Ci sono coach che entrano nella leggenda pur senza mai aver vinto un anello. Jerry Sloan ha avuto la sfortuna di imbattersi nella squadra più forte di tutti i tempi e non ha mai potuto festeggiare un titolo NBA, ma le oltre 1000 vittorie alla guida di Utah gli hanno permesso, oltre l'accesso alla Hall of Fame, anche quello nella storia del basket. Utah rende omaggio al suo storico coach, e poco importa se Stephen Curry mette a segno 44 punti per impedire ai Jazz di coronare la serata con una vittoria. Vincono ancora, sempre, i Thunder, e anche a loro importa poco che Kevin Durant, tenuto in panchina per l'ultimo quarto, abbia interrotto l'inseguimento al record di McGrady per gare consecutive oltre quota 30. Altro inseguimento non coronato col successo: Al Jefferson guarderà ancora una volta da casa l'All Star Game, e si "sfoga" col career high realizzato contro i resti dei Lakers. Farà parte della carrellata di stelle Dirk Nowitzki, che conduce Dallas al successo contro Sacramento. "Caso Rubio" per Minnesota.
Orlando Magic (13-35) 113 - Milwaukee Bucks (8-38) 102 (35-20, 32-26, 21-18, 25-38)
Afflalo 21, Harris 18, Oladipo 15, Moore 13, Vucevic 12; Butler 20, Antetokounmpo 15, Neal 13
Arron Afflalo prova a cancellare la delusione per la mancata convocazione tra le riserve dell'All Star Game trascinando i Magic al successo contro i derelitti Bucks. "Quello che (non) è successo mi ha dato nuova passione e nuova rabbia," dice Afflalo, che poi aggiunge: "Qualsiasi cosa farò in questa stagione, cercherò di farla a un livello superiore." Coach Vaughn è soddisfatto del gioco di squadra di Orlando: "Oggi tutti hanno servito almeno un assist: ottimo esempio di come sappiamo giocare insieme." Terza vittoria (su 29 partite) dei Magic ottenuta pur subendo almeno 100 punti, mentre i Bucks subiscono la quattordicesima sconfitta nelle ultime 15 trasferte. Finisce pari la sfida tra ex Benetton: 13 punti a testa per tra il Magic E'Twuan Moore e il Buck Gary Neal.
Philadelphia 76ers (15-32) 99 - Atlanta Hawks (24-21) 125 (21-27, 31-37, 23-38, 24-23)
Young 29, Carter Williams 17, Williams 15; Brand e Scott 18, Carroll 13, Millsap 12
La buona stagione degli Hawks è sintetizzata dalla prima convocazione per l'All Star Game giunta per Paul Millsap, al primo anno ad Atlanta dopo 7 trascorsi con gli Utah Jazz. 114esima gara con almeno 1 tripla realizzata per Korver, che chiude con 3/4 da oltre l'arco. Quinta sconfitta consecutiva in casa per Phila, non accadeva dal 2009-2010.
Minnesota Timberwolves (23-23) - Memphis Grizzlies (25-20) 90-94 (22-30, 15-20, 30-16, 23-28)
Love 28 + 16 rimbalzi, Martin 14, Barea e Cunningham 12; Randolph 26 + 12 rimbalzi, Lee 16, Conley 12
I Grizzlies violano Minneapolis sfruttando il pessimo primo tempo dei Wolves, che realizzano appena 37 punti, season low, nei primi 24 minuti. Mentre Memphis festeggia il ritrovato slancio in ottica playoff, in casa Minnesota monta un caso Rubio. Lo spagnolo serve 6 assist nel terzo quarto, in cui i Wolves rientrano in partita, ma resta in panca per tutto l'ultimo periodo. "Barea era la nostra miglior opzione per vincere," taglia corto coach Adelman, mentre Rubio usa la diplomazia: "E' una decisione del coach e la rispetto. Fa sempre quello che crede sia il meglio per la squadra. Naturalmente voglio giocare, ma rispetto i miei compagni e quello che il coach decide."
