Un'Italia d'assalto. Il mondiale di Bergen si avvicina - 17/24 settembre - e la nostra nazionale prepara a fari spenti, ma con grande attenzione, l'appuntamento. Le luci della ribalta illuminano altre squadre, Cassani gonfia il petto e si mostra fiducioso. Non un'interpretazione di conserva, una prova d'attacco per scalfire le gerarchie di strada. Le convocazioni, ufficiali da qualche ora, confermano l'assunto. L'Italia non intende prestare il fianco, spendere preziose energie in lunghe rincorse, anzi vuole ribaltare lo spartito, costringere altri a riflettere.
Abbiamo diverse carte da proporre al tavolo da gioco. Campioni di differenti caratteristiche fusi in un contesto di gruppo. Trentin e Moscon escono ingigantiti dalla Vuelta. Più volte dominante il primo, straordinario gregario di Chris Froome il secondo. La corsa spagnola propone un Moscon versione scalatore con pochi eguali nel panorama ciclistico. Gamba, forza, continuità, può affondare il colpo. Trentin ha qualcosa meno in quota, ma una solidità complessiva superiore. In una volata ridotta è tra i migliori.
A proposito di sprint, Viviani ha alle spalle una porzione di stagione a cinque stelle. Al tramonto, può essere l'opzione di cartello. Coperto, deve assorbire il mutare degli eventi. Colbrelli, fresco di successo alla Coppa Bernocchi, si presenta in condizione.
Da non sottovalutare, poi, Ulissi e Bettiol, fuoriclasse il primo, uomo d'offesa il secondo. Si chiude con Puccio, De Marchi e Bennati. Specie Bennati ricopre un ruolo decisivo, è la mente azzurra, ha un'esperienza senza confini, capacità di lettura superiori. Tocca a lui trasportare sulla strada il pensiero del tecnico.
L'Italia
Colbrelli, Trentin, Bennati, Moscon, Puccio, Ulissi, De Marchi, Bettiol, Viviani