La seconda uscita pirenaica rischia di essere decisiva nell'economia del Tour. Una tappa inedita, dal chilometraggio ridotto e con partenza in griglia. Novità assoluta in grado di rimescolare le carte, di privare i capitani di preziosi punti di riferimento. Cinque file, secondo l'ordine stabilito dall'attuale graduatoria generale, i primi 20 a dettare il passo. Difficile quindi organizzare un controllo di corsa, il Team Sky, fin qui padrone in quota, teme di vedere sgretolato il classico treno. La ridotta lunghezza aumenta poi l'incertezza, chi vuole ribaltare il Tour ha margine d'azione. Si parte da Bagneres de Luchon, sede d'arrivo di ieri, epilogo a Saint-Lary-Soulan. I primi colpi di pedale sono all'insù, inizia subito l'ascesa verso Montée de Peyragudes. 14.9 chilometri, la pendenza media è del 6.7%. Tra l'undicesimo e il tredicesimo chilometro, si scollina oltre l'8%, ma in generale la salita è regolare. 

La successiva discesa pilota al traguardo volante, scossa che introduce il secondo GPM di giornata, ancora una volta di prima categoria. Col de Val Louron-Azet, 7.4 chilometri, pendenza media dell'8.3%. La porzione iniziale - dal secondo al quarto chilometro - è quella più problematica, punte del 10% costringono il gruppo a prestare attenzione. Non c'è spazio per recuperare, per incamerare energie. Una rapida picchiata ed è già tempo di "trascinare" nuovamente la bicicletta. Sul Col du Portet salta il banco, sono circa 16 chilometri, la pendenza media è vicina al 9%. Come si può notare dall'immagine sottostante, diversi settori sono segnalati in "nero". In apertura e in chiusura, oltre il 10% di pendenza. 

La lotta per la maglia gialla abbraccia tre uomini, Dumoulin è nella morsa di Thomas - attuale leader - e Froome. La voglia di primeggiare - e perchè no salire sul podio - di alcuni corridori può però rimescolare le carte. Martin, Roglic, Landa, Bardet, Fuglsang, tutti mirano a scuotere la carovana, a mettere una firma prestigiosa sull'edizione corrente.