Brooklyn Nets (20-24) - Oklahoma City Thunder (38-18) 95-120 (16-30, 19-33, 24-26, 36-31)
Livingston 16, Williams 14, Plumlee 14; Durant 26, Ibaka 25 (12/12), Sefolosha e Jackson 14
A differenza di decine di colleghi e avversari, coach Brooks è riuscito a trovare il modo per impedire a Durant di chiudere l'ennesima gara sopra quota 30. KD infatti resta in panca per tutto il quarto periodo, e dopo 12 gare deve interrompere la sua striscia di trentelli e l'inseguimento al record di McGrady, che nel 2003 arrivò a 14 gare consecutive con almeno 30 punti. Non si ferma la serie di vittorie dei Thunder, che davanto a oltre 17mila spettatori, tra cui Bill Clinton, raggiungono il decimo successo di fila. Dopo 10 successi in 11 gare, i Nets chiudono gennaio con 2 sconfitte e i 17 rimbalzi catturati contro i Thunder rappresentano il record negativo nella storia NBA. Per la squadra di coach Kidd c'è però un'attenuante per quanto riguarda i rimbalzi: Oklahoma ha ritato con quasi il 64%!
Dallas Mavericks (27-21) 107 - Sacramento Kings (15-31) 103 (20-24, 30-29, 21-32, 32-22)
Nowitzki 34 (10/16, 1/3, 11/11), Ellis 20, Calderon 14; Gay 35 (10/16, 0/1, 15/17), Thomas 19
Dirk Nowitzki festeggia la 12esima concovazione all'All Star Game bissando il trentello realizzato a Houston,
gara in cui per la terza volta in carriera aveva realizzato almeno 38 punti con 17 rimbalzi. "Ci sono sempre nuovi giocatori che meritano la convocazione, magari questa è l'ultima per me," minimizza il tedesco. Rudy Gay segna un punto in più di Nowitzki, serve a Thornton l'assist per la tripla del 105-105 a 6 secondi dalla fine ma può solo recriminare: "Dobbiamo imparare a essere una squadra vincente. Dobbiamo giocare in modo solido per tutta la partita. Ora dobbiamo tirarci fuori dal buco in cui siamo scivolati."
Denver Nuggets (22-23) 100 - Toronto Raptors (25-21) 90 (25-29, 31-28, 26-17, 20-14)
Hickson 18 + 13 rimbalzi, Fournier 18, Faried 12, Foye 10 + 16 assist; DeRozan 19, Ross 18, Valanciunas e Lowry 13
Dopo 10 anni i Raptors sbancano Denver, ma coach Casey è infuriato per il modo in cui i suoi hanno gestito il finale: "Abbiamo ottenuto la vittoria, ma non è un successo di qualità. Ho fatto capire ai ragazzi quanto sia contrariato per il finale. Anche con 20 punti di vantaggio, devi continuare a giocare, essere forte e difendere, altrimenti non potrai mai competere per vincere in questo campionato." Career high alla voce assist per Randy Foye, che ne serve 11 nel primo tempo (l'ultimo Nugget a riuscirci era stato Steve Blake nel 2007). L'ultimo successo di Toronto a Denver risaliva al 30 dicembre 2003, 74-81 con 17 punti di Jalen Rose e Alvin Williams.
Los Angeles Lakers (16-31) 100 - Charlotte Bobcats (21-27) 110
Gasol 24, Young 21, Meeks 19, Marshall 10 + 12 assist; Jefferson 40 (18/32, 4/6 ai liberi) + 18 rimbalzi, Henderson 20
La sesta sconfitta consecutiva dei Lakers è sentenziata dal career high di Al Jefferson. L'ala dei Bobcats, a 29 anni, insegue ancora la prima convocazione all'All Star, che non è arrivata neanche quest'anno nonostante i quasi 20 punti e 11 rimbalzi di media. Jefferson realizza anche il record di gare consecutive con almeno 20 punti segnati per i Bobcats ed è il tredicesimo giocatore a segnare, in stagione, almeno 30 punti ai Lakers. Il pallone della partita sarà spedito a casa Stern, che durante il suo trentennio ha consegnato 7 anelli (cerimonia del titolo 2001 annullata per gli attentati dell'11 settembre) ai gialloviola.
Utah Jazz (16-30) 90 - Golden State Warriors (29-19) 95 (21-23, 27-18, 23-25, 19-29)
Burks 26, Kanter 15; Curry 44 (6/13, 8/13, 8/9), Bogut 16
La spettacolare prova balistica di Stephen Curry non rovina la festa in casa Jazz. Con 8 triple, Curry abbatte la difesa di Utah e con il primo canestro realizzato la soglia dei 6000 punti messi a segno in carriera. Nonostante la sconfitta, il pubblico di Salt Lake City festeggia infatti il banner che da ieri campeggia nella EnergySolutions Arena con scritto "1223": il numero di vittorie ottenute da Jerry Sloan tra il 1988 e il 2011 alla guida degli Utah Jazz. Karl Malone e John Stockton sono tra i presenti. "Sento di essere stato il coach più fortunato della storia per aver avuto questi i giocatori e qeusta organizzazione durante i miei anni qui."