Il VAR, in uso già dall'anno scorso nel ciclismo, è il protagonista decisivo della terza tappa di questo Giro d'Italia. Viviani alza le braccia al cielo sul traguardo, ma viene declassato a causa di un contatto con Moschetti. La tappa va quindi a Gaviria, che era arrivato secondo al traguardo e che, così, riesce a guadagnare anche i punti necessari a strappare la maglia ciclamino ad Ackermann. Invariate tutte le altre classifiche.

La corsa

Si parte da Vinci, città che ha dato i natali a uno dei più grandi geni della storia dell'umanità, Leonardo, per omaggiarlo nell'anniversario dei 500 anni dalla sua morte. Subito dopo la partenza,  il giapponese Sho Hatsuyama della Nippo-Vini Fantini si avvantaggia sul gruppo e, nonostante nessuno decida di seguirlo, continua nella sua azione. Nei primi 145 km di corsa, l'unico motivo d'interesse della tappa è proprio l'azione del giapponese che, mostrando il suo coraggio, ma soprattutto dando visibilità agli sponsor e alla sua nazione, che ospiterà le prossime Olimpiadi, rimedia parzialmente alla brutta figura del suo compagno di squadra e connazionale Nishimura, andato fuori tempo massimo dopo i soli 8 Km della prima tappa. Il giapponese riesce a raggiungere il vantaggio massimo di 7' 10", ma più per una volontà del gruppo, che tiene un ritmo molto basso, che non per effetto della sua andatura.

Hatsuyama si prende anche il traguardo volante di Poggibonsi, dove alla sue spalle Démare regola il gruppo, dimostrandosi interessato alla classifica a punti. Ai -75 il gruppo riprende Hatsuyama, al quale vanno comunque i complimenti per aver provato a movimentare una tappa piuttosto monotona. Con il gruppo compatto si arriva al traguardo volante di Grosseto, posto ai -50 dal traguardo, dove Démare, senza che nessuno provi a impensierirlo, va a sprintare nuovamente per primo. Anche l'unico GPM di giornata, ai -40,  non regala particolari emozioni, ma permette a Giulio Ciccone, che transita per primo, di guadagnare altri punti per la classifica della maglia azzurra.

Il gruppo aumenta il ritmo, con le squadre che provano a portare avanti i propri capitani per tenerli lontano da eventuali rischi legati al vento, che soffia molto forte nella zona del traguardo. Nessuno, però, riesce ad approfittare del vento e non accade nulla di rilevante fino ai -9 dal traguardo, quando Carapaz si stacca per una foratura e alla fine della tappa, nonostante l'aiuto di alcuni compagni, perderà 46" dai migliori. Ai -5 una brutta caduta, che coinvolge una decina di uomini, divide il gruppo in due parti, nella prima restano tutti i capitani, tranne Geoghegan Hart, che arriverà al traguardo con 1' 27" di ritardo, scortato dai suoi compagni di squadra. 

Le vere emozioni, però, arrivano negli ultimi 400 metri, quando Ackermann è il primo a lanciare la volata. Stavolta, però, Viviani, che ieri aveva battezzato la ruota di Gaviria e si era lasciato sorprendere dal tedesco, è sulla ruota giusta e prova a superarlo in vista del traguardo. Nello scatto, però, forse disturbato anche dal forte vento contrario, allarga troppo la sua traiettoria e, senza accorgersene, finisce con il disturbare Matteo Moschetti, anche lui lanciatissimo in volata. Moschetti è costretto a toccare i freni ed è molto bravo a  non cadere. Nel frattempo, Viviani, nonostante il contatto, dimostra di essere il più forte e vince la volata, davanti a Gaviria e Démare.  Dopo una quindicina di minuti di attesa, però, la giuria, dopo aver rivisto le immagini al VAR, decide di declassare Viviani e assegnare la vittoria a tavolino a Gaviria. Il colombiano si presenta al podio premiazione scuro in volto e si dice in disaccordo con la decisione della giura, perché Viviani aveva dimostrato in corsa di essere il migliore. La decisione della giura però non cambia, e l'unica consolazione per i colori italiani è la presenza di ben sei azzurri nella top ten: al decimo posto si piazza Sacha Modolo, mentre dal quarto all'ottavo si classificano rispettivamente MoschettiNizzolo, Mareczko, Cimolai e Belletti.

Il gruppo, con Roglic sempre in maglia rosa, ripartirà domani da Orbetello e continuerà a scendere verso sud. Dopo 234 km si giungerà al traguardo di Frascati, dove, con l'arrivo in salita (2,5 km con pendenza media intorno al 4%) lo scenario più verosimile è quello di una volata ristretta a un gruppo di 50-100 corridori, ma non è da escludere nemmeno l'arrivo della fuga, che potrebbe avere molte più possibilità rispetto alle tappe di oggi e di ieri, vista una parte finale di tappa piuttosto mossa. Non dovrebbero esserci grandi sorprese in classifica generale, ma i capitani dovranno fare molta attenzione nel finale e restare nella testa del gruppo, per evitare di perdere secondi preziosi nel caso in cui dovessero crearsi dei buchi.

ORDINE D'ARRIVO:

1) GAVIRIA RENDON Fernando 5h 23’ 19”0’ 10”0’ 00”

2) DEMARE Arnaud           s. t.

3) ACKERMANN Pascal      s. t.

4) MOSCHETTI Matteo        s. t. 

5) NIZZOLO Giacomo          s. t.    

6) MARECZKO Jakub             s. t.

7) CIMOLAI Davide                s. t.

8) BELLETTI Manuel              s. t.

9) KNEES Christian               s. t.

10) MODOLO Sacha             s. t.