Si svolge domani l'edizione numero 101 del Giro delle Fiandre, seconda classica monumento stagionale dopo la Milano-Sanremo. Il Fiandre, Ronde van Vlandeeren secondo la dizione originaria, riporta il ciclismo alla sua versione eroica ed estrema, in mezzo a muri in pavè che hanno fatto la storia di questo sport. La classica delle pietre per eccellenza, insieme alla Parigi-Roubaix, che per un giorno catalizza l'attenzione mediatica di una nazione intera, il Belgio, là dove il ciclismo è religione.
260 i chilometri complessivi, da percorrere da Anversa (non da Bruges) fino al traguardo di Oudenaarde. Il primo muro significativo è il vecchio (Oude) Kwaremont, da affrontare dopo 115 km: 2.2 km sulle pietre con una pendenza media del 4% e una massima dell'11.6%. Poi, in rapida successione, ecco i muri di Kortekeer (1 km al 6.4%, max 17%), Eikenberg (1.2 km al 5.2%, max 10%), Wolvenberg (645 m al 7.9%, max 17.3%), Leberg (950 m al 4.2%, max 13.8%), Berendries (940 m al 7%, max 12.3%), Tenbosse (450 m al 6.9%, max 8.7%), fino al leggendario Muro di Grammont. Il Kapelmuur torna al Fiandre dopo cinque anni di assenza, 750 metri al 9% di pendenza media, con punte del 20%. Sarà questo il primo punto di svolta della corsa, con Pottelberg (1.3 km al 6.5%) e Kanarieberg (1 km al 7.7%) a seguire. Poi nuovamente il vecchio Kwaremont, il Paterberg (poche centinaia di metri al 9.4%, con tratti al 22%), il Koppenberg (700 metri al 5.3%), Steenbeekdries (750 metri al 5.5%), il Taaienberg (530 metri al 6.6%, max 15.8%) e il Kruisberg (2.5 km al 5%, max 9%). Gli ultimi ventisette chilometri di corsa vedono ancora stagliarsi l'Oude Kwaremont e il Paterberg, giudici del Fiandre, con la vetta dell'ultimo muro posta a poco meno di quindici chilometri dalla conclusione. Come accaduto lo scorso anno, vecchio Kwaremont e Paterberg potrebbero fungere da trampolini di lancio per un attacco, che possa coinvolgere più corridori o lanciare verso la vittoria il più brillante di giornata.
L'anno scorso fu Peter Sagan a fiaccare la resistenza del belga Sep Vanmarcke, per trionfare quindi in solitaria con la maglia iridata sulle spalle sul traguardo di Oudenaarde. Lo slovacco della Bora-Hansgrohe rimane tra i favoriti di questa edizione della Ronde van Vlandeeren, nonostante non abbia raccolto risultati eccezionali nelle corse di avvicinamento (Harelbeke, Gand-Wevelgem e Het Nieuwsblad). Chi invece giunge al Fiandre con il morale a mille è l'olimpionico belga Greg Van Avermaet della BMC, in gran forma e soprattutto abilissimo ad annusare i momenti chiave di corse del genere. Altri protagonisti annunciati sono lo stesso Vanmarcke (Cannondale-Drapac), il norvegese Alexander Kristoff (Katusha-Alpecin), i belgi Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), Tiesj Benoot (Lotto-Soudal), Jens Keukeleire (Orica-Scott), Jasper Stuyven e il tedesco John Degenkolb (Trek-Segafredo), l'olandese Lars Boom (Lotto-Jumbo), il britannico Ian Stannard (Team Sky). Dispone di un vero e proprio dream team la Quick-Step Floors: oltre a un Philippe Gilbert in forma strepitosa (reduce dalla vittoria alla Tre Giorni di La Panne), per la squadra belga saranno presenti altri ottimi corridori come Niki Terpstra e Yves Lampaert, per non parlare del grande Tom Boonen, al suo ultimo Fiandre (Tornado Tom ha già annunciato di non voler fare da comparsa). Poche chance per gli italiani presenti in gara: Matteo Trentin, Daniel Oss e Manuel Quinziato saranno dediti alla causa dei rispettivi capitani, mentre Salvatore Puccio e Gianni Moscon (Team Sky) non sembrano pronti per correre da protagonisti una classica del genere. Rimangono Fabio Felline (Trek-Segafredo), Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida) e l'ormai esperto Pippo Pozzato (Willier-Selle Italia). L'albo d'oro recente del Giro delle Fiandre:
2005. Boonen. 2006. Boonen. 2007. Ballan. 2008. Devolder. 2009. Devolder. 2010. Cancellara. 2011. Nuyens. 2012. Boonen. 2013. Cancellara. 2014. Cancellara. 2015. Kristoff. 2016. Sagan.