Sessantacinque chilometri di spettacolo nei Pirenei. La diciassettesima tappa premia un ritrovato Nairo Quintana, finalmente all'attacco dalle prime rampe dell'ultima salita, e Geraint Thomas, sempre più signore in giallo di questo Tour de France. Il gallese ha definitivamente tolto i gradi di capitano dalle spalle di Froome, mai così in difficoltà in sette anni, e sembra aver messo anche una seria ipoteca sul successo finale, anche se i rivali non mancano. Il primo è Tom Dumoulin. L'olandese si dimostra ancora una volta abile in salita, ma come al Giro sembra aver trovato un avversario più forte e in palla lungo l'arco di tutte e tre le settimane.
La tappa più corta della Grand Boucle è anche quella dove, per la prima volta nella storia, la partenza dei corridori sarà scaglionata, con le griglie a dividere i capitani dai gregari. In molti si aspettavano attacchi sin dai primi metri, ma la realtà è che il gruppo si è ricompattato dopo pochissimo tempo decretando così la bocciatura di questo tipo di partenze. A movimentare la frazione ci pensa Tanel Kangert (Astana) che si trova al comando in solitaria dopo due chilometri di salita. All'inseguimento dell'estone si portano altri ventitré corridori tra cui spiccano i nomi di Alaphilippe (Quickstep Floors), Valverde (Movistar), Mollema (Sunweb), Yates (Mitchelton-Scott) e Rolland (EF Drapac/Cannondale), loro sono i protagonisti della fuga di giornata. Al corridore dell'Astana, però, riescono ad agganciarsi solamente Alaphilppe e Durasek durante la discesa del Peyragudes, mentre in gruppo le acque iniziano a muoversi sulla successiva ascesa, quella del Col d'Azet. L'Ag2r si mette a fare il ritmo e a 34 chilometri partono Latour e Bardet con Martin (UAE) sulla loro ruota. Il terzetto, tuttavia non riesce a prendere il largo grazie all'intervento della Movistar, che evidentemente ha qualcosa in serbo per l'ascesa finale. In cima all'Azet restano solo Kangert ed Alaphilippe, con l'estone che lascia il Gpm al francese per poi staccarlo appena inizia l'ultima salita, il Col de Portet.
Dietro, appena la strada inizia a salire, Valverde aumenta il ritmo ma subisce l'attacco del giovane Martinez (EF Drapac/Cannondale), mentre in gruppo è ancora la Movistar a scandire il passo con Marc Soler. A quindici chilometri dal traguardo iniziano a muoversi i big con Daniel Martin ad aprire le danze seguito da Quintana (Movistar). I due prendono trenta secondi sul gruppo tirato dalla Sky che non accenna nessuna veemente reazione. Il colombiano va su come una moto, mentre alle sue spalle ci prova Roglic (Lotto Jumbo), con Froome (Sky) incollato alla sua ruota e Dumoulin (Sunweb) e Thomas (Sky) più arretrati con l'olandese chiamato a chiudere il buco. Il ricongiungimento tra il duo e il gruppetto dei big arriva dopo un chilometro, intanto davanti Quintana riprende Valverde che si mette al suo servizio e realizza il ricompattamento tra il colombiano e Kangert.
A cinque chilometri dalla fine, Quintana si invola in solitaria con il big tutti assieme dietro al mini trenino Sky. A due chilometri Froome è un po' in difficoltà e perde le ruote di Dumoulin, Roglic e Thomas dopo l'accelerazione dello sloveno, ma rientra grazie all'enorme lavoro di gregariato di Bernal. A un chilometro e mezzo parte secco Dumoulin con la maglia gialla e Roglic incollati alla sua ruota, mentre il vincitore del Giro d'Italia si stacca e perde 30 metri dal terzetto. Il più in forma, però, è lo sloveno che prova nuovamente lo scatto ma il trio resta compatto nonostante un Dumoulin in sofferenza. Al traguardo arrivano in solitaria Quintana, straordinario vincitore, Daniel Martin e Geraint Thomas, che sulle ultime rampe stacca Roglic e Dumoulin. Venti secondi più tardi transita anche Froome, il Tour pare abbia un nuovo padrone, seppur sempre sotto l'egida della Union Jack.