La quinta tappa non presenta un'ascesa in grado di catalizzare l'attenzione, ma le insidie sono molteplici e quindi occorre affrontare il percorso con estrema attenzione. Nairo Quintana veste la maglia di leader, suo il Terminillo, sua la montagna regina dell'edizione 2017 della Tirreno. Il colombiano osserva con circospezione l'uscita odierna, non certo affine alle sue caratteristiche. Sono 210 i chilometri da percorrere, una serie di muri nella seconda parte di gara a determinare l'esito finale. 

Partenza da Rieti, la strada volge subito all'insù, complicando la vita al gruppo e fornendo un trampolino ad attaccanti in grado di allungare il passo. Il primo snodo intorno al km110. Capo di Monte, oltre 9km di ascesa, punte del 10%. Da qui al traguardo, pochissima pianura, sono quasi 100km senza respiro. Un susseguirsi martellante di tratti in salita e tratti in discesa, da interpretare ed affrontare con intelligenza. A Capodarco, possibile svolta, perché si tocca il 18% di pendenza. 2.6km che possono sovvertire l'ordine in gruppo e lanciare un plotoncino di uomini.

Il finale, a Fermo, è infine massacrante. 3.8km, si scollina oltre il 20% di pendenza, chi ha gambe può spezzare la resistenza altrui e proiettarsi all'arrivo. Tappa da corridori di classiche, ovviamente. Sagan, già al successo nell'edizione corrente, punta al bis, fari su Van Avermaet, ma anche su Adam Yates e su Geraint Thomas, ieri secondo. Per Aru, giornata di conserva, di ripartenza. Nibali, sottotono, cerca invece il colpo di mano.

Il percorso