Solo Vincenzo Nibali poteva porre fino al digiuno italiano alla Milano-Sanremo, che durava da dodici anni, dalla vittoria di Filippo Pozzato nel 2012. Lo Squalo dello Stretto ha tinto nuovamente di tricolore una Classicissima di Primavera prima bagnata dalla pioggia, poi baciata dal sole, con un'azione straordinaria nel finale di corsa. Partito sul Poggio, non sul tratto più duro, ma con un tempismo perfetto, il siciliano della Bahrain-Merida ha avuto la forza di tirar dritto e di resistere al ritorno del gruppo in Via Roma, conquistando una delle vittorie più bella di una carriera già zeppa di acuti.
Subito dopo l'arrivo, intervistato dalla stampa televisiva, Nibali non ha nascosto stupore e incredulità per un successo a lungo cercato ma comunque inatteso (il messinese non era certo tra i grandi favoriti della vigilia): "Devo ringraziare la squadra che ha corso alla perfezione - le sue parole a caldo alla RAI, riportate dalla Gazzetta dello Sport - io sono riuscito a rimanere coperto in gruppo con Colbrelli, tenendo la situazione sotto controllo. La tattica era che avrei dovuto muovermi nel finale se qualcuno se ne andava. Sulla Cipressa sentivo che avevo una bella gamba risalivo posizioni. Ho attaccato e quando dall'ammiraglia mi hanno detto che avevo venti secondi di vantaggio mi sono sorpreso e ho tirato a tutta. I due viali con il vento il faccia non finivano mai. Avevo paura di girarmi, non sapevo dov'era il gruppo. Sentivo soltanto "10" e "11". Ero lì a tutta e sentivo che c'era Colbrelli a fare da stopper, che controllava. Quando sono arrivato a 50 metri dal traguardo mi sono girato e mi sono preso un momento. Arrivare tra le due ali di folla è stato fantastico, mi sono reso conto che i velocisti non mi avrebbero ripreso. È bellissimo, ma non riesco ancora a valutare se sia la più bella vittoria della mia carriera. Quando a volte mi invento queste cose non so nemmeno io come faccio. Me la gusterò piano piano. È una gara che non speravo di vincere. Ho fatto una buona Tirreno e ne sono uscito in crescendo giorno dopo giorno. Sono arrivato qui a fari spenti, con grande serenità, nelle condizioni migliori".
Queste invece le parole di Nibali nella successiva conferenza stampa: "In realtà ancora non capisco bene cosa sia successo, perché è tutto così inaspettato. È stato incredibile. Quando Neilands ha attaccato, mi ha chiesto di collaborare. La squadra stava lavorando per Colbrelli che era in gran forma, ma ho visto che Neilands era forte e che avevamo un distacco di venti secondi, quindi ho deciso di continuare l'attacco. Nella parte superiore del Poggio, dove la pendenza è un po' più alta, ho accelerato e poi ho proseguito. I due chilometri finali sono stati interminabili. Prima della corsa avevo due punti chiave in mente: la Cipressa, perché se ci fosse stato un attacco con sei, sette o addirittura nove corridori, avrei provato a entrare ma senza spingere, e il Poggio, dove era probabile un attacco di Kwiatkowski, Van Avermaet o Sagan. Ero ben posizionato nel gruppo dietro Mohoric, in attesa che qualcuno si muovesse e che reagisse. Negli ultimi cinquanta metri sapevo di aver vinto. Potevo vedere il traguardo davanti a me e ho fatto in modo di assaporare la vittoria. Con Peter Sagan sono molto amico. Gli ho detto, "Cosa fai, aspetti la volata?" Non mi ha risposto. Il mio ruolo oggi era di stopper per Colbrelli. Volevo capire cosa stava facendo Peter. Un corridore come me deve arrivare da solo. In passato ho imparato che, se finisco con Alaphilippe, Kwiatkowski o Gilbert, finisco dietro. Ho avuto molto sangue freddo nelle mie decisioni. L'attacco è stata un'ottima mossa, ho usato la testa ma anche il cuore perché per arrivare da solo al traguardo dopo tutti quei chilometri e, dopo tutta la pioggia, avevo bisogno di molta determinazione".
"Mi sentivo in ritardo nella preparazione per la Sanremo, ma durante la Tirreno-Adriatico la mia forma è cresciuta e mi mancava solo il guizzo finale. Sono tornato a casa e mi sono riposato, poi sono venuto in questa Milano-Sanremo in ottime condizioni, l'ho realizzato solo durante la gara. Ho finito la scorsa stagione vincendo Il Lombardia e ho iniziato questa stagione con la Milano-Sanremo. Le gare di un giorno sono speciali per me. Forse la Milano-Sanremo è stata quella che meno mi aspettavo di vincere perché non è la più adatta alle mie caratteristiche. In passato ho attaccato sul Poggio e sono andato sul podio, ma sono sempre stato battuto da chi ha un finale più veloce del mio. Oggi ho vinto e sono molto felice".