Michael Matthews ultima il lavoro dei compagni con uno sprint d'astuzia, si porta sulla destra della sede stradale, chiudendo il varco a un Degenkolb in rimonta. Successo e polemiche, prima della fermata alpina. Il Tour vive oggi una giornata cruciale, Chris Froome deve difendere in quota la maglia gialla. La Mure – Serre-Chevalier, 183 chilometri da percorrere, epilogo in discesa, prima Telegraphe e Galibier. 

Dopo una manciata di chilometri, la strada sale, il gruppo si avvicina al Col d'Ornon. Seconda categoria, 5.1 chilometri, pendenza media del 6.7%. Picchiata e traguardo volante, fuga in atto da diverso tempo, queste almeno le previsioni. Con l'arrivo della Croix de Fer muta lo spartito. Nel complesso, 24 chilometri e una pendenza media del 5.2%. Nella fase iniziale, tra il terzo e il quarto chilometro, rimbalzo al 10%, poi la strada si fa più accomodante con un tratto addirittura in contropendenza. Al km9, altra spallata, muro all'11%. Tre-quattro chilometri d'inferno, poi si torna a respirare. Il finale è più dolce, ma la fatica inizia a presentare il conto. 

 

Il gruppo ha una quarantina di chilometri per recuperare, in attesa del Telegraphe. 11.9 chilometri, 7.1% la pendenza media. Chi vuole ribaltare la classifica, mettere in scacco i rivali, può tentare qui la sortita, con i rischi del caso. Froome può disporre i suoi, fondamentali per mantenere unita la corsa in attesa del Galibier, ultima chiamata odierna. 17.7 chilometri, 6.9% la pendenza media.

Come si può notare dal disegno sottostante, la differenza può emergere nei 5 chilometri che conducono allo striscione d'arrivo. Si resta, costantemente, tra l'8 e il 10% di pendenza, i postumi di una giornata in quota possono ampliare il divario. Uran, Aru e Bardet, tre carte per regalare un finale di Tour ancor più incerto.  

Come detto, il traguardo non è in salita, lunga discesa, dalla vetta del Galibier a Serre Chevalier. 28 chilometri a tutta per archiviare la prova. 

Il percorso