Il derby dell'ex Jugoslavia, il quarto di finale più caldo del torneo di basket maschile di Rio 2016, vede prevalere di nuovo la Serbia. Basta un quarto alla squadra di Djordjevic per assestare la spallata decisiva alla gara e, nonostante i grattacapi creati da una Croazia che lascia l'olimpiade a testa comunque altissima, volare in semifinale, dove ad attenderla c'è l'Australia, probabilmente la più quotata per mettere in difficoltà Team USA. Il finale di gara recita 86-83, testimoniando l'equilibrio di una sfida decisa solo all'ultimo possesso, composta perlopiù da parziali nel secondo tempo e botta-risposta rapidi nel primo.
In apertura di gara in realtà le mani si manifestano più fredde del previsto, specialmente per Teodosic e compagni, alla cui qualità la Croazia contrappone una difesa ben organizzata che si chiude all'interno dell'area e non permette di trovare i lunghi con una qual certa facilità, tant'è che per spezzare leggermente l'equilibrio, perdurante e costante nel corso della gara, la Serbia ricorre a due triple proprio di un quattro come Milan Macvan, schierato un po' a sorpresa in quintetto. Scelta ripagata in attacco con 8 punti immediati, decisamente meno in difesa, dove le fiamme trovano più spazio: Bilan, complice un Raduljica non esattamente intimidatore nel pitturato, riesce a imporsi riciclando palloni in punti importanti, giusto prima che la scena se la prenda un Bojan Bogdanovic straripante, come d'abitudine in terra brasiliana (28, chiudendo a oltre 25 di media il proprio torneo).
Due triple alla fine del primo quarto, di cui una sulla sirena, ed una in apertura di secondo, iniziano a creare dei problemi ai serbi, tenuti in piedi dalla classe del proprio playmaker col numero 4 sulla schiena, in una partita a punteggio comunque basso. La mini-svolta psicologica del parziale è questa volta favorevole alla Croazia, cinica dall'arco prima con Ukic e poi con il solito Bogdanovic, ma senza riuscire a scavare un buon vantaggio: la Serbia continua a sbagliare canestri relativamente facili in area, ma un paio di magie di Teodosic e i rimbalzi d'attacco comportano un nuovo riavvicinamento: l'ultimo sprazzo prima dell'intervallo lungo se lo concede un Simon da soli 8 punti ma con 5 assist, con il tiro in corsa di sinistro appoggiato al tabellone, per scrivere 38-32.
I 6 punti di vantaggio si rivelano effimeri per la Croazia, vittima di un parziale di 11-0 dopo l'iniziale schiacciata di Hezonja, timbrato anche da un volo sopra il ferro e sopra Saric di Raduljica, chiuso con l'affondata. Il nervosismo dei ragazzi di Petrovic si manifesta a metà terzo, quando proprio il numero 9, in un momento difficile della propria gara, spinge a terra Jokic guadagnandosi l'antisportivo che lascia cadere i suoi a -7, complice anche l'ingresso in partita dell'altro Bogdanovic, ovvero Bogdan, prima pescato in angolo da Teodosic e poi messosi in proprio dagli otto metri. Le due triple ammazzano il terzo quarto, momento di rottura prolungata e sempre più totale per la Croazia, mandato in archivio sul punteggio di 52-66 e con più di qualche storia tesa tra le panchine.
Un ottimo Hezonja, in fiducia anche col jumper, approccia nella miglior maniera l'ultima frazione (14 dei suoi 16 totali segnati nel 4°) provando a ricucire lo strappo e trovando supporto anche dalla difesa dei suoi: lo seguono a ruota Bojan Bogdanovic e Saric, ma Teodosic guasta la festa con un'altra tripla folle, unita alla precedente di Jovic allo scadere dei 24. Sale così in cattedra Kruno Simon, relativamente silente nella gara, ma freddissimo nel dipingere due pennellate mancine che lanciano nuovamente i suoi in partita, nel segno anche della grinta di Planinic, di un'altra bomba di Hezonja e un paio di attacchi scellerati di una Serbia totalmente confusa, trovandosi in vantaggio di un solo punto a due minuti dal termine, sul 76-75.
Ci pensa il solito Teodosic a ispirare il nuovo +3, seguito poi da un paio di attacchi rivedibili della Croazia e poca freddezza sempre del play del CSKA. Un libero di Raduljica a 27.2 secondi aumenta di un altro punto il vantaggio serbo, inaugurando la serie di scambi di opinioni in lunetta: Hezonja e Teodosic sono glaciali, meno Markovic e soprattutto Babic, il cui errore permette a Jokic di portare a +4 i suoi con 13 secondi da giocare. Djordjevic chiama "no foul", Teodosic non gli dà retta regalando così altri due punti a Hezonja in lunetta, ma ancora Jokic è magistrale nel realizzare entrambi i liberi. Questa volta il fallo non arriva, se non a due secondi dal termine: Bogdanovic segna il primo e cerca di sbagliare il secondo generando una tripla, missione impossibile che non si concretizza. La sua Croazia si piega nuovamente alla Serbia, che va meritatamente in semifinale ad affrontare i Boomers.