Nella calda notte di South Beach, i Miami Heat riportano la serie in parità dominando i Bulls in Game 2, stabilendo la vittoria più larga della storia della franchigia in una partita di post-Season. Dopo le prime otto gare di queste semifinali di Conference, tutte e quattro le gare sono bloccate sull'1-1 dopo le prime due partite. Da domani li scenari si ribaltano e, ci possiamo scommettere, se ne vedranno delle belle.

CHICAGO BULLS - MIAMI HEAT 78 - 115

Dopo un primo tempo fotocopia di Gara 1, con i Bulls che arroccano la propria difesa e con gli Heat che stentano a trovarare il ritmo partita, LeBron e compagni ingranano sul finire del secondo periodo, andando poi all'intervallo sul risultato di 41-55.La ripresa si apre su scenari surreali, con le due squadre sull'orlo di una crisi di nervi, sempre pronte a scattare al minimo contatto. Se, sugli spalti, l'entusiasmo è fuori controllo, in campo la tensione è nettamente percepibile. L'aspetto passionale della gara non può  che giovarne e, nonostante l'ampio margine tra le due squadre, la partita rimane interessante sino al termine. Gli Heat uccidono la partita dominando il secondo tempo con un parziale di 60-37, giocato quasi interamente con le seconde linee. Ray Allen è il miglior marcatore della partita con 21 punti, seguito dai 18 di Norris Cole. Dopo un primo tempo stellare (19 punti, 7-9 dal campo) LeBron si mette in poltrona e sforna un assist dopo l'altro (7 solo nel terzo quarto). Wade e Bosh chiudono con 15 e 13 punti, 11 anche per Chalmers. Tra le file degli ospiti non possono esserci menzioni d'onore dopo una sconfitta simile, ma siamo sicuri che questo venerdì, di fronte al proprio pubblico, la partita sarà ancor più infuocata. Se si pensa che in questa Gara 2 ci sono stati 51 falli personali, 9 falli tecnici e 2 espulsioni, meglio portarsi il caschetto allo stadio. Voci di corridoio parlano di un ritorno di Hinrich e Deng per Game 3, ma la più grande sorpresa potrebbe arrrivare dal ritorno in  campo di Rose.

GOLDEN STATE WARRIORS - SAN ANTONIO SPURS 90 - 81

Esempio lampante delle parole "controtendenza" ed"incoerenza". Dopo una Gara 1 da più di 250 punti, con difese mitragliate dagli attacchi avversari, questa Gara 2 si gioca all'insegna del prendere meno punti dell'avversario. Golden State la spunta battendo gli Spurs sul loro punto di forza, guidati da un Klay Thompson in versione All Star. Per lui i punti al termine della gara saranno addirittura 34, 8-9 da tre, ai quali vanno aggiunti addirittura 14 rimbalzi, nei 46 minuti totali giocati. Gli Spurs s'imbattono in una serata storta in fase di tiro, chiudendo col 39% dal campo e con il 20% da tre. Duncan ne mette 23, Parker 20, ma dalle seconde linee non arriva il solito apporto e l'attacco ne risente. Steph Curry dimezza lo score di Gara 1, siglando 22 punti, ma contribuendo in maniera celestiale alla manovra. Appuntamento a questo sabato per Gara 3.