Una settimana, otto tappe e decine di spunti che si proiettano sulla neonata stagione ciclistica 2017. La Parigi-Nizza si è conclusa con il botto, con l'ultima maglia gialla trattenuta con i denti (solo 2" alla fine il distacco dal secondo classificato) dal colombiano Sergio Henao che può così festeggiare il suo primo, vero grande trionfo.
La strada però, come anticipato, ha germogliato numerose riflessioni per le quali è necessario procedere con ordine chirurgico.
Sergio Henao. Come non partire da colui che ha iscritto il suo nome nell'albo d'oro della Parigi-Nizza? Sergio Henao non ha emozionato particolarmente ma è comunque riuscito a far sua la seconda, per importanza, corsa a tappe francese, il tutto in un'alba di stagione che fino a questo momento appare interessante per il Team Sky. Prima il trionfo di Michal Kwiatkowski alla Strade Bianche, poi la vittoria alla seconda tappa della Tirreno-Adriatico con Geraint Thomas e adesso la vittoria di Henao: lo squadrone britannico c'è e il suo Capitano, un certo Chris Froome, già sogna pensando alla corazzata di cui potrà disporre a luglio. È vero, siamo molto distanti dai Campi Elisi ma se fosse vero che il buongiorno si vede dal mattino...
Alberto Contador. 34 anni e una classe che non finirà mai. Il mattatore della Parigi-Nizza 2017 è stato il Pistolero che ha rincorso in lungo e in largo il successo, sfumato per soli 2 secondi. Una cronometro spettacolare e l'attacco nell'ultima tappa ai meno 50 km dall'arrivo (successo di tappa sottrattogli da De la Cruz) sono il biglietto da visita per la (pen)ultima stagione del fenomenale ciclista madrileno. Se per quest'anno la Sfortuna deciderà di staccarsi dalla sua ruota, Contador può essere davvero una variabile da considerare: ha un team, la Trek Segafredo, che, benché sia ancora da testare, ha esperienza da vendere e un paio di uomini da gestire bene in ottica Gran Boucle (Pantano e Mollema, con quest'ultimo che sarà capitano al Giro).
Richie Porte. "Boh..." enigmatica a dir poco è stata la corsa di Richie Porte e della BMC che ha comunque vinto la classifica a squadre. Sempre lì, davanti al gruppo ma con la sensazione di non voler mai prendersi la corsa a carico e di alzare il ritmo. Una gestione che fa pensare quasi ad un allenamento per il team statunitense che ha trovato il punto di maggior intensità a Col de la Couillole dove l'australiano ha battezzato tutti in salita. Eppure tre giorni prima lo stesso Porte si era trattenuto a cronometro dove ha testato la gamba solo nell'ultimo tratto in salita concluso con un ottimo intermedio. Il giudizio quindi è "boh": la squadra ci sarebbe (come sempre), il capitano potrebbe (e dovrebbe) vivere una stagione finalmente da protagonista e il terreno di battaglia (la prospettiva è sempre l'Arco di Trionfo) sarebbe ideale. Tanti condizionali.
Julian Alaphilippe. Dici "primavera" ed ecco che la Quick-Steps Floors compare come le primule tra la neve. Per una compagine che ha sempre fatto della stagione delle classiche il suo grande obiettivo stagionale le premesse dicono buone cose, soprattutto che gli olandesi possono contare su un vero fenomeno: Julian Alaphilippe. Detentore della maglia gialla per tre tappe e vincitore della cronometro individuale, dove ha bastonato tutti nel tratto finale in salita, il giovane transalpino è l'ennesima freccia su cui poter fare affidamento per le classiche e il nuovo che avanza per i grandi giri. Esiste però un antico problema che incombe sulla testa di Julian e di tutto il team: il celebre fastidio ad avere troppi galli nello stesso pollaio. Alaphilippe, Boonen, Gilbert, Jungels, Stybar, Kittel, Martin e Terpstra: quanta gente!
Velocisti e Sagan. Va bene le classiche del nord, ma sabato c'è la Milano-Sanremo e bisogna volare.
Marcel Kittel ha corso la Parigi-Nizza senza brillare, e soprattutto senza lasciare, e lanciare in direzione Italia, il segnale giusto. André Greipel ha vinto ma senza impressionare. Insomma i velocisti in Francia si sono spartiti i traguardi da volata senza che nessuno prevalesse sugli altri e apparentemente sabato ci sarà posto per tutti. Attenzione al termine "apparentemente" usato nel periodo precedente. Il sentimento di apparenza è condizionato dai traguardi che si stanno susseguendo alla Tirreno-Adriatico dove c'è un campione del mondo che ha una ruota buona e un'occhiata che punta dritta alle prossime corse.