Al termine di settimane di riflessione, Joaquim "Purito" Rodriguez ha deciso di abbandonare l'attività agonistica. E' stata una decisione sofferta, quella del catalano, a lungo in dubbio se proseguire con una nuova squadra, il Team Bahrain-Merida, o dire basta, smettere dopo diciassette anni di onorata carriera. 

Ad annunciare l'addio è stato proprio il corridore spagnolo, che ha affidato al social network Instagram le parole di commiato: "Non tornerò. La mia famiglia e i miei amici mi hanno aiutato a prendere questa decisione. Ringrazio il Team Bahrain-Merida, che ha dimostrato di avere fiducia in me. La realtà è che non mi sento più al 100% della forma, e chiudo così la mia avventura. Ma spero di divertirmi da direttore sportivo così come è accaduto durante i miei diciassette anni di carriera". Già, perchè Purito non lascia il mondo del ciclismo, ma vi rimane in altra veste, come componente dello staff della nuova squadra di Vincenzo Nibali. Ecco infatti, a stretto giro di posta, il comunicato della Bahrain-Merida: "Diamo il benvenuto a Purito Rodriguez come membro importante del nostro staff tecnico. Joaquim ha preso la difficile decisione di non continuare nella carriera di ciclista professionista". Si chiude così una telenovela che va ormai avanti da luglio, quando il catalano annunciò al Tour de France - nel giorno di riposo ad Andorra - che avrebbe abbandonato le corse, salvo essere tentato dal ripensarci dopo i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, a causa della corte della nuova formazione di matrice mediorientale. Ora, la decisione definitiva, che chiude un'avventura personale fatta di grandi successi. 

A trentasette anni e mezzo, il catalano lascia con una bacheca degna di un campione vero. Corridore esplosivo come pochi, soprannominato Purito (Puro, in spagnolo, è il sigaro), per la facilità con cui andava in salita, Rodriguez ha iniziato tardi a vincere con continuità. Nel 2010 la sua esplosione definitiva, con il successo nella tappa di Mende al Tour de France, per una carriera che è andata in crescendo, subendo un'impennata clamorosa nel 2011 (due tappe al Delfinato e altrettante alla Vuelta) e soprattutto nel 2012, quando conquistò due grandi classiche come la Freccia Vallone e il Giro di Lombardia, oltre a chiudere al secondo posto (con la maglia della classifica punti) il Giro d'Italia. L'ultimo quadriennio della sua carriera è stato dedicato alla sua conversione verso le grandi corse tappe, una sorta di mutamento genetico sfociato in un terzo posto al Tour de France del 2013 e in due podi raccolti alla Vuelta (2012-2015). Proprio nella corsa di casa, Rodriguez ha subito la beffa più grossa della sua vita da sportivo: nel 2012, nettamente al comando in maglia rossa fino alla diciassettesima, si fece sorprendere da un attacco inventato dal connazionale Alberto Contador, perdendo così l'occasione di far suo il gradino più alto del podio di Madrid. Ha vinto due volte il Lombardia, sfiorando in altrettante occasioni (2009 e 2012) il colpaccio alla Liegi-Bastogne-Liegi, mentre con la nazionale spagnola il rimpianto più grande rimarrà il secondo posto ottenuto ai Mondiali di Firenze 2013 (medaglia d'oro al portoghese Rui Costa). Insieme ad Alejandro Valverde e Alberto Contador ha contribuito alla grande crescita del ciclismo spagnolo avvenuta nell'ultima decade.