Conquistata la terza maglia iridata consecutiva, impresa mai riuscita a nessuno nella storia del ciclismo su strada, per Peter Sagan è tempo di riposo e di programmazione. "Ora voglio stare con la mia famiglia", le parole del fenomeno slovacco dopo l'oro di Bergen, in Norvegia, ma nello sport contemporaneo non ci si può fermare mai, qundi per Sagan è già tempo di pensare alla prossima stagione, agli obiettivi, al calendario.
Il 2018 del corridore della Bora-Hansgrohe ripartirà dall'Australia, precisamente dal Tour Down Under, breve corsa a tappe che si disputa a gennaio. A confermarlo, lo stesso campione del mondo, al quotidiano Adelaide Advertiser: "Sono entusiasta di iniziare la stagione 2018 con la maglia iridata indosso - le sue parole - ancora una volta in Australia, al Tour Down Under. E' il modo ideale di cominciare ogni anno l'annata dell'UCI World Tour. Lì c'è tutto l'occorrente, una corsa dura e stimolante, bel tempo e fans che tifano per noi in ogni modo, giorno dopo giorno". Già nel 2017 la stagione di Sagan aveva preso il via dall'emisfero australe, anche se nell'ultima edizione del Tour Down Under lo slovacco non aveva avuto occasione di mettersi in mostra, surclassato nelle volate di gruppo dallo sprinter di casa Caleb Ewan, poi vincitore di una tappa anche al Giro d'Italia. Se il Down Under rappresenterà l'inizio di una nuova stagione da sicuro protagonista, il resto del calendario di Sagan è tutto da scoprire, nonostante sia facile intuire quali siano gli obiettivi del 2018 del campione del mondo. Probabile un febbraio trascorso nel deserto degli Emirati, tra Abu Dhabi Tour e Dubai Tour, per continuare ad affinare la condizione in vista della primavera. Nella carriera dello slovacco, la Tirreno-Adriatico è sempre stato un appuntamento fisso a marzo, in preparazione della Milano-Sanremo: nello staff dello Bora-Hansgrohe ci sarà quindi ancora da scegliere tra la Corsa dei due mari e la Parigi-Nizza, che si disputa nella stessa settimana, per provare poi un altro assalto alla Classicissima di Primavera, dopo la beffa del 2017. Lo scorzo marzo Sagan diede spettacolo sul Poggio di Sanremo, attaccando prima dello scollinamento e staccando il gruppo dei grandi velocisti. Solo uno straordinario e astuto Michal Kwiatkowski riuscì a negargli la vittoria, la prima in Via Roma della carriera.
Nel 2018 Sagan ci riproverà, con la consapevolezza che però la Sanremo non è una corsa disegnata su misura per lui, a meno di grandi azioni come quella dello scorso anno. Il resto della primavera dello slovacco dovrebbe invece avere come fulcro le classiche delle pietre: quindi Het Nieuwsblad, GP3 di Harelbeke, Giro delle Fiandre (vinto nel 2016), Gand-Wevelgem e Parigi-Roubaix. Proprio il rendimento dello slovacco nell'Inferno del Nord sarà da seguire con interesse: corsa dal fascino intramontabile, la Roubaix ha sinora sempre respinto Sagan, mai davvero protagonista sui settori di pavè che la compongono. Archiviate le classiche delle pietre, Sagan potrebbe prendersi una pausa, perchè le corse delle Ardenne, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi non sono adatte alle sue caratteristiche. "Non credete a chi mi pensa competitivo anche sulle Ardenne - le parole di Sagan pochi giorni fa alla Gazzetta dello Sport - sono un corridore di ottanta chili, non fanno per me". Più verosimile dunque pensare a una preparazione specifica verso il Tour de France, per riprendersi quella maglia verde (quest'anno vinta da Matthews) per la quale non ha potuto competere lo scorso luglio, causa esclusione al termine di una volata senza esclusione di colpi con Mark Cavendish in una delle prime tappe, con arrivo a Vittel. Dopo il Tour, ci sarà da decidere se prendere o meno parte alla Vuelta a Espana, e soprattutto se affrontare ancora una volta l'avventura iridata. Il prossimo appuntamento mondiale, a Innsbruck, viene descritto come troppo duro anche per un fenomeno come Sagan, ma lo slovacco ha già fatto capire di non aver escluso di volerci provare.