L'ultima gara della vita, l'ultima occasione per salutare i propri fans e tutti gli appassionati d'atletica.
Dopo due ori olimpici (Atene 2004 e Londra 2012) e quattro ori mondiali (Berlino 2009, Daegu 2011, Mosca 2013 e Pechino 2015), Ezekiel Kemboi aveva fatto tutto alla perfezione. Una gara in controllo all'inseguimento del connazionale Conseslus Kipruto, sapendo che il primo posto era inarrivabile, puntando però la terza medaglia in un'Olimpiade. Una gara a tre considerando anche l'americano Evan Jager, sempre al gancio all'apparenza, ma in grado di infilare nel rettilineo finale proprio Kemboi, prendendosi la medaglia d'argento.
Kemboi ha comunque esultato, una medaglia è sempre una medaglia e nell'immediato dopogara ha annunciato il suo ritiro dall'attività agonistica con il sorriso.
Non aveva però fatto i conti con il francese Mahiedine Mekhissi-Benabbad, già argento a Pechino 2008 e Londra 2012. Staccatosi dal gruppo dei tre era rimasto a bagnomaria dietro, concludendo al quarto posto. Su suggerimento del proprio allenatore ha effettuato un reclamo per una presunta irregolarità di Ezekiel Kemboi. Ecco l'annuncio ufficiale della IAAF dopo qualche decina di minuti: "Un appello è stato presentato dal team francese dopo i 3000m siepi contro l'atleta kenyano Ezekiel Kemboi, colpevole di essere uscito dalla pista."
La giuria ci ha messo sei ore per analizzare il video della corsa e alla fine ha rilasciato questo comunicato: "La giuria d'appello ha visionato le immagini della gara che hanno confermato che Kemboi, dopo aver saltato il fossato, è ricaduto fuori dalla pista nella curva prima del rettilineo. Kemboi è stato squalificato."
Una retrocessione pesante per il kenyano che non voleva lasciare così, la terza medaglia olimpica per il francese salito in terza posizione. Un piede fuori dalla pista che cancella un'intera gara, un errore a cui Kemboi probabilmente ripenserà più volte, poichè lasciare con una medaglia poteva valere come gli ori già conquistati negli anni precedenti.