Esteban Chaves doma l'Etna, Simon Yates lancia un monito ai principali rivali. Cambia la maglia rosa, ora sulle spalle del britannico, brillante in quota e in grado di togliere di ruota Pinot, ma soprattutto Dumoulin, Froome e un Aru al gancio. In attesa di nuovi esami in salita, il Giro torna a sorridere alle ruote veloci, la settima tappa è infatti cucita su misura per gli sprinter presenti in gruppo. I chilometri da percorrere sono 159, la sede di partenza è Pizzo. Epilogo a Praia a Mare, il finale non regala particolari insidie.
I primi 75km sono totalmente pianeggianti, il plotone può controllare abilmente l'azione di giornata, c'è spazio per eliminare le tossine dei giorni precedenti, per recuperare gamba e fiato. Dopo il rifornimento, piccola scossa altimetrica, la strada si impenna ma nessun GPM è segnalato lungo la strada. La seconda porzione di corsa è più movimentata, alcune piccole alterazioni costringono i corridori a mantenere alta la soglia d'attenzione.
Dopo Santa Maria del Cedro, trampolino per anticipare la volata. Dieci chilometri circa con pendenze interessanti, si può tentare la sortita per sorprendere le squadre dei velocisti. Difficile la Quick-Step conceda spazio, Viviani - due vittorie fin qui - è il logico favorito. I 5km conclusivi sono perfetti per organizzare lo sprint, poche curve, spartito chiaro. Gli avversari del fuoriclasse italiano sono i soliti. Bennett, Modolo e Bonifazio, questa la margherita da seguire con attenzione.