimento del 4 volte Mvp risulta ancor più straordinario se si pensa che i suoi due compagni di merende D-Wade e Chris Bosh, anzichè migliorare le proprie stats della Regular Season, le hanno peggiorate.
Dwayne Wade chiude con 17,5 punti a partita, assieme a 3 rimbalzi e quasi 4 assist, con percentuali dal campo del 49% e dalla lunetta appena del 70%.
L'ex Toronto invece, chiude le prime quattro gare di questa sua post-season con una media di 14,5 punti a partita, ai quali riesce ad aggiungere appena 5 rimbalzi e poco più di 1 assist di media. Tuttavia Bosh eccelle nella percentuali di tiro: 51% dal campo ed un incredibile 69% da fuori il perimetro.
A seguire troviamo i 9 punti di media di Chalmers, assieme agli 8 di Andersen (il quale registra anche quasi 6 rimbalzi con un minutaggio di appena 20 minuti di gioco) e Norris Cole. Con la partenza di Mike Miller e la scomparsa di Micheal Beasley e Shane Battier, esce fuori dal guscio il ritrovato James Jones, con quasi 7 punti di media in appena 16 minuti di gioco. Decisamente pessimo invece, l'inizio di post-season di Ray Allen: l'ex Celtics registra appena 3 punti a partita con una percentuale dal campo da brivido del 26%.
Il miglior realizzatore tra le file dei Bobcats è Kemba Walker, con 19,5 punti a partita, con il 47% dal campo. Quasi 19 punti e più di 9 rimbalzi a partita invece per la grande rivelazione dell'annata di Charlotte: Al Jefferson. Il centro arrivato da Utah nella scorsa estate, ha saputo trasformare una franchigia imbarazzante in una da Playoff. Con l'arrivo di un altro giocatore di livello, questa squadra può confermarsi nella futura stagione e, chissà che con un po' di fortuna, non possa anche migliorarsi.
Se per i Bobcats questa è la fine in tutti i sensi, poichè dall'anno prossimo torneranno a chiamarsi Hornets, per i Miami Heat inizia un breve ma felice momento di riposo, in attesa di sapere chi tra Toronto e Brooklyn (appaiate a 2 vittorie ciascuna nella serie) si contenderà con loro le Eastern Conference Finals.