L'ascesa di Spilak, la difesa coraggiosa di Caruso, il crollo di Pozzovivo. A Soelden, istantanea decisiva. Difficile scalzare ora l'alfiere della Katusha, con una cronometro all'orizzonte favorevole al 30enne sloveno. In attesa della prova contro il tempo, Schaffhausen – Schaffhausen, ottava tappa, un circuito di 12.5 chilometri da ripetere otto volte.
All'interno del suddetto circuito, una salita di importante entità, uno strappo da ripetere, ovviamente, in più occasioni. La fatica può giocare un ruolo cruciale, siamo al tramonto di corsa e qualcuno può pagare dazio. Difficile ipotizzare un distacco significativo tra gli uomini di classifica, è infatti uno scenario da classica.
Sagan, già vincitore nella corrente edizione, può sfruttare il suo enorme potenziale, assorbire la scalata e piazzare poi l'affondo verso il traguardo. Con lui, finisseurs straordinari come Gilbert e Van Avermaet. Non è prova per velocisti, ma Matthews e Degenkolb hanno la capacità di reggere anche ad alterazioni del tracciato.
Per alcuni, come Pozzovivo, è l'ultima occasione, ma il terreno non è fertile per racimolare secondi, può provarci Rui Costa, la gamba di Kruijswijk è ottima, ma preferisce di certo altre pendenze.
Il percorso