A Sierra de La Pandera, avvisaglie di guerra. Nibali accende la miccia, Contador si porta alla ruota dello squalo, Froome risale come sempre con i suoi tempi. Distacco risicato, paga qualcosa in più Chaves, meno brillante rispetto alla prima settimana.
La quindicesima uscita - Alcala La Real – Sierra Nevada. Alto Hoya de la Mora - rischia di essere decisiva nell'economia della corsa spagnola. Nelle gambe la fatica di ieri, alle porte un terreno infernale. Tappa breve, 129.4 chilometri da percorrere, un epilogo di rara intensità.
La prima porzione è piuttosto tranquilla, piccole scosse, ma nessuna emergenza per il gruppo. Al chilometro 45, traguardo volante, inizia qui la fase calda perché i protagonisti intravedono le prime rampe dell'Alto de Hazallanas. GPM di prima categoria, misura 16.3 chilometri, la pendenza media è del 5.5%. Come si evince dal disegno sottostante, la salita si può spezzare in due tronconi, con un tratto centrale in discesa in cui rifiatare. Dal decimo chilometro si fa dura, si tocca addirittura il 22%.
Allo scollinamento, mancano circa 55 chilometri. Una lunga discesa conduce al confronto conclusivo. Alto del Purche, 8.5 chilometri, pendenza media dell'8%, ma stoccate al 12% in grado di scuotere il gruppo. Al GPM, la strada non si fa più dolce, anzi. Inizia subito l'asperità che porta al traguardo di tappa. Sono addirittura 19.3 chilometri. Tra il secondo e il terzo, si accarezza il 10% di pendenza. Non è impossibile come scalata, ma per lunghezza e posizione può incidere non poco.
Difficile, con una tappa così concentrata, pronosticare una fuga. Occasione per gli uomini di classifica. Miguel Angel Lopez, straripante di recente in quota, può rubare la scena, il duello è ovviamente tra Froome e Nibali, il primo e il secondo della generale. Contador insegue il podio di Madrid, il suo ritorno si fa via via più probabile.
Il percorso