E' terminato ieri con la vittoria a sorpresa di Groenewegen su André Greipel sugli Champs Elysées il 104esimo Tour de France, che passerà alla storia come il quarto successo di Chris Froome, il terzo consecutivo, che si porta ad un solo trionfo dal record di vittorie condiviso da Jacqeus Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain. Qui proveremo a raccontarvi ciò che accaduto nelle 21 tappe di questa Grand Boucle con le dieci fotografie più significative scattate sulle strade di Germania, Belgio e Francia.
Seconda tappa: uno scivolo acquatico (Ph: Chris Auld)
E' forse lo scatto più bello di tutto il Tour de France. Nel corso della seconda tappa che portava la carovana da Dussedolrf a Liegi, a pochi chilometri dal termine scivolano Chris Froome (il primo a sinistra), Romain Bardet (al suo fianco) e Geraint Thomas (maglia gialla). La caduta non influirà sulla classifica, ma il gallese del Team Sky ne soffrirà le conseguenze ed unitamente ad un'altra caduta nella nona tappa si ritirerà, lasciando Froome senza un importante compagno in salita.
Quarta tappa: l'episodio che ha caratterizzato la prima settimana. Sagan squalificato, Cavendish ritirato. (Getty)
La volata di Vittel è stata forse la più importante di tutto il Tour de France. Nella cittadina francese va in scena un finale da far west: il gruppo si spezza a causa di una caduta sotto la flamme rouge, poi, a poche centinaia di metri dal traguardo, Cavendish finisce contro le barriere. Il britannico è costretto al ritiro, ma Sagan che ha procurato la caduta viene squalificato dall'intera corsa. Il campione del mondo dice addio al record di Rick Zabel, sei maglie verdi vinte, lasciando la strada spianata ai velocisti puri.
Quinta tappa: la maglia tricolore in trionfo a La Planche des Belles Filles. (Getty)
Lo scatto che ha fatto emozionare una nazione intera. Dopo Vincenzo Nibali nel 2014, la maglia tricolore torna a festeggiare in cima a La Planche des Belles Filles. Fabio Aru fa capire a tutti di essere un avversario temibile, lo scatto in faccia a Chris Froome ed al trenino Sky è un chiaro segno di forza e belligeranza. Per il Cavaliere dei Quattro Mori è l'inizio di una buona cavalcata chiusa al quinto posto a Parigi, complice anche una bronchite che lo ha colpito nell'ultima settimana.
Settima tappa: Kittel imbattibile, un fotofinish da too close to call.
Dopo l'addio di Peter Sagan, è Marcel Kittel a prendersi la scena. Il velocista tedesco timbra il suo terzo successo in corsa grazie ad un photofinish al millimetro, quasi da too close to call. Il corridore della Quickstep sarà il dominatore delle volate e il principale favorito alla maglia verde fino al suo ritiro nel corso della diciassettesima tappa. Cinque le vittorie in totale per Kittel, che senza il ritiro sarebbe potuto arrivare facilmente a sette, sfiorando il record di otto vittorie in una sola edizione appartenente ad Eddy Merckx, Charles Pélissier e Freddy Maertens.
Dodicesima tappa: un sardo in giallo. (Getty)
Un altro scatto che ha fatto emozionare l'Italia. Ancora una volta un italiano in giallo, ancora una volta un campione italiano e ancora una volta un corridore dell'Astana. Il flashback al 2014 con Vincenzo Nibali continua, ma purtroppo per Fabio Aru ed i tifosi italiani l'epilogo non sarà lo stesso dello Squalo dello stretto. Per il sardo resta la soddisfazione e l'emozione di aver vestito la maglia più importante del ciclismo, una cosa riservata a pochi eletti.
Diciasettesima tappa - 1: Michael Matthews si veste meritatamente di verde. (Getty)
Il giorno prima l'australiano ha vinto la sua seconda tappa a Roman-sur-Isére e nel giorno del ritiro di Marcel Kittel, Michael Matthews si veste finalmente e meritatamente di verde. Bling ha cercato in ogni modo di tenere viva la classifica a colpi di traguardi volanti per poter lottare con il velocista della Quickstep e alla fine l'ha spuntata lui. Chapeau Michael.
Diciassettesima tappa - 2: Un saltatore di sci conquista il Galibier. (Getty)
La diciannovesima tappa, con arrivo a Serre Chevalier dopo la scalata al Galibier, ha forse sancito la nascita di un nuovo campione: Primoz Roglic. Il giovane ciclista sloveno in forza alla Lotto Jumbo ha staccato Alberto Contador sulla celebre salita francese involandosi ad uno storico successo. Roglic ha già mostrato di essere molto forte nelle prove contro il tempo e con la prestazione di forza offerta sul Galibier potremmo aver assistito al primo squillo di un futuro campione di grandi giri e, chissà, del Tour de France.
Diciottesima tappa: la rinascita di Warren Barguil.
Il Tour de France numero 104 è anche quello della rinascita di Warren Barguil. Nel 2015 il giovane francese si era messo in mostra come uno dei più fulgidi prospetti del ciclismo transalpino, ma il 2016 ha provato a mettergli i bastoni tra le ruote. Ad inizio stagione fu investito da un auto assieme a molti altri compagni dell'allora Giant-Alpecin, poi la frattura del bacino poco dopo il rientro alle corse. Nelle prime tappe si è fatto vedere in fuga, ma le gambe ancora non giravano. Vince a Foix come fuggitivo davanti ad Alberto Contador e Nairo Quintana, un buon biglietto da visiti già di per sé, poi sull'Izoard arriva la rinascita. Scatta dal gruppo maglia gialla, nessuno tiene le sue ruote, recupera e stacca tutti i fuggitivi salendo a doppia velocità e vince in solitaria. La dedica è a chi non c'è più e la vittoria della Maglia a Pois è la ciliegina sulla torta per Warren.
Ventesima tappa: Froome appone il suo sigillo.
Sono le cronometro il vero ago della bilancia di questo Tour de France. Quella di apertura a Dussedolrf creò i primi distacchi tra i big, quella di Marsiglia, arrivata dopo diciannove tappe a tutta che però non hanno mostrato una grande differenza di forza, li ha ampliati. Froome è il più forte contro il cronometro e nella città della Costa Azzurra lo mostra a tutti ancora una volta. La sua prova non basta per vincere la frazione, ma è sufficiente per aumentare il proprio vantaggio sui diretti rivali, che nel frattempo si scambiano di posizione, e festeggiare il suo quarto successo alla Grand Boucle.
Il podio finale.
La classica foto di fine Tour de France. Il tramonto sugli Champs Elysées, le quattro maglie della Grand Boucle che festeggiano. Se c'è da trovare una pecca è sicuramente rappresentata dalla maglia bianca. Non perché Simon Yates non sia un vincitore degno, tutt'altro, ma perché una vera lotta non c'è mai stata, segno di un ricambio generazionale ancora lontano e forse acerbo.