E' un fiume in piena il presidente del CONI Giovanni Malagò, che presentatosi nella conferenza stampa indetta per rispondere virtualmente al sindaco di Roma Virginia Raggi ed alle sue motivazioni per il "no" alla candidatura della città capitolina alle Olimpiadi del 2024, ha fatto il punto della situazione sulla questione, senza alcun pelo sulla lingua. Tanti i passaggi a margine del suo discorso, pregno di rabbia, delusione e rammarico, ma anche di tantissima consapevolezza e signorilità per un'occasione che, qualora venisse confermato il veto, verrebbe sprecata dopo anni di lavoro estenuante.
Questo quanto dichiarato dal numero uno del Coni, che ha aperto con il chiarimento di quanto fatto dalle due parti nelle ultime frenetiche ore: "Il CONI ha chiesto un incontro al sindaco prima della manifestazione olimpica di Rio, prima di luglio, poi non siamo riusciti per loro impegni. Abbiamo chiesto un incontro dopo le Olimpiadi, prima dell'inizio delle Paralimpiadi e l'amministrazione non ha dato . A questo punto al nostro ritorno, quello di Pancalli, abbiamo chiesto un nuovo incontro. Tutto questo è documentabile da infiniti SMS, con il vicesindaco, con il capo del gabinetto del sindaco e non solo. Ieri dietro un sollecito di questo incontro dovuto ad alcune scadenze, ci è stato risposto che al momento era meglio organizzare un incontro tecnico, quale abbiamo dato subito nostra disponibilità, fissato per le 19 in Campidoglio. Si è presentata la squadra del Comitato promotore, ed in questo incontro finito alle 23 si sono sviscerati molti punti del dossier, entrando nello specifico legittimamente con precisazioni riguardo il programma. Cose che fin qui non erano mai state sottoposte al comitato. L'incontro è stato corretto, propositivo. Contestualmente è stato chiesto dall'ufficio della sindaca un incontro istituzionale per le 14.30 di oggi. Abbiamo dato la disponibilità, nonostante i nostri impegni, per presenziare a questo incontro. Ciò che è stato curioso, che dopo averci dato questo appuntamento, abbiamo visto che la sindaca ha fissato una conferenza per un'ora dopo. Anche se ci sembrava poco tempo per liquidare questo argomento, siamo andati. Ci hanno fatto accomodare nel salottino, c'era il portavoce, con il quale abbiamo parlato del più e del meno. Attorno alle 15 ho chiesto notizie della sindaca, che aveva un impegno col ministro Del Rio. Abbiamo visto che era uscita dall'ufficio alle 13.15 ed abbiamo pensato che forse non era più necessario aspettare, anche per una mancanza di rispetto di quel che significhiamo noi".
Ed ancora: "Non apparteniamo a nessun partito politico, siamo e dobbiamo rimanere laici, trasversali ed indipendenti. Ma non vogliamo essere presi in giro. Non vogliamo nè strumentalizzazione nè niente. Per la prima volta da quando esiste lo sport in Italia, all'unanimità lo sport ha chiesto di candidarsi e sostenere la candidatura per Roma nel 2024. Spesso qualcuno si è astenuto, qualche contrapposizione con qualche altra città, non stavolta. C'era l'unanimità. Forti di una precisa delibera da parte dell'amministrazione comunale. Avevamo il sostegno de governo italiano, della regione e della presidenza della repubblica. Meritavamo più rispetto".
Ben oltre gli aspetti di facciata ed organizzazione, il presidente ci ha tenuto, inoltre, a sottolineare e ribattere uno dei punti cruciali del discorso della Raggi, basatosi sugli ulteriori debiti - e non solo - che avrebbe portato l'organizzazione delle Olimpiadi: "Il budget per la candidatura di Roma era meno di un decimo di quanto speso a Sochi. Dalla Raggi abbiamo avuto poca attenzione e poco rispetto, ha dimenticato che il Cio ha imposto la riduzione dei costi per organizzare le Olimpiadi. Era ed è l'occasione per dimostrare che c'è la possibilità di sistemare le cose. A me dispiace, molto. Uno dei capisaldi della sindaca era non favorire le lobby del mattone, ma ciò non sarebbe accaduto per vari motivi. Avavemo proposto alla giunta di scegliere loro modifiche e valutazione della concessione dei lavori. Serviva soltanto un placet entro inizio ottobre, altri dettagli si potevano cambiare tranquillamente entro i primi mesi del prossimo anno. E' tutto già scritto, è un discorso di principio, sappiamo tutti come sarebbe andata a finire. Non capisco perché non consultare un referendum, chiedere alla città. La risposta è che tutti abbiamo i valori dei sondaggi, e parlano tutti in una certa direzione. L'85% chiedono la candidatura olimpica, quasi tutti nei serbatoi dove la sindaca ha vinto!".
Infine la chiosa, con garbo e - secondo quanto lui stesso ha ammesso - senza alcuna polemica: "Il non rispetto per oggi, non riguarda solo le persone che rappresento all'unanimità. Credo che ognuno, da destra a sinistra, oggi si è reso conto di come stanno le cose. Ognuno di noi ha dalla sua il buonsenso, è la realtà dei fatti. Andremo avanti fino all'atto formale, quando si prenderanno la responsabilità, in giunta, di fermare tutto. Non tirassero più fuori la motivazione di quelle cifre, perché basta informarsi su Wikipedia per screditarla".