L'urlo di Elia Viviani, una scarica di adrenalina, il successo come valvola di sfogo. Colbrelli si accoda, Felline mantiene la maglia di leader. Oggi, lo scenario muta repentinamente, la quarta tappa in linea espone il gruppo all'alta montagna, chiama a raccolta i principali protagonisti del Giro di Romandia. I chilometri da percorrere sono 162.3, da Domdidier a Leysin.
La fase iniziale è di attesa, non certo, però, accomodante. Il terreno si presenta insidioso fin dalle prime battute, la strada sale e offre un trampolino ad eventuali attaccanti. Dopo il km40, breve discesa, un rapido passaggio avvicina alla prima difficoltà altimetrica. Gpm di prima categoria, Jaunpass. 5.9km, pendenza media dell'8.3%, si raggiunge l'11% nei tratti più impervi. La sequenza è terribile, perché da qui al traguardo è alternanza continua di salita e discesa. Saanenmöser, 2° categoria, pendenze non impossibili, ma oltre 7km all'insù.
Più ostica l'ascesa che conduce al Col du Pillon. 7km, si accarezza il 10%. Chi ha gamba, può anticipare l'affondo, in vetta siamo infatti a meno di 20km dal traguardo. Picchiata e ultimo, duro, rimbalzo. Verso Leysin, il plotone trova le rampe conclusive. 4km secchi, tra il 7% e il 12%. La strada torna dolce a circa 1km dal termine, qualche colpo di pedale per portarsi allo striscione d'arrivo, la classifica può mutare in modo definitivo.
Chris Froome, al coperto nelle prime tappe, è il favorito, la BMC può lanciare Porte e Van Garderen, attenzione, poi, all'Orica, Simon Yates ha diverse pedine per muovere la corsa.
Il percorso