Reduci da due vittorie consecutive (contro Sacramento e Philadelphia), arrivano all’AT&T Center i Golden State Warriors. Ospiti privi però della loro stella Steph Curry che dopo l’infortunio alla caviglia rimediato nella gara precedente effettua un breve riscaldamento ma non se la sente di scendere in campo. Con un Andre Iguodala in grande spolvero a guidare i suoi (reduce dai 32 punti rifilati ai 76ers), la partita promette comunque scintille.

Partono subito forti i padroni di casa con il duo Duncan-Leonard a fare la voce grossa (5 punti in un amen per la coppia), ma risponde da far suo Klay Thompson che si sposta playmaker per l’assenza di Curry ma non dimentica la sua vena realizzativa da guardia e riporta subito la gara in equilibrio. Inizia a salire in cattedra il solito Tony Parker che porta avanti i suoi fino a quel +10 che sarà poi il massimo distacco raggiunto nel corso della gara: le sue penetrazioni sono devastanti per la difesa ospite, e si concludono sempre o con un facile layup o con un fallo che porta il francesino in lunetta (serata imprecisa però la sua, con solo un incredibile 40% dalla linea della carità!). Spettacolare il movimento per il canestro del 13-8: penetrazione, arresto a un tempo, finta che fa saltare il difensore, passo incrociato a superarlo e canestro in sottomano! Ricuciono leggermente lo spazio gli ospiti grazie a un paio di buone iniziative di David Lee, ed il primo quarto si chiude con il punteggio di 27 a 20 per i padroni di casa grazie all’ultimo canestro di Iguodala che mette a referto i suoi primi 2 punti.

Fino a questo punto tutto rientra nella normale amministrazione di una partita NBA: difese quantomeno rivedibili, punteggio abbastanza elevato e spettacolo garantito. Nel secondo quarto però la musica inizia a cambiare, con le difese delle due squadre che diventano più arcigne e concentrate, e lasciano davvero poco spazio per punti facili. Emblematico il contropiede di Leonard che solitamente verrebbe lasciato schiacciare in completa solitudine e invece vede il recupero del difensore che cerca disperatamente di impedire il canestro facile. Tanti gli errori da una parte e dall’altra: percentuali di tiro che scendono vertiginosamente, Parker che dopo un primo quarto promettentissimo si blocca completamente, e ospiti poco incisivi sotto canestro con Bogut autore di 6 soli punti. Ci vogliono magie come il canestro da 3 di Toney Douglas, letteralmente inventato dal nulla con il difensore praticamente incollato a lui ed il corpo fuori equilibrio. Si va all’intervallo con San Antonio sempre avanti di 7 lunghezze ma con il punteggio praticamente inchiodato sul 40 a 33 dopo tanti errori da ambo le parti.

Il secondo tempo riprende sulla stessa scia del primo: tante palle perse, errori al tiro e Spurs che provano ad allungare con Duncan e Leonard ma vengono costantemente ripresi da un Douglas in serata di grande spolvero che con l’assenza di Curry esce dalla panchina e si prende tante responsabilità realizzando a fine gara 21 punti con un ottimo 8 su 14 al tiro. Evanescente invece la prova di Iguodala che resta in campo per tutto il match ma chiude con solo 9 punti e 4 su 7 al tiro. Da segnalare verso la fine del terzo quarto una tripla molto importante di Belinelli, che realizza l’unico canestro della sua serata (18 minuti in campo con 1 su 4 al tiro e 2 rimbalzi per l’italiano) con 1:21 sul cronometro e riporta gli Spurs sul +7 (terzo quarto che si chiude sul 64-55 per i padroni di casa).

Ultimo quarto che vede gli ospiti partire subito forte e rimontare lo svantaggio accumulato fino a quel momento. Per gli Spurs il canestro sembra diventare minuscolo e praticamente non entra quasi nulla: servono iniziative come quella di Diaw per far muovere il punteggio (riceve palla fuori dall’arco dei tre punti, finta di tiro e partenza incrociata, giro in palleggio, prima finta di tiro, giro su piede perno, altra finta, difensore che va al bar e facile sottomano…il tutto con una naturalezza disarmante!). Un altro tiro da 3 di Douglas riporta a -4 gli ospiti sul 66 a 62 con 9 minuti sul cronometro, ma da li in avanti si segna ancor più con il contagocce e gli errori si susseguono. A questo punto, così come nella scorsa partita contro i Suns, viene fuori il talento indiscutibile di Tony Parker che con la gara punto a punto decide di prendere per mano i suoi e realizzare gli ultimi 7 punti della sua squadra: semplicemente devastanti i suoi jump shot dopo i pick&roll con i lunghi! Il punteggio dice 74 a 76 per San Antonio quando sul cronometro mancano ancora quasi 2 minuti alla fine, ma poi nulla cambia fino alla sirena; con i Warriors che hanno ben tre occasioni per poter ribaltare il risultato ma le falliscono tutte, l’ultima delle quali in un finale al cardiopalma con una penetrazione e tiro di Iguodala che balla più volte sul ferro ma esce.

Da segnalare un bel record che si registra in questa serata di festa per gli Spurs: Duncan e Parker superano la coppia Fisher-Bryant per numero di partite giocate come compagni di squadra.